Continua il dibattito sull’ubicazione di Aquilonia
Furono le “Civitelle” di Agnone l’antica città Sannitica?
di Gabriele La Gamba
20 febbraio 2017
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Sono diversi gli storici ad aver asserito che nell’attuale territorio di Agnone fosse ubicata l’antica Aquilonia Sannitica, conquistata dai Romani nel 293 a.C. Il Ciarlanti e il Biondo sostengono con forza che tale città Sannitica si estendesse sulle tre rocche denominate “Civitelle”, immediatamente a ridosso dell’odierno abitato Agnonese. In effetti, a giudicare dagli evidenti terrazzamenti presenti su tali rocche, dai ritrovamenti in loco di importanti reperti archeologici come armi e monete inerenti al periodo e dalla localizzazione geografica del sito in questione si può ipotizzare (e soltanto ipotizzare) che i monti delle “Civitelle” ospitassero una città di una certa importanza.
Le suddette tre rocche svettano al centro di una vasta area (storicamente e archeologicamente ricchissima di importanti testimonianze inerenti al questo glorioso popolo Sannita, dai complessi archeologici di Pietrabbondante, Vastogirardi e Schiavi d’Abruzzo, alla Tavola Osca di Agnone, alle fortificazioni di San Lorenzo, Monte Cavallerizzo e Monte San Nicola, alla tomba di Ovio Paccio con annessa Necropoli) delimitata da Monte Caraceno a Sud, Monte Pizzuto ad Est, da Monte Sant’Onofrio, Monte San Nicola e Monte Campo a Nord, da Monte Capraro e Monte Cavallerizzo ad Ovest, ed ancora dominante le vallate dei fiumi Verrino ad Ovest e Sente ad Est. Ad avvalorare tale tesi esiste poi la presenza, in località San Lorenzo (ai piedi di una delle tre predette rocche delle “Civitelle”, forse proprio quella dove era concentrato il nucleo vitale di Aquilonia), di resti di una cinta muraria ad opera poligonale realizzata dai Sanniti nel IV Sec. a.C.; tale opera di fortificazione, benché meno intatta, in termini di lunghezza, di altre presenti nel Sannio molisano, è decisamente imponente per la sua altezza e per l’ampiezza dei massi che la compongono: che tali mura ciclopiche proteggessero un’importante città è ancora da dimostrare.
L’Alberti ed il Negro invece identificano come resti di Aquilonia alcuni ruderi di templi e strutture presenti in una località al confine tra i territori di Agnone e Capracotta, detta “Fonte del Romito”, area in cui, non a caso, fu rinvenuta l’epigrafe più importante relativa alla storia dei Sanniti, ovvero: la Tavola Osca. Di contro, la teoria del Cluverio, il quale sostiene la presenza di due Aquilonie, una sita in Irpinia, l’altra identificabile con l’attuale città di Agnone, ed ancora le ipotesi avanzate dal Garrucci e dal Verrecchia i quali localizzerebbero tale città Sannitica rispettivamente a Duronia del Sannio e a Montaquila.
Andando ad analizzare più precisamente la questione storica, appuriamo che Tito Livio, nel X libro della sua “Storia di Roma”, riferisce che i consoli romani Papirio Cursore e Carvilio, in occasione della battaglia di Aquilonia (293 a.C.), si erano accampati, con i loro eserciti, rispettivamente presso Aquilonia e presso Comino, e che Papirio, nel voler informare Carvilio della sua volontà di attaccare al più presto, aveva inviato al collega un messo, il quale per arrivare da Aquilonia a Comino (probabilmente l’odierno paese di Alvito nei pressi di Atina, al confine tra la nostra regione e il Lazio) avrebbe impiegato, a cavallo, un giorno per arrivare ed una notte per tornare coprendo la distanza di venti miglia: premettendo che tali venti miglia di distanza indicate da Livio erano sicuramente di più (se si considera che un miglio romano corrisponde circa 2 km), è tuttavia ipotizzabile che l’arco temporale suggerito dallo storico, ovvero un giorno ed una notte, impiegato dal messo per coprire una distanza simile, potesse essere effettivamente tale (è doveroso comunque constatare che tale descrizione esposta dallo storico romano sarebbe molto più riscontrabile in termini spazio-temporali qualora Aquilonia venisse identificata con il sto adiacente all’attuale abitato di Montaquila, dove esiste una cinta muraria di notevoli dimensioni).
Sempre Livio riferisce che dopo la caduta di Aquilonia, i cavalieri Sanniti fuggirono rifugiandosi nella vicina Bovianum (Pietrabbondante?), ipotesi credibile se per Aquilonia, in questo caso, si intende Agnone o tutt’al più Duronia. Custode Carlomagno, nel suo libro “Agnone, dalle origini ai nostri giorni”, sostiene che a giudicare dalla descrizione effettuata da Tito Livio del luogo dove si svolse il Giuramento dei Linteati Sanniti, in occasione della battaglia di Aquilonia, tale predetto sito era identificabile non, come vuole la tradizione basata sulla descrizione dello storico suddetto, con la piana di “Rio Verde” (a mio modesto parere invece molto plausibile), bensì con l’area denominata oggi “la Ripa” sita al termine del pianoro che ospita Agnone e quindi prospiciente alle rocche delle Civitelle.
di Gabriele La Gamba (da altosannio.it)