Cardarelli: quando la stabilità è una questione politica
Cardarelli: quando la stabilità è una questione politica
di Paolo Di Lella (da ilbenecomune.i
16 settembre 2016
Continua il tormentone sulla presunta inadeguatezza dell’Ospedale Cardarelli rispetto alla norme antisismiche vigenti dopo che, nei giorni scorsi, alcune testate giornalistiche – Teleregione su tutte – hanno riportato alla ribalta il pericolo (presunto) che la struttura, costruita nei primi anni ’80, possa cedere anche in caso di una lieve scossa tellurica. L’allarme fa seguito – affatto casualmente, potrebbe pensare qualcuno un po’ malizioso – alla volontà dichiarata nel Piano sanitario da parte del Governo regionale di trasferire i reparti del Cardarelli nella struttura “moderna, razionale e rispondente alle norme vigenti” della fondazione GPII costruita nei prima anni ’90, cioè successivamente ai criteri antisismici stabiliti nell’ultima legge del 2008.
Il comitato Cardarelli ha voluto fare chiarezza su questo convocando una conferenza-stampa nel primo pomeriggio presso la sala conferenze del Comune di Campobasso.
Il prof. Italo Testa, presidente del comitato, ha ricostruito per la stampa la storia del Cardarelli soprattutto in riferimento alla questione stabilità, raccontando tra le altre cose un aneddoto significativo. Quando negli anni ’60 si doveva costruire il terzo piano dell’ex ospedale Cardarelli in via Pietrunto, si procedette alle necessarie verifiche e sulle prime si stabilì che la struttura non sarebbe stata in grado di sopportare il peso di un piano ulteriore per cui si decise di costruire un nuovo ospedale per il quale si sarebbero dovuti stanziare un centinaio di milioni. Senonché una successiva perizia ribaltò le conclusioni della prima e il terzo piano fu effettivamente costruito. Come dire, un precedente che rende plausibili i dubbi di chi oggi sostiene la strumentalità delle scelte dell’esecutivo regionale.
Comunque, tornando all’ospedale di Tappino, Italo Testa ha chiarito, con in mano i certificati forniti dalla ASREM, che il nosocomio regionale è sì non conforme alle attuali normative (a quella del 2008 e a quella del 1985) essendo nato successivamente, ma è stato costruito in perfetta conformità alle norme dell’epoca, per cui si trova nello stessa situazione della Prefettura, della Cattedrale, etc…
È pur vero, inoltre, che dando per buone le indicazioni dei tecnici che avevano sostenuto la grave precarietà della struttura, i responsabili della sicurezza della popolazione avrebbero dovuto già allora evacuare urgentemente l’ospedale, cosa che non è mai accaduta.
Altro piccolo particolare: quella nefasta previsione fu sconfessata dai fatti, cioè dal terremoto con epicentro a S. Giuliano che superò il 4° grado della scala Richter (la previsione era che crollasse al 2°).
In tutto ciò, comunque, quello che non torna è la scelta da parte del governo Frattura di investire una grossa cifra (15 mln solo per la costruzione del Pronto Soccorso, senza contare la spesa necessaria per costruire nuovi padiglioni) su un edificio, quello della Fondazione GPII, rispetto al quale non è dato sapere nulla sulla conformità ai criteri antisismici previsti dalla legislazione attuale.
Nulla è dato sapere nonostante sia stata formalizzata una richiesta in questo senso da parte dei 5 stelle ai vertici ASREM. A dire il vero, e questo rappresenta un elemento di gravità assoluta, la dott.ssa D’Innocenzo avrebbe risposto di non avere a disposizione le carte.
E però, questo non ha impedito a Frattura di scrivere nel Piano (attualmente in valutazione da parte del tavolo tecnico) che l’edificio è perfettamente a norma.
Fate un po’ voi…
di Paolo Di Lella (da ilbenecomune.i