• 29 Gennaio 2018

Edizione 2018 – PROGETTO

 

IL PROGETTO

Nella convinzione che la vera ricchezza del Molise è costituita dal patrimonio storico, culturale, ambientale ed enogastronomico dei suoi borghi e del territorio delle aree interne, attraverso l’esperienza maturata nei 23 anni di “cammina, Molise!”, l’Associazione Culturale La Terra ha elaborato il progetto “Molise, Terra di Cammini” che in questo documento si vuole sinteticamente illustrare. 

A) Le condizioni generali, riferite direttamente agli enti locali ed al tessuto sociale, urbano e territoriale ad essi connesso.

La condizione politica. 

Siamo convinti che la politica deve essere partecipazione. Il presupposto imprescindibile sarà comunque la caratterizzazione della figura di chi sarà delegato ad amministrare la cosa pubblica: dedizione vocata all’interesse pubblico, sganciamento da ogni forma di clientilismo, collaborazione con le energie vive della comunità, difesa della memoria storica del luogo e del popolo che si amministra. 

La condizione sociale ed economica. 

E’ importante che i giovani prendano coscienza dell’enorme fardello che pesa sulle loro spalle: non fuggire e nemmeno farsi ingoiare dalla melma dello “stagno”, ma rimboccarsi le maniche ed affondare le mani nella propria terra per carpirne i frutti migliori. Nonostante tutto il Molise è rimasto pur sempre la terra della miriade di piccoli paesi abbarbicati su montagne o dorsali dominanti vallate bellissime, la terra dei tratturi, la terra di distese boschive ancora rilevanti, la terra di un territorio aspro e difficile, ma bellissimo, ancora per fortuna in buona parte intatto, più adatto al pascolo che all’agricoltura. La condizione per ricreare socialità ed economia può rimanere quindi quella, essenziale ancora una volta, di sfruttare le risorse della propria terra.

La condizione culturale. 

Le nuove generazioni debbono mirare con orgoglio a riappropriarsi della cultura, quella contadina, che fu dei loro padri e per secoli ha formato intere generazioni. La scuola deve trasformarsi nella palestra necessaria alla formazione del nuovo individuo, che sappia parlare e leggere il dialetto, che sappia capire e trasformare gli insegnamenti dei loro padri contadini e artigiani, che sappia riconoscere e rispettare il proprio territorio, le persone, la fauna, la flora e le pietre che lo costituiscono. Bisogna incentivare ogni iniziativa culturale,  che sviluppi in ogni realtà locale un processo di riscoperta delle potenzialità perdute e di valorizzazione e tutela dell’esistente. 

La condizione urbano-ambientale. 

Il consolidamento strutturale e la conservazione storica e culturale del patrimonio edilizio dei nostri piccoli centri devono essere mirati a ricreare l’habitat originario, a far rivivere la piazza. Occorrono spinte energiche per ricreare botteghe artigianali e attività di piccolo commercio; servono spazi e situazioni, dove è possibile produrre cultura, dove è possibile la socializzazione e il divertimento. Il paese non dovrà essere solo il “monumento” recuperato, ma dovrà tornare ad essere il luogo dove si risiede e si produce. Il territorio deve essere tenuto sotto uno stretto controllo idro-geologico, magari evitando di lasciarsi affascinare dalle “grandi opere” ed infittendo colture mirate  che rendano di nuovo produttivi i campi abbandonati o rimettendo in uso antichi sentieri. L’ambiente, nella sua interezza, paesaggistica e storico-culturale, deve essere tutelato e valorizzato. 

B) Costruzione del “Flusso Turistico Mitigato” basato sul cammino.

“Turismo mitigato”, come lo intendiamo noi, vuol dire turismo adattato alle attuali e reali esigenze delle nostre terre. Non ci interessano i grossi numeri e le grosse concentrazioni per dar vita ad un “cammina, Molise! tutto l’anno”. Ci interessano le dovute proporzioni per  rianimare l’auspicato riequilibio economico-culturale della nostra campagna rispetto alla città.
Il turismo mitigato che auspichiamo noi si basa sulla cosa più semplice e naturale che l’individuo possa fare: camminare. Siamo convinti che il cammino, nella sua semplicità, possa portare linfa nel territorio delle aree interne.
Perché venire a camminare in Molise? ci sono altre realtà regionali (Trentino, Toscana, Umbria, Basilicata, etc), ognuna con la propria pecularietà, che offrono da tempo risposte certe al turista che vuol camminare. Per questa ragione il Molise deve proporsi con una peculiarità alternativa a quelle già esistenti.

In 23 lunghi anni “cammina, Molise!” ha dimostrato sul campo di aver trovato la “peculiarità alternativa” da poter proporre al turista camminatore.
In cosa consiste questa peculiarità? Il camminatore interagisce con tutto quello che gli accade intorno in un susseguirsi di avvenimenti da cui viene totalmente preso. Cammina, balla, canta, suona, parla con chi gli si trova a fianco, familiarizza, ascolta ed impara, vede ed ammira, fatica ed infine viene accolto dalla gente del posto ed ha il piacere di gustare il senso genuino dell’ospitalità.
La peculiarità quindi è la semplicità, la convivialità e la genuinità delle cose e degli umori che si offrono e si trasmettono al camminatore per renderlo partecipe e nel contempo protagonista di un evento che, pur essendo una semplice camminata, costituirà un arricchimento interiore che soddisfa le esigenze conoscitive ed il piacere delle emotività.

