• 7 Febbraio 2018

La voce del territorio

Come lo scorso anno un’intensa riflessione sui possibili turismi che questa nostra terra ha le possibilità di esprimere

di primonumero.it

07 febbraio 2018

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A Larino ne parlano tutti, sebbene non ci sia niente di ufficiale e ancora nessun atto scritto nero su bianco. Ma non è più un mistero che alcuni genitori di alunni della quinta elementare nella scuola cittadina stiano raccogliendo adesioni per chiedere alla dirigente di Istituto di attivare una classe “speciale”. Speciale come? Nel senso di alunni con una media scolastica alta, senza problemi di apprendimento e senza guai di condotta. Insomma, una classe di “bravi” che non preveda distrazioni e “rallentamenti”. E quindi niente disabili e nemmeno figli di immigrati. Una pretesa sconcertante, alla quale si sta lavorando in segreto – ma non troppo – sul filo del telefono dei gruppi Whatsapp.

Teoricamente è una pretesa possibile alla luce della circolare dell’11 dicembre scorso del ministero dell’Istruzione in cui si spiega ai presidi che, nella stesura del nuovo Piano triennale dell’offerta formativa, potranno spezzare il concetto di classe tradizionale organizzando il lavoro per «gruppi di livello». La circolare, pur insistendo sul concetto che «chi è più avanti deve aiutare chi è rimasto indietro», introduce esplicitamente, e per la prima volta, la possibilità di lavorare su gruppi di diverso livello.

A questo si sarebbero appigliati quei genitori – mamme, soprattutto – che stanno raccogliendo “sottoscrizioni” per la loro idea, da presentare poi alla preside. Niente di ufficiale, appunto, ma le voci insistenti che circolano sono già un caso. E le conferme arrivano. Alcune mamme ammettono: «Sì, sono stata avvicinata dalla signora X per aderire all’idea della settimana corta e di una classe per ragazzi senza problemi».

Due infatti le richieste alle quali si sta lavorando. La prima è ottenere la possibilità di frequentare la prima media “Magliano” dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 14. Strada già tentata qualche anno fa a Larino, ma mai percorsa perché, raccontano dalla scuola, «ci si è imbattuti in problemi di organizzazione, a cominciare dagli scuolabus. E poi non erano d’accordo tutti i genitori». L’altra istanza riguarda invece una prima media di studenti “senza problemi” e senza figli di immigrati.

Argomento, questo, che rischia di diventare un caso vero e proprio, tanto più che è stato trattato sul mensile La Fonte del mese di febbraio 2018 con un intervento firmato da Tina de Michele, nel quale l’autrice, senza citare Larino (“ridente cittadina x”), conferma che un gruppo di genitori ha avuto la brillante idea di scomodare mari e monti per aprire una sezione speciale della scuola. “L’idea di ritenere disabili e immigrati quali zavorra in ambito scolastico è purtroppo – scrive Tina De Michele – un pensiero molto più diffuso di quanto si creda. È opinione molto diffusa che il diverso elo straniero in classe richiedano attenzioni diverse che possono non conciliarsi con il percorso di studio collettivo. Eppure la scuola non è altro che uno specchio della società civile, composta da tante anime e persone con diverse condizioni fisiche e sociali.

Sottrarre i ragazzi a questo universo composto significa sottrarli alla conoscenza del mondo nella sua interezza”.

Riflessione ineccepibile, che però non sembra trovare molto d’accordo, in modo particolare,quelle madri che stanno insistendo con tenacia per garantire ai loro pargoli la settimana corta dal lunedì al venerdì e una classe d’élite, dove gli iscritti siano accomunati da voti alti e una condotta irreprensibile, tenuti a debita distanza da perdite di tempo rappresentate da compagni di classe non alla loro altezza. «Sono stata contattata da una madre che mi ha chiesto di aderire a questo progetto. Mio figlio va bene a scuola e non ha mai avuto problemi, ma io non sono affatto d’accordo con questa idea» racconta una signora che vive a Larino e che chiede di tenere riservata la propria identità.

Le voci sono arrivate alle orecchie della stessa preside, Angela Maria Tosto, che, raggiunta al telefono e interpellata in merito, nega che sia già pervenuta sulla sua scrivania qualsiasi richiesta, anche se non smentisce di averne sentito parlare. Mette a tacere le “speranze” di quanti ritengono di poterla convincere. «I criteri per la formazione delle classi non li decidono i genitori – spiega con chiarezza – e non è concepibile creare una classe dove non ci sono problemi. Anzi – aggiunge – questa è una scuola dell’inclusione, che funziona benissimo proprio per questo motivo, dove la diversità è un valore, una ricchezza». 

di primonumero.it

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