Altre calamità
Cosa (non) ha fatto la politica in 15 anni dal terremoto
di Domenico D’Adamo (da lafonte.tv)
06 novembre 2017
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La ricostruzione bloccata al 60%, il debito sanitario accumulato e le elezioni ribaltate per due volte con ricorso. Ecco cos’hanno fatto i politici molisani dopo il sisma del 2002.
San Giuliano, 15 anni dopo il terremoto arriva la “svolta”
Quindici sono gli anni che ci separano dal terremoto di San Giuliano di Puglia e quasi altrettanti dal giorno in cui decidemmo di dare voce a chi la perse in quei momenti terribili. Abbiamo raccontato, con dovizia di particolari, di come è stata affrontata la ricostruzione, dell’assenza di una vera programmazione, dei ritardi, a volte dovuti alla incompetenza, a volte funzionali alla mancanza di risorse, degli sprechi perpetrati per motivi elettorali, della mancanza di controlli e dell’infinita durata dello stato di emergenza. Fra qualche giorno assisteremo come ogni anno alla sagra delle ipocrisie altrimenti detta “giornata della memoria” nella quale politici vecchi e nuovi, dopo essersi battuto il petto, pronunceranno il fatidico giuramento “nessuno sarà lasciato da solo”, consapevoli che la ricostruzione non ha superato il 60% e che molte scuole sono ancora insicure. Se, tuttavia, negli anni precedenti si è fatto poco e male, questo in corso è stato l’anno della svolta. Il governatore Frattura, per non lasciare da soli i terremotati che attendono da anni di rientrare in casa, ha pensato bene di impugnare, davanti al Consiglio di Stato, le tante sentenze a favore dei malcapitati ai quali i giudici molisani hanno riconosciuto il diritto al contributo statale. Nelle memorie difensive Frattura non contesta il diritto dei ricorrenti ma il fatto che lo hanno esercitato tardivamente: ecco come si passa dall’arroganza alla tracotanza.
Il disfacimento del centro- sinistra molisano
Nei mesi precedenti ci siamo presi l’impegno di fornire ai nostri lettori notizie utili per una ricostruzione “storica” del contesto in cui si sono verificate le cose di cui parliamo interrottamente da tanti anni; continuiamo a farlo ripartendo dal trionfo di Di Pietro e la conseguente sconfitta dei Democratici di Sinistra. Che batoste compagni!!! Se le elezioni politiche del 2008 cancellano i DS molisani dal parlamento italiano, quelle regionali del 2011 non sono meno catastrofiche delle prime che, oltre a riconfermare Iorio alla guida della regione, che tanto basta, provocano una consistente riduzione della rappresentanza PD in consiglio regionale e più in generale un ridimensionamento del centrosinistra.
Sinistra “Alternativa”
Alternativa@, movimento pensato da Ruta per ritornare in auge, oltre che per raccattare i voti dagli scontenti molisani, si rivela un vero flop per lui che ne perde il controllo appena dopo l’esito elettorale e per i suoi strettissimi amici del venafrano che non riescono ad entrare in consiglio regionale. Risultati così pesanti imporrebbero, a un partito cerebrato, una riflessione sulle cause della sconfitta, oltre a un profondo rinnovamento della classe dirigente sempre più distante dai bisogni che non comprende, né rappresenta. Non funziona così nel partito di Leva dove, invece di pretendere le immediate dimissioni del segretario, si festeggia il ritorno di Roberto Ruta, al quale viene offerta la presidenza del partito, della serie: dove ce n’è uno ce ne possono stare di norma anche due. A guardarli, è meglio che andare al cinema, sembrano cartoni animati: sono finiti sotto un tram, si rialzano, si stiracchiano, sorridono e vanno oltre come se nulla fosse accaduto.
Elezioni annullate per due volte in pochi anni: è record
I due, Ruta e Leva, sanno che le elezioni, qui in Molise, si possono annullare anche quando in realtà c’è un vincitore. Una pratica, in sostanza antidemocratica, consente ai perdenti di impugnare il risultato elettorale per motivi che nulla hanno a che vedere col consenso ottenuto dal candidato risultato vincitore. La instaurò Iorio quando a vincere le elezioni fu Di Stasi nel 2000. Il senatore Ruta che all’epoca era vicepresidente della giunta, più volte si espresse contro questa pratica e siccome solo i cretini non cambiano mai idea, nel 2011, insieme a Frattura e a Leva decide di ricorrere al giudice per chiedere l’annullamento delle elezioni. Esattamente come aveva fatto Iorio anni prima.
Iorio, tra debito sanitario e ricostruzione bloccata
Intanto, in attesa dell’esito del ricorso, giusto per non perdere il vizio, il PD rimedia un’altra sonora batosta alle elezioni provinciali di Campobasso. Questa volta ad asfaltarli ci pensa De Matteis. Pippo e Pluto questa volta non sono da soli, si affaccia alla ribalta un personaggio femminile, Micaela di nome. Il rullo compressore li schiaccia ma i tre si rialzano e continuano il loro cammino. Intanto Iorio continua ad alimentare il debito sanitario che considera un problema nazionale e non regionale, in buona sostanza sostiene che i soldi che gli dà Roma sono pochi e che lui non ha nulla da rimproverarsi in ordine al debito; ingabbiato dal patto di stabilità e sterilizzato dalla fine dello stato di criticità decretato da Monti, non riesce a spendere un solo centesimo degli euro stanziati per il terremoto con la delibera CIPE sbandierata in campagna elettorale che, tra l’altro, gli impone vincoli burocratici, i cosiddetti accordi di programma quadro, ai quali è notoriamente allergico: lui i soldi del terremoto li ha sempre spesi senza controllo alcuno; a questo va aggiunto che i lavori per la realizzazione dell’autostrada, fiore all’occhiello della narrazione ioriana, tardano a partire.
Come andrà a finire? Nel prossimo numero..
La ciliegina sulla torta è rappresentata dall’accoglimento del ricorso elettorale proposto da Frattura che rimette tutti ai nastri di partenza. Il centrodestra è frastornato, la confusione regna totale, tutti sono contro tutti: cosa suggerisce questa situazione ai simpatici personaggi di Walt Disney? Ne parleremo nel prossimo numero
di Domenico D’Adamo (da lafonte.tv)