20 novembre: giornata mondiale dei bambini
Un’epoca in cui i diritti sono sempre più negati
di moliseweb.it
20 novembre 2017
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Oggi, 20 novembre, è la giornata internazionale del bambino. Oggi è quindi uno di quei giorni in cui fare bilanci. Questo dovrebbe essere il vero senso delle “giornate mondiali”. Cosa serve celebrare una giornata con eventi fini a se stessi se non si pone l’accento sui dati e su ciò che è la realtà?
Nel 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottava la convenzione sui diritti dell’infanzia e adolescenza. In questi, quasi, 30 anni quali sono i progressi fatti in Italia e nel mondo? I dati restituiscono una fotografia con troppe ombre. Questi i dati che non possono essere nascosti, tutti dovrebbero conoscere e agire di conseguenza, senza responsabilizzare nessuno se non se stessi. Oggi l’infanzia viene negata a 1 bambino su 4; 700 milioni di bambini nel mondo non vivono la loro condizione di bambini; 1 su 6 non va a scuola e 168 milioni di bambini sono vittime, ancora, di lavoro minorile. Ogni minuto 2 bambini muoiono a causa della polmonite; 6 milioni, ogni anno, perdono la vita prima che abbiamo raggiunto i 5 anni di età a causa di diarrea o malaria, tutte malattie curabili.
Per assurdo si potrebbe affermare che negli anni ’90 queste cifre erano il doppio, quindi dovrebbe consolarci il miglioramento avvenuto negli anni, ma non è abbastanza. Le crisi internazionali aggravano il quadro: bambini e ragazzi sono sempre le vittime più esposte e spesso sono i primi a perdere la famiglia, la casa tranne la vita. Numeri esorbitanti di bambini così nel mondo.
Tra il 2011 e la fine del 2016, in Italia, sono sbarcati sulle nostre coste 62 mila minori non accompagnati, un numero in aumento negli ultimi 5 anni. Ad aggiungersi a questi bambini anche quelli italiani. Nella penisola sono 1.292.000 bambini, uno su otto, che vivono in povertà assoluta. Il 14% in più rispetto all’anno scorso, un’incidenza quintuplicata rispetto al 2007, anno in cui è iniziata la crisi economica mondiale e dalla quale pare non si riesca ad uscire del tutto. La Convenzione ONU afferma che i bambini hanno diritto alla vita, sopravvivenza e allo sviluppo.
Allora, dovremmo chiederci, in tutti i campi della società civile: si sta facendo abbastanza? Perché continuare a disquisire di come tagliare gli stipendi ai politici, continuare nella corsa al consumismo più sfrenato, non insegnare ai propri figli privilegiati che ci sono realtà non troppo lontane da noi che vivono nel dramma e nella mancanza di sognare il futuro? Cosa c’è da celebrare oggi, 20 novembre, quando la strada è tutta in salita?
di moliseweb.it