Rotello: la truffa della ricostruzione
550mila euro col finto terremoto: 4 agricoltori e il loro ingegnere nei guai. Scattano i sequestri
da primopiano.it
07 giugno 2016
Denunciati quattro imprenditori agricoli di Santa Croce di Magliano e il loro tecnico di fiducia, che aveva fatto risultare gravemente danneggiato dal sisma del 2002 alcune abitazioni a Rotello. Il gruppo aveva ottenuto per un piano edilizio unitario oltre 550.000 euro dall’Amministrazione comunale. Denaro che ora i carabinieri hanno recuperato con un sequestro per equivalente su conti correnti, beni mobili e immobili dei quattro agricoltori e del tecnico.
Avevano fatto carte false, nel vero senso della parola, pur di ottenere fondi per la ristrutturazione post sisma per circa 550 mila euro. Adesso i Carabinieri, al termine di un’indagine della Procura di Larino, hanno sequestrato loro, su mandato del Tribunale, immobili, auto e conti correnti per la stessa cifra o giù di lì. Nei guai quattro imprenditori agricoli di Santa Croce di Magliano e un ingegnere, tutti accusati di truffa aggravata in concorso per l’ottenimento di contributi pubblici.
Gli inquirenti sono coordinati dalla Procura di Larino e guidati dal sostituto procuratore Federico Carrai. Ad eseguire le operazioni invece la Compagnia dei Carabinieri di Larino. La vicenda è collegata ai contributi pubblici per la ricostruzione post-terremoto. Stando a quanto ricostruito dalla Procura, il tecnico nel suo ruolo di direttore dei lavori e i quattro imprenditori agricoli proprietari di un immobile nel territorio di Rotello, avrebbero messo in atto «artifici e raggiri» per far credere al Comune che quegli immobili compresi nel medesimo progetto di edilizia urbano erano stati gravemente danneggiati dal terremoto del 31 ottobre 2002.
Uno stratagemma per poter avere diritto ai fondi della ricostruzione. In questo modo avevano ottenuto un finanziamento di oltre 550mila euro che secondo gli inquirenti non spettava loro. Per questo, dopo il via libera del Gip di Larino, Daniele Colucci, è scattato il sequestro “per equivalente” ai danni dei cinque indagati. Sono stati sequestrati loro immobili, mezzi e conti corrente e di deposito per un valore che sfiora il mezzo milione di euro.
da primopiano.it