Mobilità Attiva
Botta e risposta tra Patriciello e Romano
di Redazione de ilbenecomune.it
20 aprile 2016
L’europarlamentare Aldo Patriciello è intervenuto sulla questione della mobilità attiva dopo che il Quotidiano della sanità ha pubblicato un’indagine sulla capacità attrattiva, per quanto concerne l’offerta sanitaria, delle varie regioni italiane. A seguire, la risposta del Codacons tramite l’avv. Massimo Romano
“Com’è noto, non sono solito intervenire frequentemente su questioni di interesse sanitario.
Lo faccio oggi, attraverso queste poche righe, non già per alimentare sterili polemiche che nulla aggiungono alla discussione sul tema, quanto piuttosto per sottolineare un dato statistico su cui, a mio modesto parere, è opportuno soffermarsi con maggiore attenzione se si vuole contribuire in maniera seria e costruttiva al dibattito su un argomento di così grande interesse e attualità.
Mi riferisco, nello specifico, ai dati relativi alla mobilità sanitaria 2016 pubblicati dal Quotidiano Sanità che misurano la capacità attrattiva, da un punto di vista dell’offerta ospedaliera, delle regioni italiane.
Questi dati parlano di un Molise come unica regione dell’intero centro-sud Italia ad avere un saldo positivo: la nostra regione, in sostanza, attira molti più pazienti da altre regioni di quanti ne esporti. Un’evidenza che conferma, migliorandolo addirittura, il trend degli anni precedenti e che dimostra quanto il Molise sia in grado di reggere la sfida competitiva – in ambito sanitario e non solo – se riesce a valorizzare le sue enormi potenzialità.
Nel raggiungimento di questo straordinario risultato – che dovrebbe renderci tutti orgogliosi – un ruolo fondamentale, se non decisivo, lo ha svolto la capacità di Neuromed e Cattolica di attirare pazienti da tutto il centro-sud Italia.
Questo va detto con estrema chiarezza, per non fare un torto alla verità e all’intelligenza dei cittadini molisani. E tuttavia spiace constatare come il dibattito sulla sanità, a volte, sembri essere condizionato da pregiudizi ideologici che portano al paradosso per cui sul banco degli imputati vi è ciò che funziona invece di ciò che non funziona.
Tentare, infatti, di far passare il messaggio secondo cui la sanità convenzionata è il grande problema del Molise è come voler far credere che le nostre città siano illuminate da lucciole e non da lampioni: un’argomentazione che violenta la realtà.
Una realtà che racconta invece di una regione piccola ma con una forte capacità attrattiva.
I cittadini che dall’Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Basilicata (solo per citarne alcune) scelgono di farsi curare in Molise lo fanno per una ragione ben precisa: perché riconoscono nell’offerta sanitaria molisana una qualità e un’eccellenza difficilmente riscontrabili altrove.
Un primato che molti ci invidiano e di cui dovremmo andare orgogliosamente fieri.
Un risultato da sottrarre all’invidia, alle gelosie, ai rancori, ai personalismi di vario genere e consegnare invece alla nostra capacità di fare sistema, di andare oltre le divisioni, di immaginare e programmare insieme le linee guida su cui far correre il treno della crescita e dell’occupazione nella nostra regione in cui – a ben vedere – il settore della sanità convenzionata rappresenta un’eccellenza e non certo un problema.
Non commettiamo dunque l’errore di disperdere i nostri primati – che tutte le altre regioni ci invidiano – in uno sterile scontro tra pubblico e privato che non soltanto non fa bene a nessuno ma che distoglie l’attenzione dai veri problemi che minano la competitività dei nostri territori.
L’unità e la compattezza con cui in questi mesi si sta affrontando il problema della possibile soppressione della Corte d’Appello di Campobasso dimostrano che è possibile lavorare insieme ed attivare le giuste sinergie allorquando è in ballo il futuro di questa regione.
Circa un anno fa lanciai l’idea di fare del Molise un cluster d’eccellenza per le cure sanitarie dell’intero centro-sud Italia. Una prospettiva certamente ambiziosa ma perfettamente compatibile con il profilo socio-economico regionale, così come i dati pubblicati in questi giorni confermano”.
La replica del Codacons Molise tramite Massimo Romano.
“Nell’ottica di offrire un contributo al dibattito in corso sulla sanità, ed al fine di chiarire dal punto di vista tecnico – né ideologico, né polemico, né per partito preso – l’incidenza della mobilità attiva sul sistema sanitario regionale del Molise, Codacons Molise evidenzia quanto segue.
Il Quotidiano sanità ha diffuso i dati sulla mobilità sanitaria 2016, che misurano la capacità attrattiva, dal punto di vista dell’offerta ospedaliera, delle regioni italiane, da cui risulta che il Molise è l’unica regione meridionale ad avere un saldo positivo, ossia attira più pazienti di quelli che esporta.
Ha ragione l’on. Patriciello quando afferma che “un ruolo fondamentale, se non decisivo, lo ha svolto la capacita di Neuromed e Cattolica di attirare pazienti da tutto il centro sud Italia”. Tuttavia, proprio per “non fare un torto alla verità e all’intelligenza dei cittadini molisani”, come lui stesso auspica nella lettera aperta, è opportuno chiarire che proprio tale attrattività, in mancanza di una preventiva politica di programmazione della mobilità, ha costretto la Regione Molise ad anticipare finanziariamente in favore delle strutture private attrattive, ossia come detto principalmente Neuromed e Cattolica, le somme per le cure prestate a pazienti di fuori regione in attesa del rimborso in sede di compensazione.
Un meccanismo finanziario che costituisce una delle cause del disavanzo prodotto nella gestione del Servizio sanitario molisano.
A sostenerlo, come è noto, è proprio il Ministero della Salute. Ciò in quanto trattasi di un meccanismo che si è rivelato non virtuoso, potendo, come in concreto è accaduto, ingenerare comportamenti opportunistici proprio da parte delle strutture private attrattive, le quali, in assenza di un tetto di spesa per le prestazioni rese a pazienti provenienti da altre regioni, potrebbero essere indotte a “selezionare” i pazienti ed espandere la propria produzione ai pazienti extra regionali fino ai limiti della propria capacità organizzativa, addossando i relativi oneri immediatamente a carico del SSR molisano.
Ebbene, contabilmente, a fronte delle suddette prestazioni erogate ai pazienti extraregionali, l’erogatore privato emetterà le fatture, per il corrispondente valore della produzione, nei confronti del SSR molisano, ciò che ha determinato, a parere del Ministero, una delle cause principali del disavanzo. Disavanzo che, è bene ricordare, pagano i molisani con l’aumento di tutte le addizionali (irpef, irap e accise) che ormai da anni vengono automaticamente innalzate oltre i livelli massimi previsti dalla legislazione vigente, con gravissimo pregiudizio proprio per gli utenti-contribuenti molisani.
Il tutto, in disparte l’ulteriore considerazione in ordine all’assegnazione dei posti letto proprio per i pazienti extraregionali, nonostante ciò computati nella percentuale di quelli spettanti alla Regione Molise e dunque, se del caso, sottratti ai bisogni epidemiologici dei pazienti molisani.
Dunque, il Molise vanta senz’altro un saldo positivo di mobilità attiva. Ma chi ne ha beneficiato?”
di Redazione de ilbenecomune.it