• 13 Luglio 2016

La lunga marcia dell’Aquila

Scosse emotive ed educative

di Chiara Carrarini 

13 luglio 2016

Ai piccoli piedi che lasceranno grandi impronte

Manca un giorno all’inizio della quinta edizione della Lunga Marcia per l’Aquila e il sogno è quello che possa diventare sempre più GLOCAL: uno spazio entro il quale stare, fare, prendere, ma anche dare, collaborare, svolgere una funzione pedagogica.

In effetti, La Marcia per l’Aquila offre e accoglie uno spazio narrativo locale e globale perché la terra che trema scuote l’esistenza di tutti. Uno degli obiettivi diventa dunque quello di raccogliere memorie in quanto ogni cammino è … un discorso!

La necessità di continuare a narrare Memorie/Storie attraverso i nostri passi , ma anche attraverso gli incontri è qualcosa di tellurico e viscerale perché la memoria individuale e collettiva coinvolge tutti e i suoi contenuti diventano un prodotto con cui interagire.

Ecco perché quando mi hanno chiesto di descrivere che cosa fosse per me, ho parlato di Scosse Emotive,affermando ciò: “La Lunga Marcia per l’Aquila è stata ed è una scossa emotiva, tellurica viscerale … volutamente condivisa perché grazie agli intenti mi consente di attraversare e farmi attraversare da molteplici spazi e anime … E’ la geofilia che emerge, quel desiderio di terra, la passione per chi la transita dei diritti negati che si fa condividendo con gli altri e con la volontà di ricostruire, seminando capitali e paesaggi umani …” (In Luca Gianotti,La spirale della memoria. In cammino sulle tracce del terremoto della Marsica; 2015 Edizioni dei Cammini).

Inoltre ha la capacità di creare relazioni educative autentiche, vere e proprie Scosse Educative, perché nell’associazione ognuno possiede la validità di voler creare valore. Questo è il Movimento Tellurico: Capitale Umano in divenire.

Come ha scritto il nostro Presidente Enrico Sgarella:

Camminiamo

E qualcun altro si è aggiunto a noi due. Sento i passi del

gruppo che sgretolano la terra secca del sentiero. 

Immagino che se fossi una piccola formica, là sotto,

sentirei rimbombi e scricchiolii, come un terremoto.

Camminiamo

E siamo sempre più numerosi. Accorriamo ad aiutare un compagno in difficoltà, qualcuno che si è perso. Puliamo il sentiero e segnaliamo i pericoli ai viandanti che seguiranno. Difendiamo il territorio che ci è stato affidato affinché anche quelli che verranno dopo di noi, i nostri figli, i nostri nipoti, trovino ancora la stessa bellezza.

Facciamo risuonare la terra amica sotto i nostri passi.

Siamo i tellurici 

I partigiani della terra. 

Scosse Educative anche perché, nel 2014 ho svolto il laboratorio di Pedagogia dei Disastri Naturali all’Università Roma Tre, tenuto dalla professoressa Sandra Chistolini. I terremoti sono nei racconti di chi li ha vissuti ed i loro effetti sull’educazione in corso di considerazione scientifica.

Si è analizzato il terremoto in Emilia del 2012, in particolare che cosa è accaduto nelle scuole,che cosa hanno visto e memorizzato i bambini? Cosa hanno fatto le maestre? Come si è intervenuti per dare all’educazione uno spazio pieno e significativo prima durante e dopo il terremoto?

Ho incontrato una docente, Maria Maddalena Gilioli, che ha prodotto un lavoro straordinario. Ecco le sue parole:

”Noi insegnanti pensiamo che ogni bimbo porta con sé un patrimonio fatto di linguaggi ed emozioni e che questo gli consenta di ricordare la propria storia ma anche di progettare il futuro. Sempre. In ogni circostanza”.

La Gilioli, insieme alla sua collega Donata Deluca ha scritto il testo È venuto il terremoto … La terra si è arrabbiata perché qualcuno la disturba … Raccogliendo le interviste ai bambini di 3 anni durante l’anno scolastico 2012/2013 presso la Scuola dell’infanzia di Rovereto (Modena).

Inoltre, sempre la Gilioli ha preparato un CD musicale Il rap del terremoto in cui i protagonisti sono i bambini, le loro narrazioni e il loro immaginario, per finanziare la ripresa delle attività scolastiche.

Insomma da camminatrice e poi da insegnante, ho voluto dare in primis a me stessa , cercando di trasmetterlo agli altri, negli occhi delle persone che incontro, una narrazione , o meglio delle narrazioni. Ritengo così opportuno affermare LA FUNZIONE PEDAGOGICA DELLA MARCIA proprio perché la pedagogia va intesa come formazione dell’uomo nella sua interezza per tutta la sua vita. Il terremoto così come il cammino, sono esperienze attraverso le quali l’uomo apprende sempre.

Attraverso l’analisi e l’interpretazione del progetto didattico   e della Marcia … lo “strumento” che mi piace pensare adatto a questa “ricerca/narrazione”è quella degli infiniti caleidoscopi … 

Appoggiando lo sguardo ad una estremità (gli elaborati delle insegnanti, le narrazioni dei bambini …) ho riscoperto e scoperto altre estremità, cammini/percorsi che cambiano continuamente senza mai ripetersi durante e dopo la marcia…Ecco perché scosse Emotive e Educative!

Certo è, che queste Scosse sono dedicate ai piccoli piedi che lasceranno grandi impronte perché quest’anno La Lunga Marcia 2016 partirà da San Giuliano di Puglia, in Molise, in ricordo del tragico crollo della scuola elementare del paese in occasione del terremoto molisano del 2002. 

Con i nostri passi l’obiettivo è quello di congiungere idealmente la storia di San Giuliano con quella del capoluogo abruzzese, per sottolineare la necessità di avviare una campagna nazionale di messa in sicurezza antisismica degli edifici più vecchi e non edificati secondo le moderne regole di sicurezza, a cominciare appunto dalle scuole e dagli altri edifici pubblici. 

Dunque Ai miei maestri – bambini (di Chandra Livia Candiani)

“Io vi conservo il camminare

incollo ogni passo a terra resto

per voi mi sveglio

disegno la faccia

sotto l’acqua e le dita

io vi conservo le parole

come pane inzuppato

nel latte della memoria”

di Chiara Carrarini (da trekking.it)