Tommaso l’agnonese Leone d’Africa
Sono numerosi i molisani religiosi e laici missionari nelle zone più povere del mondo, meriterebbero di essere conosciuti e aiutati di più magari con il movimento “Molise Solidale”
di Università delle Generazioni
10 maggio 2016
“Forse è il Molise meno conosciuto. E’ quello dei missionari, religiosi e laici, che spendono tutta o parte della loro vita a beneficio dei più poveri e, spesso, di coloro i quali vengono considerati addirittura “gli ultimi”. E sarebbe utile conoscere di più e meglio tutte le organizzazioni impegnate nel volontariato che operano dentro e fuori i confini regionali. E chi meglio dell’Università del Molise se ne potrebbe occupare, pure per motivi di conoscenza antropo-sociologica?… a partire da un censimento di associazioni e di singoli che si prodigano per il prossimo in Italia e all’estero, soprattutto in Africa. Università, Regione, Diocesi e le stesse Onlus potrebbero dare vita ad un’operazione davvero unica nel suo genere: realizzare, proprio dentro all’Università del Molise, un “CSMUS – Centro Studi del Molise Umanitario e Solidale -” convocandone gli “Stati Generali”, cioè un primo incontro assembleare per meglio conoscersi e farsi conoscere ed aiutare per aiutare! Rilanciando pure il progetto regionale “Molise Solidale” partito recentemente.
L’Università delle Generazioni (vicina a molte esperienze solidali ed umanitarie, specialmente alla memorabile azione missionaria effettuata in Ciad dal sacerdote francescano padre Celestino Ciricillo, nativo di Sant’Elia a Pianisi, e dal medico Elisa D’Onofrio, originaria di Poggio Sannita) intende adesso evidenziare lo spirito laico che anima Ugo Martino, padre di Francesco il quale, a 25 anni, perse la vita nel noto incidente ferroviario di Roccasecca nel 2005. Ugo Martino è originario del piccolo paese altomolisano di Castelverrino e da decenni abita ad Isernia dove ha fondato la Onlus “Oltre la vita” (www.oltrelavita.org codice fiscale per il 5 per mille 90031380943) proprio in memoria di Francesco. Tale associazione di volontariato opera molto utilmente in Burundi, dove ha realizzato l’importante “Centro sanitario” di Mubuga e tante altre iniziative in località come Gitega, Mudahandwa, Makamba e Bujumbura.
Uno dei collaboratori più affezionati a Ugo Martino (all’interno dell’associazione “Oltre la vita”) è il docente agnonese Tommaso Leone, così tanto motivato ed attivo da essere soprannominato dagli amici “il Leone d’Africa”. Andato in pensione qualche anno fa, il prof. Leone si è messo a disposizione dell’amico Martino (il quale, tra l’altro, è un noto pittore) ed uno dei suoi compiti, quando non è in missione in Africa, è quello di sensibilizzare amici, parenti, scuole ed associazioni territoriali per un aiuto ai popoli del continente nero che più di tutti hanno bisogno di essere valorizzati per poter camminare da soli.
L’Università delle Generazioni non intende nascondere un altro importante risvolto dell’opera solidale svolta da Onlus, Ong e da quanti altri operano nell’Africa più povera: aiutare le persone nel loro Paese evitando che emigrino verso l’Europa o altre nazioni, con il rischio di morire nella traversata del deserto del Sahara o del mare Mediterraneo, preda di trafficanti di esseri umani. Noi italiani sappiamo cosa significa l’emigrazione, quell’essere molto dolorosamente sradicati dalla propria terra. Quindi, è necessario sostenere il più possibile associazioni come “Oltre la vita” e “missionari” come Tommaso Leone che aiutano le popolazioni africane ad emanciparsi e a liberarsi dalla povertà e da tutti quegli aspetti socio-economici che impediscono a questo grande continente di significare qualcosa nel contesto globale.
Aiutando le Onlus, le Ong e quanti operano nei Paesi di forte disagio, si contribuisce a frenare la grande ondata migratoria che da molti anni sta interessando l’Europa e in particolare l’Italia. La biblica fuga dai Paesi poveri o in guerra è simile ad un terremoto che disgrega e disperde le comunità. E, proprio come in un terremoto, è nostro compito ricostruire le comunità disgregate dove erano e come erano, perché non perdano definitivamente la loro identità e la loro umanità.
di Università delle Generazioni