• 26 Aprile 2017

Area di crisi industriale

Un parere sulla stipula dell’Accordo di Programma sull’area di crisi industriale complessa Bojano – Isernia – Venafro

di Michele Petraroia (consigliere regionale)

4 maggio 2017

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La Regione Molise è stata fortemente penalizzata dall’attribuzione dei fondi strutturali europei 2014 – 2020 per un taglio di 140 milioni di euro non compensato dai fondi per lo sviluppo e coesione FSC 2014 – 2020 tagliati di ulteriori 2 milioni rispetto al periodo 2007 – 2013. Se si pensa che il Molise per il precedente periodo di programmazione comunitaria era inserito tra i territori del Centro – Nord nell’Obiettivo Competitività a fronte dell’attuale inserimento nelle aree in transizione, ci si attendeva un maggior appostamento di risorse europee e di fondi FSC, o almeno un pari importo rispetto al 2007 – 2013, e non una decurtazione tanto consistente quanto ingiustificata. In sede di adozione dell’Intesa Istituzionale Stato – Regioni per tutta la programmazione nazionale e regionale dei fondi europei 2014 – 2020, il Governo mise a verbale nella seduta del 16 aprile 2014 l’impegno a restituire le risorse tagliate immotivatamente al Molise all’interno di uno o più Accordi di Programma su singole tematiche. 

Se si parte da questa specifica situazione della Regione Molise non si può che sostenere un appostamento straordinario nazionale all’interno dell’Accordo di Programma sull’area di crisi industriale complessa Bojano – Isernia – Venafro teso a compensare almeno parzialmente la perdita di 142 milioni di euro prevedendo uno stanziamento aggiuntivo rispetto a quello disposto per gli altri Accordi di Programma su aree di crisi industriali complesse. In particolare è indispensabile che la Regione Molise concluda il procedimento amministrativo per la profilazione nominativa dei lavoratori della GAM, dell’ITTIERRE e del settore metalmeccanico, al fine di sollecitare il Ministero del Lavoro a sperimentare misure di politiche attive e di presa in carico, ricollocazione occupazionale, auto impiego e/o incentivo all’esodo disponendo di fondi adeguati. 

Se l’Accordo di Programma in via di sottoscrizione, come anticipato dall’Assessore alle Attività Produttive in audizione il 26.04.2017 e rispondendo all’interpellanza in Aula nella seduta odierna del Consiglio Regionale, non contemplerà nemmeno in parte le risorse decurtate al Molise con il POR 2014 – 2020 e col FSC 2014 – 2020, ci troveremo di fronte ad un bando INVITALIA con una modestissima dotazione finanziaria nazionale del tutto inadeguata per rilanciare il territorio Bojano – Isernia – Venafro colpito dalla drammatica crisi delle filiere produttive del tessile, dell’avicolo e del metalmeccanico. Quando in una Provincia come quella di Isernia di 80 mila abitanti saltano 2 mila posti di lavoro, non ci si può limitare ad un intervento di modesta entità ad esclusivo sostegno di qualche investimento senza farsi carico dei percorsi di vita e di lavoro, delle speranze e delle prospettive di migliaia di famiglie rimaste senza occupazione, senza sostegno al reddito e senza futuro. E’ in gioco la desertificazione sociale, l’abbandono del territorio, la fuga dal Molise anche degli adulti oltre che dei giovani laureati. 

Per tentare di fermare questo crollo dell’economia locale occorre chiamare alle proprie responsabilità il Ministero del Lavoro che non può disertare il tavolo di coordinamento sull’Accordo di Programma sulla nostra area di crisi delegandola all’ANPAL, far prendere impegni al Ministero dei Lavori Pubblici sull’elettrificazione della ferrovia Campobasso – Roma nei tratti ancora non coperti e prevedendo il collegamento Bojano – Benevento per allacciarsi alla linea ad alta velocità Napoli – Bari in via di realizzazione. Se il Governo interviene prendendo in carico con misure di politiche attive del lavoro i dipendenti della GAM, dell’ITTIERRE e dell’indotto metalmeccanico, e se si impegna ad appostare fondi per completare strategicamente l’elettrificazione della tratta ferroviaria Campobasso – Roma con diramazione per Benevento, oltre a finanziare in modo più significativo gli investimenti produttivi nell’area di crisi industriale complessa di Bojano – Isernia – Venafro si potrà sperare di avviare una possibile inversione di tendenza. In caso contrario si rischia di vanificare una mobilitazione che negli ultimi tre anni ha visto intervenire a sostegno del rilancio del nostro territorio le Segreterie Nazionali di CGIL – CISL –UIL con la manifestazione del 29 giugno 2014, Papa Francesco nell’intervento presso l’Università del Molise del 5 luglio 2014, 110 firmatari del Patto “Il Molise che non si arrende” del 7 agosto 2014 oltre ad una miriade di iniziative istituzionali, politiche e sindacali assunte ai vari livelli. Bisogna agire con tempestività ed efficacia sul Governo perché l’Accordo di Programma sull’area di crisi industriale complessa del Molise Interno sia un intervento serio, concreto ed efficace di rilancio produttivo del territorio.

di Michele Petraroia (consigliere regionale)

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