Persone Down, la grande conquista
Li chiamavamo mongoloidi!
di Antonella Iammarino (da cilibrimagazine.it)
06 ottobre 2016
Sindrome di Down…Quanta strada è stata fatta! Non riesco a non pensare, in occasione della prossima Giornata mondiale (il 9 ottobre) al lavoro che le associazioni, l’AIPD in prima linea dal 1979, hanno portato avanti negli ultimi decenni in Italia per tutelare i diritti delle persone con quel cromosoma in più.
Una trentina di anni fa (ero a Torino) rimasi per la prima volta colpita ed attratta dalle prime rappresentazioni teatrali che sul palco portarono dei ragazzi Down. Era emozionante e…importante. Era stata aperta la prima breccia in un muro fatto di imbarazzo, di paura e in qualche caso anche di disprezzo nei confronti di questi ‘uomini diversi’. Mi fa impressione solo ripeterlo, ma era normale sentire parlare di “bambini mongoloidi”.
Quanta strada siamo stati capaci di fare! La forza del volontariato ha dimostrato con i fatti che le potenzialità di ciascuno di noi non vengono sempre subito a galla. E che se per tanti scoprire un talento significa realizzarsi, per altri, magari Down, significa sbocciare e vivere, vivere felici con la propria dignità. Così abbiamo sentito parlare sempre più spesso di conquista dell’autonomia; ho visto iniziative nascere, morire, rinascere o continuare. Tutte hanno fatto la loro parte nel percorso che ha maturato la società intera.
Oggi noi comunicatori del sociale ai seminari di aggiornamento parliamo di “linguaggio giornalistico corretto per le persone Down” per utilizzare i termini giusti, per rispettare la sensibilità di chi più di altri fa fatica a realizzarsi. Siamo in una società difficile, egoista, ma alla fine molto è cambiato. Perché i ragazzi Down non fanno solo teatro: lavorano, fanno film e reality show, studiano, spopolano nelle competizioni sportive e vivono liberi sentimenti di coppia e di amicizia. Facendo crescere chi, invece di allontanarsi, sa condividere con loro tempo e sentimenti, cogliendone una profondità ed una bellezza interiore talvolta sconvolgenti, davvero.
di Antonella Iammarino (da cilibrimagazine.it)