Il Molise ha bisogno dei molisani e non di novelli indiani
La politica molisana, in mancanza di partecipazione, è passata sempre più nelle mani di pochi uomini che sanno aspettare il proprio turno
di Pasquale Di Lena
3 febbraio 2017
Back
La politica, quella molisana in particolare, con un ruolo , in mancanza di partecipazione, di semplice rappresentanza dei partiti, è passata sempre più nelle mani di pochi uomini che hanno bene in mente la regola del ricambio, cioè dell’attesa, il saper aspettare il proprio turno.
Il vuoto dell’opposizione, che non è solo quello che si deve e si può esplicare all’interno di una istituzione, ma anche all’esterno, lo porto a conferma di questa mia idea.
A una realtà così fatta la risposta peggiore è la rassegnazione e, nel caso di una reazione, una ribellione a pioggia e fine a se stessa.
A mio parere c’è (so bene che non è facile) una sola alternativa al sistema molisano di governi e governatori concordati e funzionali al gruppo di potere che ha in mano le istituzioni ai vari livelli, ed è l’aggregazione delle tante associazioni e dei tanti movimenti che lottano per un Molise che ha assicurato il suo futuro e il futuro delle nuove generazioni.
La lotta contro l’insediamento di una stalla di 12.000 manze, che ha visto vincere il territorio contro la pochezza di idee, da una parte, e la massa di interessi, singoli e di partito, dall’altra, è un momento da non dimenticare.
Un esempio per nuove battaglie che servono per difendere il territorio molisano da altre invasioni e penso soprattutto al riciclaggio dello zuccherificio in centrale a “bio” metano, ciò che vuol dire la fine della nostra agricoltura, quella contadina in particolare.
Penso anche agli inceneritori, ad altre centrali di produzione di energia, cioè a opere che danno enormi profitti a scapito dell’ambiente e dell’occupazione; alla sanità pubblica stracciata per favorire i privati; alle frane e alle condizioni delle nostre strade; all’abbandono dei borghi e dei centri storici; alla scarsa attenzione per la salvaguardia, tutela e utilizzo del nostro patrimonio culturale, in particolare quello archeologico.
Penso a questo e ad altro ancora, e, mi viene in mente la pietra preziosa degli indiani d’America, scambiata con culi di bottiglie e la promessa di non essere scacciati dal proprio territorio!
Il Molise non ha bisogno di novelli indiani, ma dei molisani, quelli che non sono abituati a fare calcoli di ogni tipo, ma a mettere, insieme con altri, a disposizione della sua esistenza e del suo futuro, l’anima, il cuore.
di Pasquale Di Lena