Il piccolo Giuseppe simbolo dello CVTà Street Fest
E’ un messaggio di resistenza civile quello lanciato al ’Cvta street art fest’. Il piccolo Giuseppe protagonista di un’opera di Biancoshock nella quale la beffarda scritta ’Il Molise non esiste’ si trasforma in un ’Il Molise resiste’ che, se non altro, infonde un po’ di ottimismo.
di Maurizio Cavaliere
28 aprile 2016
Il Cvta street art festival che si conclude oggi, domenica 24 aprile a Civitacampomarano, ha fatto il miracolo. Nel paese del grande Vincenzo Cuoco da quest’anno c’è un motivo in più per sentirsi vivi e opporsi al processo impietoso di spopolamento in atto nelle zone interne del piccolo Molise.
Da una brillante idea della street writer romana Alice Pasquini, nonno civitese, si sono sviluppate le trame di un’iniziativa che ha portato in paese turisti, appassionati del genere, curiosi e anche qualche bel personaggio mediatico (chef Rubio) che non guasta per niente e che, sebbene arrivato in paese per dare sfogo all’innata passione per la fotografia, si è indirettamente calato nei panni di ambasciatore dello street food, altro tema del festival.
Sono sei gli artisti che hanno raccolto l’appello dell’organizzatrice e dell’amministrazione comunale, che ha fatto suo con slancio il progetto, per dare ancora più fascino ai vicoli e alle case del borgo. Uno è Icks, molisano di Termoli, maestro della tecnica stencil, due (Pablo Herrero e Hitnes) ispirano i loro tratti alla flora e alla fauna del posto. Poi ci sono la già citata Alice Pasquini, in arte AliCè che racconta in immagini la meraviglia della gente di Civitacampomarano, e David de la Mano la cui pittura si ispira alla texture delle opere murarie e delle strutture architettoniche. Completano la gamma artistica il collagismo di Uno e le installazioni di Biancoshock che si sostanziano in un intervento ’abitabile’.
E sono ben trenta i ’muri’ che i cittadini civitesi hanno consegnato all’estro degli artisti. «Quello del massiccio coinvolgimento popolare nel festival è il vero messaggio che abbiamo lanciato e raccolto» spiega un soddisfatto sindaco Paolo Manuele (nel video in basso la nostra intervista). Manuele sa che un giorno il suo nome verrà accostato a una delle più importanti iniziative mai realizzate per aumentare l’appeal di un borgo finora noto soprattutto per il suo castello angioino, maestoso maniero del quale si parla per la prima volta nel 999 in un diploma dell’imperatore Ottone III di Sassonia.
Oltre mille anni dopo, Civitacampomarano è ancora là, a difendere non più la rocca dagli attacchi nemici, ma la propria dignità di territorio che forse non ha mai perso la sua vocazione e vivacità intellettuale. Che ora si manifesta pure nei canoni artistici di sei giovani, affermati street writer. Le opere sono infatti di qualità, ben inserite nel contesto medievale del borgo, installazioni (la panchina di twitter) comprese. Tutti si lasciano attirare da linee, idee, colori.
Passano in un su e in giù per il centro di ’Civita’ anche quelli dell’Associazione ’Malatesta’ di Campobasso, che tanto, e bene, hanno fatto per ’svegliare’ il capoluogo regionale dal torpore di pochi ’interessati’ intellettuali, portando in città diversi top ’writer’ mondiali. Anche loro guardano, compiaciuti, le opere terminate e quelle in fase di realizzazione
E’ un bel clima quello che si respira a Civitacampomarano.
Il concetto di resistenza civile all’emigrazione e al disinteresse si snoda efficacemente fra le stradine di questo paesino di 400 anime, accogliente, bello, nobile ma purtroppo mal collegato e in parte dimenticato.
La comunità locale è felice. Tutta. In piazza Municipio incontriamo Nicola Caprara, 87 anni vissuti in paese. E’ lui l’uomo fotografato sul manifesto ufficiale della rassegna. Nicola saluta i visitatori di giornata e si complimenta con gli organizzatori, ma è troppo saggio per lasciarsi del tutto andare, così arriva pure la ’stoccata’: “Bella iniziativa, utile anche, il problema è che i nostri parlamentari ci hanno completamente abbandonato. Questa è la realtà”.
A fare da contraltare alle sue parole, più giù, verso il belvedere che si affaccia a Sud, troviamo il piccolo Giuseppe, che avrà sette, forse otto anni. Giuseppe è parte integrante di un’altra opera che in qualche modo riassume l’energico impatto del ’Cvta street fest’, iniziativa che ci auguriamo di ritrovare l’anno prossimo, sempre più forte e partecipata.
Bomboletta in mano, il bambino posa per la foto finale dell’artista Biancoshock. Sul muro la scritta ’Il Molise resiste’ che sostituisce l’ormai stucchevole refrain ’Il Molise non esiste’ cancellato con un bel colpo di rosso.
L’arte e i giovanissimi insieme: se mai dovessimo guardare al Molise del futuro, con un po’ di ottimismo, beh, questo sarebbe il vero ’manifesto’.
di Maurizio Cavaliere (da primonumero.it)