LA POLITICA DEGLI UOMINI PICCOLI
Quale sarà la sorte della sanità pubblica in Molse?
di Antonio Ruggieri
29 febbraio 2016
Siamo messi male.
La crisi planetaria di un neoliberismo drogato e devastato dalla finanza, è arrivata anche alla periferia dell’impero.
Il “sottosviluppo assistito” che ha retto la modernizzazione (di media incidenza) del nostro piccolo, tenero, marginale e poco comunicativo Molise, è venuto a consunzione. Se nei decenni passati da Roma ci è arrivata una caterva di soldi a sostegno del sogno patetico e di basso profilo dell’isola felice d’odore rurale e di gusto pre-moderno che in tanti hanno propalato, adesso ci arrivano solo cambiali in scadenza e ingiunzioni di pagamento, per gli investimenti poco avveduti di una classe dirigente che negli anni d’oro ha pensato a inzuppare voracemente il pane nel brodo di coltura del proprio consenso clientelare e che adesso, con la spending review imperante, sta facendo la scarpetta. La politica, con i partiti ridotti a comitati di agit-prop che si riuniscono solo per stabilire, in occasione di un pronunciamento elettorale, chi si deve sedere dove, è sottoposta a un degrado del quale non si vede la fine.
Il potere viene esercitato per grumi d’interessi che si muovono trasversalmente, facendo strame degli schieramenti tradizionali, e contemporaneamente della cultura democratica di questa nostra povera Repubblica allo stremo.
E’ il caso di Frattura e del suo centrosinistra a mezzo servizio, appoggiato da Patriciello con la lista “Rialzati Molise” alla Regione, ma che è contemporaneamente parlamentare europeo per Forza Italia e per il suo partito, insieme a Iorio “il tenace” e alla beneventana Nunzia Di Girolamo mandata da Berlusconi nel Molise, si sta preparando a rilanciare le sorti e la proposta del centrodestra sparigliato.
Nel PD, contro Frattura “il privatizzatore”, stentoreo, si fa sentire il dissenso di Leva e di Ruta, che però questa “lista da partito unico alla Regione” l’hanno composta, proposta e caldeggiata.
Nel corso di una recente conferenza stampa, il deputato di Fornelli e il senatore campobassano hanno presentato i punti qualificanti di un loro “progetto qualità” per la sanità molisana, basato sui numeri e sul ragionamento dell’ex manager Asrem Carmine Ruta, che collide frontalmente con i numeri e le strategie del piano delineato dal Commissario ad acta Frattura, teso ad indebolire e avvilire le strutture pubbliche, mortificando pervicacemente chi vi presta servizio, alimentando e foraggiando lautamente quelle private.
La sanità costituisce il banco di prova dell’attualità della nostra comunità minacciata su più fronti; solo se sapremo ripensarla eliminando sprechi e clientele, mettendo al centro il cittadino e i suoi bisogni di cura potremo, affrontando le difficoltà del caso, progettare un futuro alla portata delle aspettativa dei trecentomila che ancora abitano fra il Trigno e il Fortore.
Spendiamo per la sanità il 75% delle risorse che abbiamo a disposizione, ma se ci ammaliamo seriamente dobbiamo andare a farci curare fuori regione; il costo di questa sconfitta, ammoniscono Leva e Ruta, è di 60 milioni di euro ogni anno.
Eppure esiste un’altra maniera per riformare dalle fondamenta il sistema sanitario molisano; lo ha spiegato dettagliatamente il “Forum in difesa della sanità pubblica” che raggruppa associazioni, operatori sanitari e cittadini, e noi ne diamo ampio e dettagliato conto nell’inchiesta del nostro Paolo Di Lella.
Lo facciamo con convinzione militante, convinti come siamo che la sanità, la quantità e soprattutto la qualità dei suoi servizi, sia la madre di tutte le questioni che il Molise deve fronteggiare.
Il mondo in cui viviamo è smisurato e complesso; trovare una collocazione decorosa per la nostra piccola comunità minacciata è una questione, innanzitutto culturale, di particolare difficoltà.
Quello che farà la differenza sarà la classe dirigente che sapremo selezionare, innanzitutto nella politica.
Certo, con l’aria che tira, non c’è da dormire sonni tranquilli.
di Antonio Ruggieri (da ilbenecomune.it)