“La Bastarda”
Uno spettacolo teatrale per ricordare Lea Garofalo
di Miriam Iacovantuono
06 maggio 2016
Una giornata interamente dedicata a Lea Garofalo quella che ieri l’Assessorato alla Cultura del Comune di Campobasso ha organizzato per ricordare la giovane donna uccisa dalla ‘ndrangheta a Milano il 24 novembre del 2009. Era proprio il 5 maggio di sette anni fa quando, nel centro storico di Campobasso, dove Lea viveva con sua figlia Denise, fu tentato il sequestro della giovane testimone di giustizia che è stata ricordata con uno spettacolo al Teatro Savoia con la rappresentazione “La Bastarda” a cura della Compagnia Ragli. Il testo, scritto da Rosario Mastrota e interpretato da Daria Cozzolino, da Andrea Cappodona, Antonio Monsellato e dallo stesso Mastrota, ha voluto rendere omaggio a una donna che non ha abbassato la testa difronte alla mafia e che ha avuto il coraggio di dire no, non ha avuto paura e questo l’ha aiutata a opporsi al sistema ‘ndranghetista. Uno spettacolo che ha rappresentato i momenti salienti della vita di Lea e del suo coraggio, una rappresentazione che ha sottolineato al meglio la voglia di giustizia e di verità di questa donna che, per onestà e per il bene di sua figlia Denise, ha deciso di denunciare il suo convivente e per questo è stata ammazzata barbaramente e poi bruciata.
La rappresentazione è stata preceduta da un omaggio che il Sindaco Antonio Battista, a nome del Comune di Campobasso, ha voluto fare a Marisa Garofalo, consegnandole una targa e sostenendo che l’amministrazione si impegnerà nel cammino di legalità che da un anno il comune di Campobasso ha intrapreso in collaborazione con le scuole. L’Assessore alla Cultura, Emma De Capua ha voluto ricordare Lea come vittima di femminicidio oltre che vittima della ‘ndrangheta e ha detto che la giovane donna deve essere un esempio per tutte quelle donne che si trovano costrette a scegliere.
All’evento era presente anche il giornalista e scrittore Paolo De Chiara, che di Lea ha narrato nel suo libro “Il coraggio di dire no” e che ha ricordato la giovane testimone di giustizia come una donna che ha avuto il coraggio di opporsi e di denunciare, una donna forte e coraggiosa che rappresenta le 150 donne ammazzate dalla mafia, donne che vengono eliminate perché sono la chiave per entrare nei meccanismi delle cosche mafiose.
Marisa Garofalo, ringraziando emozionata il Comune di Campobasso per l’iniziativa, ha raccontato la figura di sua sorella Lea e il suo omicidio che ha definito omicidio di ‘ndrangheta, ma anche omicidio istituzionale, di uno Stato che non è stato molto presente. “Lea ha denunciato perché le mancava l’aria, si sentiva soffocare – ha detto; – ha denunciato per la figlia Denise. Lea ha lasciato un patrimonio inestimabile, il suo coraggio e la sua onestà. Facciamo in modo di essere tutti Denise, – ha concluso – di essere tutti Lea, di essere tutti testimoni di giustizia e di verità”.
di Miriam Iacovantuono