• 18 Ottobre 2016

Poste, ferrovie, acqua, ospedali e servizi pubblici

Non tutto è privatizzabile, difendiamo i beni pubblici!

di Michele Petraroia

27 febbraio 2017

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La riarticolazione delle forze politiche italiane dovrà affrontare dalla prossima settimana il secondo blocco della privatizzazione delle POSTE, scegliendo se immettere sul mercato azionario un’ulteriore quota della società che spingerà POSTE ITALIANE sulla stessa strada della TELECOM e di altri grandi gruppi imprenditoriali pubblici nazionali, svuotati, smantellati e regalati agli stranieri, o se si stoppa questa scelta scellerata a tutela degli utenti, delle aree meno popolate e dei lavoratori postali.

Il Ministero del Tesoro si era già impegnato con l’Unione Europea ad accelerare una serie di privatizzazioni per fare cassa, così che nel mentre l’Italia a stento riduce in modo infinitesimale la spesa per gli interessi sul debito pubblico, le multinazionali si impadroniscono di tutto ciò che ha valore massimizzando i propri profitti e tagliando i rami secchi delle attività meno remunerative.

Le FERROVIE sono il prossimo appuntamento con la privatizzazione dei collegamenti per l’Alta Velocità, in modo tale che chi si aggiudica quel servizio incassa introiti favolosi, nel mentre il servizio pubblico dovra’ garantire le tratte ferroviarie in perdita. La regola non scritta di chi macina profitti a spese dei cittadini, è quella di paventare una maggiore efficienza gestionale con risparmi per la pubblica amministrazione e miglioramento dei servizi erogati alla popolazione.

Si tratterebbe di andare a verificare quando hanno investito le società private che hanno avuto in concessione tratti di autostrade per capire se ci sono stati interventi di manutenzione, messa in sicurezza e consolidamento di ponti e gallerie, o se più banalmente si incassano i pedaggi e si verniciano le staccionate.

Quanti operatori privati sono entrati nella gestione delle mense di scuole e ospedali, nelle pulizie di uffici pubblici, nel trasporto pubblico su gomma, nella manutenzione delle linee elettriche, nella riscossione delle bollette comunali o regionali, e in un’ampia sfera di prestazioni precedentemente esercitate in modo diretto dalla Pubblica Amministrazione?

E’ sufficiente un controllo gestionale grossolano per capire che lo Stato oggi spende molto di più per garantire gli stessi servizi, che la qualità per l’utenza è scesa e che spesso vengono negati i diritti elementari ai lavoratori di quei settori. tra mancato rispetto dei contratti collettivi, omessi versamenti dei contributi, sub-appalti senza regole e utilizzo improprio di voucher.

Salvo l’eccezione della città di Napoli e pochi altri esempi, in Italia la gestione del servizio idrico è stata privatizzata, ma i cittadini si sono ritrovati con rincari delle bollette stratosferici, e senza un miglioramento del servizio né investimenti di modernizzazione ed adeguamento delle reti di adduzione.

Un ospedale pubblico, come sosteneva l’altra sera a Campobasso la Segretaria Nazionale CGIL, Rossana Dettori, che ti prende in carico non ha l’obbligo di pensare al budget ma alla tua salute, in quella privata non può essere così.

Su questi temi di merito sarà chiamata la sinistra, nelle sue molteplici articolazioni per partiti, movimenti e sindacati, a prendere posizione per decidere da che parte stare. Il mercato o l’uomo. Il profitto o i diritti. La differenza tra destra e sinistra è antica, e non si supera con un Tweet.

di Michele Petraroia

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