Il Molise dei cammini (ma senza camminatori)
Due cose sul sito archeologico di Pietrabbondante
di Pierino Vago (da forchecaudine.com)
3 luglio 2018
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Ne basta uno, ma fatto bene. Invece in Molise ce ne sono tanti e i più fatti malissimo. Stiamo parlando dei portali turistici che dovrebbero attrarre e affascinare coloro che ignorano le caratteristiche – o persino l’identità – della più piccola regione del Mezzogiorno. O perlomeno incuriosirli, interessarli, intrigarli in qualche modo, vuoi per un originale sito archeologico, un piatto esclusivo, una “unicità” non riscontrabile altrove (principale motivazione di un turista). Tutte premesse necessarie per visitare una piccola regione, anche malmessa nei collegamenti di mobilità; e quindi per spingere al rialzo quei flebilissimi numeri delle presenze turistiche annuali.
Lanciamo un’idea: anziché provare ad alzare le cifre risibili delle presenze, proviamo a ridurre quelle delle assenze. Sembrerebbe la stessa cosa, nella fredda legge della matematica. Ma umanamente è diverso. Ci sono sette miliardi di persone che non conoscono il Molise. Tra queste anche 60 milioni di italiani. Partiamo da loro, andiamoceli a cercare uno per uno. Nel “villaggio globale” che ha ridotto distanze e tempi, proprio utilizzando le nuove tecnologie dovrebbe essere più facile.
E invece tutti questi anni sono stati caratterizzati da tentativi molto spontanei e tanto volenterosi, talvolta anche nobili, di “molisanizzare” la Rete. I più da parte di privati, compresi tanti molisani sparsi per il mondo che anche in questo modo vogliono manifestare il proprio legame per la terra d’origine. Un buon “artigianato” del fai-da-te che però, nell’era delle tecnologie sempre innovative e della mondializzazione, spesso non basta.
In parallelo l’istituzione pubblica – tra l’altro senza un assessorato al turismo – ha offerto il solito spettacolo. Cioè ha fatto ben poco, frastagliata tra enti di vario livello: ognuno – Assessorati regionali, Province, Comuni – ha tentato di realizzare il proprio tassello di un mosaico mai completato ed uscito decisamente male.
Così il risultato attuale è un brutto ginepraio digitale. Tante “offerte” in ordine sparso e, more solito, scollegate tra loro. Il Molise resta etereo, diafano, impalpabile. Mai il piano fisico e quello digitale sono così sovrapposti.
La missione si ripete all’infinito: si costruisce il sito, pur con un certo impegno, ma poi manca l’aggiornamento. Tutto resta statico, inalterato, con vetrine virtuali che offrono prodotti datati. Talvolta persino controproducenti nella loro mancata revisione. Così la Rete sul Molise offre un po’ di tutto, principalmente piccoli portali non aggiornati, a cui è affidato il non facile compito di affrontare i tanti siti, spesso di successo (loro sì), che prendono in giro il territorio con la solita tiritera che “non esiste”.
Eppure, anche questa non è una novità, sul fronte pubblico sono stati buttati fiumi di denaro per realizzare progetti annunciati come la manna dal cielo. Ad “onorarli” sempre i soliti personaggi, esperti che poi – visti i risultati – non si rivelano tali, Soloni che pensano di assicurare la svolta alla materia, almeno a parole. Per metterli alla porta basterebbe una sola osservazione: se il Molise resta drammatico (e ridicolo) fanalino di coda per presenze turistiche, non sarà il caso di cambiare completamente rotta e timonieri?
Oggi apprendiamo che è stato presentato l’ennesimo sito turistico pubblico. “Un portale innovativo” leggiamo su alcuni siti informativi che hanno riportato alla lettera un comunicato stampa (non è chiaro se qualche apostrofo mancante sia opera della fonte o della destinazione). Vedendolo, però, pur apprezzando l’impegno, non scorgiamo nulla di innovativo rispetto ai tanti (troppi) siti cugini. Non c’interessa chi l’abbia fatto, perché l’abbia fatto, quanti soldi ci siano voluti per confezionare il manicaretto. Ci permettiamo soltanto una sommessa osservazione: se a quei commoventi numeri vogliamo assicurare un po’ d’ossigeno, siamo veramente lontani dall’obiettivo. Il sito presenta “sei splendidi Cammini che percorrono in lungo e largo il Molise, tra storia, arte e cultura”. Tutto bene. Ma se in Molise nessuno porta davvero i camminatori, quanti si metteranno in marcia?
di Pierino Vago (da forchecaudine.com)