• 6 Aprile 2018

Ripabottoni, il paese che vuole i migranti

L’inviata della trasmissione “Le Jene” è stata in Molise, per raccontare cosa succede quando l’accoglienza e l’integrazione funzionano. Il dolore degli abitanti per la chiusura del centro di accoglienza e il loro rapporto con quei ragazzi, che avevano fatto anche rifiorire la squadra di calcio del paese, in un toccante racconto

di  isnews.it

6 aprile 2018

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C’è un paese in Italia che vuole i migranti. Anzi, che rivuole i suoi migranti. Quel paese è Ribapottoni, comune in provincia di Campobasso, dove gli abitanti protestano contro la chiusura del Cas, il Centro di accoglienza straordinaria.

“Quei ragazzi erano diventati figli e fratelli nostri”, hanno raccontato i residenti a Sabrina Nobile, l’inviata de ‘Le Iene’, la trasmissione condotta da Ilary Blasi e Teo Mammuccari, che ieri sera, mercoledì 4 aprile, ha mandato in onda un servizio che dimostra che quando l’integrazione funziona il razzismo viene messo da parte. In nome dell’umanità e della solidarietà. Anzi, che si riceve più di quel che si dà. “Mentre in altre città la gente fa le barricate e protesta contro l’arrivo dei migranti – ha raccontato Sabrina Nobile, arrivata in Molise per raccogliere le testimonianze della gente – a Ripabottoni gli abitanti hanno protestato per riavere i migranti”.

E dire che all’inizio, quando il centro aveva aperto, i timori e lo scetticismo non erano mancati. Ma poi tutto è cambiato. “Si era creato un rapporto stupendo – ha raccontato una donna – abbiamo cucinato insieme i loro piatti, siamo andati persino al mare insieme, io mi sono sentita un po’ una loro mamma. Quando è andato via un ragazzo mi ha detto: ho lasciato i miei genitori in Africa e ho pianto, ma ora piango ancora di più a lasciare te”.

C’è da dire che per integrarsi gli ospiti del centro di accoglienza avevano fatto di tutto: imparare il ‘tressette’, per giocare a carte con gli anziani del paese, cantare e suonare con la chitarra canzoni italiane, anche senza capire le parole. E soprattutto avevano fatto rinascere la squadra del Ripabottoni, che senza di loro non si sarebbe potuta iscrivere al campionato. Ma il momento più toccante, ha raccontato Sabrina Nobile, è stato forse la nascita di Maria, prima bimba di colore del paese, battezzata da una giovane di Ripabottoni.

Rapporti che si sono persi, ma il legame del cuore esiste ancora, quando il centro è stato dismesso, in appena tre giorni, come ha dichiarato Patrizia Pano, l’ex direttrice del Cas. Una disposizione della Prefettura di Campobasso, sentita l’amministrazione comunale, perché in paese è stato aperto uno Sprar, un centro di accoglienza temporaneo per minori.

Ma gli abitanti non ci stanno. E rivogliono quei ragazzi e quelle ragazze. “Li hanno mandati via dalla sera alla mattina, non è stata una cosa bella”, hanno raccontato in tanti. E così è stata avviata una raccolta di firme (in un solo giorno sono state raccolte oltre 150 sottoscrizioni) per riportarli in paese. Tutto il contrario di chi dice: “Mandateli via”. E ora tutti in Italia, grazie a ‘Le Iene’ e ai servizi mandati in onda da tanti telegiornali nazionali, sanno dov’è Ripabottoni. Il paesino che vuole i migranti.

di  isnews.it

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