L’indotto che detto flusso potenzialmente potrà attivare in armonia con la salvaguardia dell’ambiente riguarderà i seguenti settori produttivi:

a) Ricettività e Ristorazione;
b) Agroalimentare;
c) Artigianato legato al recupero della pietra, del legno e della pietra in campo edile ed artigianato legato alla produzioni tipiche territoriali ed al ripristino di manifatture dismesse, etc.;
d) Tutela del territorio;
e) Cultura legata al territorio: produzioni e ricerca per musica, canto, ballo, cinema/tv e teatro; valorizzazione dei siti archeologici, religiosi e paesaggistici; potenziamento di organizzazioni e associazioni culturali ed ambientaliste, etc.

Nella fattispecie, sempre nella prospettiva di un piano di sviluppo delle aree interne, le istituzioni regionali, in sinergia con le associazioni legate al territorio, devono avere come priorità il compito di favorire il flusso turistico, che noi auspichiamo basato sul cammino, mediante un attento piano di legislazione consapevole e competente per:

a) Gestire la sentieristica;
b) Tutelare i tratturi e tutte le vie storiche legate alla pratica del pellegrinaggio;
c) Obbligare i comuni ad integrare i piani di fabbricazione con Piani Regolatori di Tutela dei centri storici;
d) Individuare zone a destinazione per parchi eolici e parchi fotovoltaici, lontano dalle zone vocate al turismo mitigato, onde preservare il paesaggio;
e) Favorire ogni forma di investimento e finanziamento per far nascere ed irrobustire attività legate alla gestione del flusso turistico.

C) Gestione del “Flusso Turistico Mitigato” 

Le linee guida organizzative per mettere in moto il  flusso turistico, mitigato ed adeguato al territorio come abbiamo detto, per periodi stabiliti all’interno dell’intero arco dell’anno, possono essere le seguenti:

1. Nucleo centrale di reperimento e smistamento

E’ necessario far nascere un  Nucleo centrale di reperimento e smistamento, con forma giuridica e tecnico-amministrativa da vagliare, che dovrà avere le seguenti principali funzioni:

a) Trovare prima di tutto sul territorio, e poi su scala nazionale ed anche internazionale, contatti e collaborazioni con singoli, associazioni, società in grado di condividere il progetto;
b) Mettersi in rete con lo scopo principale di pubblicizzare il progetto e risolvere le questioni logistiche legate al reperimento ed allo smistamento dei camminatori;
c) Gestire a monte il reperimento dei camminatori, per poi organizzare lo smistamento capillare sul territorio ai nuclei di riferimento.   

2. Nucleo dinamico di riferimento territoriale

Il nucleo referente, che come il nucleo centrale avrà forma giuridica e tecnico-amministrativa da stabilire, possederà le seguenti caratteristiche:

a) Raggio di intervento: i borghi ed il loro territorio facenti parte di una zona omogena per motivi orografici, sociali e culturali (indicativamente si può far riferimento alle estinte Comunità Montane);
b) Collaborazioni con le istituzioni locali e le associazioni di base, ma anche con le presenze qualificate dell’imprenditoria legata alla ricezione e con il mondo scolastico;
c) La Cattedra itinerante: conoscenza profonda del proprio territorio, sotto il profilo storico-culturale ma anche orografico; collaborazione con guide ed associazioni qualificate;
d) Il Percorso: Capacità di individuare, mettere in sicurezza e manutenere i sentieri; attitudine a condurre i camminatori in gruppo, anche con strumentazioni appropriate;
e) L’Accoglienza: Capacità di intrattenere ed animare con l’arte della musica, del ballo e del canto, preferibilmente legata alla tradizione popolare locale; Collaborazioni con artisti e gruppi folclorici locali; Conoscenza della gastronomia tipica e delle tradizioni culinarie e capacità di organizzare le accoglienze unitamente agli operatori locali del settore ed alle associazioni turistiche di base;
f) Impegno ad operare in sinergia con gli altri nuclei referenti sparsi sul territorio.

D) Le Potenzialità all’estero che possono alimentare il Flusso 

La bellissima esperienza delle tre Edizioni di “cammina, Molise! in Argentina”, a  Mar del Plata nel 2015, a Rosario nel 2016, a Cordoba nel 2017 e a La Plata nel 2018, hanno segnato un altro importante passo avanti per la legittimazione del Progetto. Le Associazioni dei Molisani che hanno organizzato l’evento insieme all’A.C. La Terra, gli Enti e le Agenzie turistiche contattate, tutti sono convinti che in terra argentina esiste una potenziale carica turistica pronta ad esplodere per raggiungere le terre molisane. La semplicità e la peculiarità con cui il “cammina, Molise!” si è presentato agli Argentini,  ha risvegliato e rafforzato il desiderio di tornare nei propri paesi d’origine a tanti emigranti, ormai avanti negli anni, ed ha colpito l’immaginario di tanti loro discendenti, giovani e meno giovani, vogliosi di venire a conoscere le terre dei loro avi, così diverse dalle terre argentine. Questo potenziale, così evidente in Argentina, è ancora consistente anche in altre parti del mondo dove è stata forte l’emigrazione di nostri corregionali, come gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, e così via.


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