• 7 Marzo 2016

Termoli in sciopero

Comunicato Stampa di “Il sindacato è un’altra cosa” sulla situazione FCA di Termoli

di Stefania Fantauzzi

07 marzo 2016

Dal mese di novembre la Fiat ha fatto ricorso a giorni di lavoro aggiuntivi, per nulla convenienti a noi lavoratori, anzi che evitano la nuova occupazione

Dal mese di novembre la Fiat ha fatto ricorso a giorni di lavoro aggiuntivi, per nulla convenienti a noi lavoratori, anzi che evitano la nuova occupazione.
Lo ha fatto attraverso lo straordinario obbligatorio di sabato, ed ora paventa il ricorso ai turni di Melfi, cioè al ciclo continuo.
Lo fa in aree in dismissione, dove chiede a noi giorni di lavoro in più, per compensare carenze organizzative e di investimenti, che determinano scarti ed inefficienze, perché le macchine sono vecchie, o manca personale.
Chiedono a noi, già sottoposti a ritmi disumani, di sopperire con ulteriore sacrificio alle loro mancanze!

Abbiamo chiesto puntualmente e ripetutamente degli incontri all’azienda, che, quando ha risposto, ci ha tenuto a specificare che da parte loro c’era una mera comunicazione di decisioni già prese e non trattabili, azzerando così la possibilità di condividere le nostre proposte alternative, volte decidere nell’interesse comune.

Quindi, fino ad ora, ed anche per oggi, abbiamo indetto su queste giornate scioperi a maggioranza di cinque RSA su otto della Fiom Fiat a Termoli.
L’adesione è stata crescente.

Il giorno 11 febbraio, l’assemblea dei lavoratori indetta dalla Fiom, si raduna in un corteo di 200 lavoratori e raggiunge gli uffici della dirigenza aziendale, scegliendo la nostra pratica dettata da una chiara linea politica, e mostrandosi compatta e coraggiosa!

Ne segue uno sciopero il sabato successivo, con una adesione media del 40%, con picchi in alcune Ute dell’80%.

A consuntivo di questi sacrifici obbligatori e disumani, i lavoratori subiscono anche l’amara sorpresa che, gli stipendi di chi lavora di più, sono inferiori rispetto a quelli che hanno aderito agli scioperi!

Apoteosi di questo vergognoso sistema di imposizione padronale, oggi, solo con un giorno di preavviso, la Fiat comunica che in tante aree, si lavorerà anche di domenica a partire da domani!…

Nessuno parla di tutto questo, neppure un trafiletto da parte della Fiom Nazionale, e addirittura, quella molisana, prende le distanze da quel corteo, da quell’assemblea, dalla protesta crescente.

Questi sono segnali che non possono non essere tenuti in considerazione da quei sindacalisti, anche dentro la Fiom, che hanno utilizzato come alibi per il loro immobilismo, la scarsa partecipazione alle iniziative sindacali da parte dei lavoratori…
nessuno dà continuità allo sciopero di noi lavoratori termolesi, che la forza l’abbiamo trovata da soli contro tutti!

È altrettanto inammissibile che, anche di fronte ad una così evidente manifestazione di esasperazione, la dirigenza aziendale rimanga ancora sorda, e ci tratti da pazzi visionari senza seguito e senza rappresentatività… o che faccia passare i lavoratori che rivendicano i loro diritti come ingrati perché privilegiati rispetto alla crisi dilagante!..

Senza diritti il lavoro si chiama SCHIAVISMO!

PERCHÉ SIAMO INCOMPATIBILI CON LA FIOM.

Il CSN è l’organismo della Cgil a cui è affidato il potere di interpretazione dello Statuto e quello di annullare o correggere decisioni assunte da strutture del sindacato considerate irregolari ai sensi dello Statuto.
Stavolta, invece, la decisione del CSN, nei fatti, mette le strutture della Fiom del Molise e della Fiom della Basilicata nella possibilità di espellere una quindicina di iscritte e iscritti, molte/i delle/dei quali rappresentanti aziendali eletti dalle lavoratrici e dai lavoratori FCA.
Questa potenziale decisione di espulsione inoltre potrebbe essere assunta da quelle strutture attraverso una semplice presa d’atto di quanto deliberato dal CSN, dunque privando quelle compagne e quei compagni di ogni possibilità di difendersi, di esplicitare le proprie ragioni, e di avere i due gradi di giudizio che l’articolo 4 dello Statuto garantisce a tutte e a tutti.
In realtà potrebbero trovarsi ad essere sanzionati (peraltro con la sanzione più grave consentita dallo Statuto, cioè con la messa fuori dall’organizzazione) in maniera ancora più sommaria di chi avesse commesso atti gravi e penalmente rilevanti. Perfino chi si trovasse in stato di arresto per un procedimento penale ha diritto, giustamente, ai sensi dello Statuto ad un trattamento più garantista…. Senza dire che, “disconosciuti” dal Sindacato di appartenenza, nei fatti, sono stati dati in pasto all’azienda!
Di che cosa sono imputati queste compagne e questi compagni?
Non certo di aver partecipato ben 10 mesi fa ad una riunione di un Coordinamento, ma di essersi assunti, in qualità di RLS,RSA e Direttivi Fiom, la responsabilità di non piegarsi di fronte ai ricatti di Marchionne e dei suoi capi e capetti aziendali e di aver continuato ad applicare, al di là delle decisioni del vertice Fiom, la linea di opposizione che tanti entusiasmi aveva suscitato nel 2010-2011.
Fino a qualche anno fa la Cgil, e ancor più la Fiom, si differenziavano dagli altri sindacati perché consentivano e a volte perfino valorizzavano il protagonismo dei lavoratori, degli iscritti, dei delegati.
Ed è questo protagonismo che ha segnato le conquiste più importanti.
Oggi, al contrario, l’iscritto modello è quello che sa solo applicare e propagandare le decisioni assunte dall’alto.
Il fatto che la Cgil e la Fiom considerino il comportamento di queste compagne e di questi compagni INCOMPATIBILE con l’appartenenza alla Confederazione,la dice lunga sugli orientamenti dell’attuale gruppo dirigente di queste strutture.
Se continua così, Marchionne, Renzi e compagnia possono dormire sonni tranquilli. Intanto, è proprio per questo, che nessuno dà forza, sostegno e visibilità (omertà!) agli scioperi che a Termoli crescono considerevolmente , in alcune aree ormai le adesioni sono costantemente del 40\50 % vista la richiesta sconsiderata e inaccettabile di straordinari obbligatori. 
La Fiat, in totale empasse per l’inaspettata adesione agli scioperi, reagisce imponendo un clima di timore nella fabbrica e soprattutto nei confronti di quei lavoratori che coraggiosamente rivendicano i propri diritti attraverso l’adesione agli scioperi.
La Fiat non può rimanere cieca ed il sindacato inerme!
La lotta è qui! e chi manca non sono i lavoratori!!!!

di Stefania Fantauzzi (La coordinatrice dell’area programmatica “il sindacato è un’altra cosa” in FIOM-CGIL Molise)