Il gusto del territorio
Incontro nella sala consiliare del comune di Santa Croce di Magliano
12 maggio 2016
Una tavola imbandita in un lato della sala consiliare rappresentava il gusto del territorio: la famosa e impareggiabile treccia dei Paladino e Rosati, che, a prima vista e a un consumatore che non la conosce, può apparire un ricamo speciale tipico di questo territorio fino a quando un pezzetto della bianca e spessa trama, staccato, non gli arriva in bocca per deliziarlo; l’Olio extravergine di oliva di un frantoiano plurivincitore, Manrico Di Battista; i torcinelli di Peppino Ciarlo che, proprio qui a Santa Croce, ho imparato a degustare in un angolo non lontano dalla piazza delle antiche battaglie, quando Santa Croce era nota come la Stalingrado del Molise. Me li ricordo i torcinelli sulla graticola piena di carboni accesi che spandevano in un lungo e in largo il profumo, come ad avvisare la fedele clientela che erano quasi pronti e potevano avviarsi per comprarli. Non c’era bisogno del banditore che, allora, andava di moda. Un profumo, quello dei torcinelli, che riesce a convincere della sua bontà anche chi, solo sapendo che sono budelle e interiori di agnello lattante, non trova il coraggio di mangiarli. E, poi, i mieli (soprattutto di acacia e di sulla) di un apicoltore appassionato, Vincenzo Pucci, che ha recitato anche in un film con Asia Argento, girato alle Tremiti.
Un territorio, però, non solo ricco di prodotti, cibo delizioso, ma anche di storia e di cultura, segnata fortemente dal grande tratturo Celano – Foggia, rappresentato in un quadro – ben esposto in fondo alla sala – di un pittore bravo, Pietro Mastrangelo, che non ha frequentato nessuna delle quotate accademie sparse in Italia, ma, come imbianchino, le case dei suoi paesani con le pareti che ha tinteggiato. E’ il figlio Luigi, oggi a Bologna, ad avere la fortuna di studiare e frequentare circoli di artisti e vivere con la sua pittura una fama a livello nazionale e internazionale. Oltre i confini del paese che confina con la Puglia e condivide, proprio da quelle parti, il territorio di Melanico, cioè la grande agricoltura che nei secoli passati è stata teatro di scontri tra padroni e braccianti sfruttati, con morti e feriti, che le genti di questi due centri non ha – almeno fino a qualche decennio fa – mai dimenticato. Molto noto un altro artista di valore di Santa Croce, Giuseppe Petroniro, che opera con successo a Roma.
Che dire poi di Raffaele Capriglione, il poeta scrittore che più di altri ha saputo raccontare i valori propri di questa terra, le tradizioni, in particolare quella de “u luteme sabbate d’aprile”, la tradizione da poco consumata.
Agricoltura, cibo, storia, cultura, tradizioni senza dimenticare gli incantevoli paesaggi che, anni fa, si potevano ammirare da “ngoppe u casale” con uno sguardo a 360° che, partendo dalle aree interne del Molise si sposta, con la Maiella lontano, verso il mare e poi le Tremiti, il Gargano con i monti Dauni e il Tavoliere delle Puglie, fino all’ampio tratturo. La grande strada verde che ha visto scendere e salire uomini e animali alla ricerca del cibo, cioè dei pascoli che, verso l’Abruzzo, si aprivano alla primavera e all’estate, diversamente da quelli della Puglia che sapevano resistere ai freddi dell’autunno e dell’inverno fino alla primavera inoltrata.
Ecco, il territorio con i suoi valori e le sue risorse, per un tempo abbandonati dalla illusione della crescita senza limiti, che i governi e la classe dirigente di questo nostro Paese continuano a propagandare non rendendosi conto del tempo che passa e continua a distruggere risorse e valori, cioè il territorio.
Il filo conduttore di un ragionamento che ha preso il via con il promotore dell’iniziativa per conto dell’amministrazione comunale, l’assessore alla cultura, Nicolangelo Licursi, che ha aperto l’incontro e ne ha spiegato le ragioni dopo aver presentato i tre relatori, per poi passare la parola al sindaco Donato D’Ambrosio, che ha sottolineato con grande forza l’impegno suo e della sua amministrazione di aver posto al centro di una programmazione dello sviluppo della sua cittadina, proprio i valori e le risorse del territorio.
Una sfida che ha trovato il consenso e il sostegno dei tre relatori, a partire da Domenico Dante Rosati, che ha sviluppato il grande tema della biodiversità (il 25 c.m. ricorre la Giornata Mondiale della Biodiversità e la Fattoria Sociale “Il Giardino dei Ciliegi” la vuole ricordare con una iniziativa a Civitanova del Sannio, il giorno 21 p.v.) ed ha parlato, con la competenza che gli viene riconosciuta, dei prodotti tipici molisani.
Il mio intervento ha riguardato la qualità con particolare riguardo all’origine, che è soprattutto il territorio, ma non solo, se tiene conto della professionalità di chi la produce e la trasforma.
Come sempre puntuale e ricco di spunti l’intervento del prof. Rossano Pazzagli dell’Università del Molise che ha parlato dei Paesaggi del Cibo, l’importanza e il valore del territorio e della sua agricoltura e i possibili turismi che si possono organizzare e promuovere utilizzando le risorse enogastronomiche, la naturale ospitalità dei molisani.
A proposito di territorio l’incontro ha messo in luce che c’è un’amministrazione comunale che ha le idee chiare, nel momento in cui crede in questo bene comune e punta su di esso, consapevole che è la sola risorsa che ha e sulla quale scommettere, per costruire il domani dei propri figli . Un esempio per gli altri comuni del Molise, in una fase in cui bisogna avere chiaro il quadro di riferimento e ben precisati gli obiettivi che si vogliono, anzi, possibili da raggiungere. Sapendo che non è facile, ma anche che non ci sono alternative al territorio. L’incontro, solo una della tante iniziative che l’amministrazione di Santa Croce ha intenzione di programmare per aprire il confronto e, così, dare spazio alla partecipazione alle scelte dei cittadini, fondamentale perché niente cada dall’alto ma tutto diventi consapevolezza, programmazione, costruzione, risultati dell’intera collettività.
Se è vero, com’è vero, che i popoli del Mediterraneo cominciarono ad uscire dalle barbarie quando impararono a conoscere la vite e l’olivo, si può ben dire – parlando di una città dell’olio – che Santa Croce di Magliano sa come uscire dalla crisi e come ridare ai suoi cittadini, i giovani soprattutto, la speranza. Si tratta di puntare sull’olivo e le altre risorse dell’agricoltura, i valori di una storia e di una cultura, l’arte, e, non ultime, le antiche e forti tradizioni.