Quali indagini conoscitive?
L’iniziativa della giunta regionale, per quanto tardiva, dovrà essere l’inizio di un percorso che verta su tutte le politiche messe in atto
di Umberto Berardo
2 febbraio 2017
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Leggiamo su diversi organi d’informazione locali che il presidente della giunta regionale Frattura avrebbe avviato con l’Asrem un’indagine conoscitiva sulla rispondenza tra l’offerta sanitaria e le esigenze della popolazione.
È inutile dire che, a livello di principio, un simile tipo di ricerca non solo va condotta, ma estesa a tutti gli altri servizi quali quello culturale, scolastico, della viabilità, dei trasporti, dell’edilizia abitativa, delle reti di comunicazione, della difesa dell’ambiente e soprattutto delle politiche relative al lavoro.
Non si capisce pertanto come mai il presidente della giunta non lo abbia fatto a metà mandato e ritenga, dopo ben quattro anni, di confrontarsi con gli abitanti unicamente sui servizi sanitari; ci auguriamo al contrario che l’iniziativa, per quanto tardiva, sia solo l’inizio di un percorso che verta su tutte le politiche messe in atto dal governo regionale.
Per questo occorrono ovviamente organi di coordinamento e di confronto costituiti da rappresentanti di tutti i portatori di diritti pubblici.
Quanto all’indagine sui servizi sanitari auspichiamo che essa abbia tutti gli elementi di carattere scientifico nell’amministrazione dei questionari e la necessaria trasparenza nell’elaborazione dei dati e nella loro comunicazione.
Sul questionario si afferma che sin tratta di “domande che poniamo direttamente ai cittadini molisani: la loro risposta è fondamentale per proseguire.”
Contestualmente si dichiara che la distribuzione del test sarà fatta non a tutti i cittadini, ma solo a quelli coinvolti in periodi di degenza e poi dimessi.
É vero che una persona ricoverata è a diretto contatto con i servizi ospedalieri, ma c’è da chiedersi se tale campione sia realmente rappresentativo di tutta la popolazione o solo di una parte di essa, come noi invece crediamo.
Tra l’altro l’indagine conoscitiva, sempre anonima, non dovrebbe essere condotta su due versanti e cioè quello del personale delle strutture sanitarie e dell’utenza?
Perché ancora soggetti che per diverse motivazioni si avvalgono di strutture esterne alla regione e rifiutano i suoi servizi interni non dovrebbero avere il diritto di esprimere opinioni e proposte?
La ricerca ideata da Frattura proseguirebbe sui servizi sanitari territoriali nei quali per la verità poco o nulla si è mosso fin qui.
Solo per la gestione dei dati e la loro elaborazione si fa riferimento ad un gruppo di lavoro coordinato dalla Direzione generale dell’Asrem.
In realtà noi pensiamo che tale gruppo di lavoro dovrebbe essere propedeutico alla ricerca stessa, costituito in maniera paritetica da membri del consiglio regionale, dell’Asrem, del personale sanitario, dei comitati di cittadini, dei sindacati e presieduto da un esperto in indagini sociologiche.
Studiare preventivamente in maniera adeguata gli strumenti dell’indagine, il campione cui indirizzarli, una lettura dei dati, la loro elaborazione ed i sistemi di comunicazione degli stessi significa a nostro avviso evitare che il lavoro di conoscenza scada in qualcosa di molto empirico che certamente ha il grave rischio di dare un’immagine distorta dell’opinione che l’intera cittadinanza ha dei servizi sanitari attualmente funzionanti nella regione Molise.
Non è che fuori da una tale logica operativa si avrebbe non un’indagine scientifica utile al lavoro di programmazione politica dei servizi, ma solo una vetrina d’immagine magari utile ad avallare decisioni già prese?
Noi ci auguriamo che si persegua un cammino rigoroso, trasparente, democratico e sinceramente utile al miglioramento della qualità della vita in una regione dove le criticità da superare sono davvero tante e stanno creando difficoltà talora davvero insormontabili.
di Umberto Berardo