Il futuro delle terre appenniniche
Attenzione all’agrindustria rampante!
di Paolo Piacentini – fb
27 novembre 2018
Chiedete ad un giovane ed illuminato contadino del perché ha rifiutato i noccioleti
Chiedetegli pure perché è pazzesco che si impiantino 400.000 piante d’ulivo in piena Umbria dove molti giovani stanno riutilizzando le terre abbandonate per coltivare i grani antichi. Un impianto d’ulivi a filari con più di 600 piante per ettaro: insomma agrindustria rampante.
Ecco perchè bisogna opporsi alla logica dell’agricoltura intensiva o dettata da grandi multinazionali in terra appenninica.
Lo sapete che le nocciole proposte per i Sibillini potrebbero, tra qualche anno, quando saranno in piena produzione, avere un prezzo al quintale molto più basso di quello attuale? Il prezzo delle nocciole a livello internazionale lo determinano i grandi produttori come la Turchia ma poi arriveranno le grandi produzioni da Sud America e Asia a fare ancora più concorrenza.
Insomma ci sono mille ragioni per dire che l’Appennino, almeno quello, teniamolo fuori dalle logiche del mercato internazionale delle produzioni agricole.
L’Appennino può e deve essere il luogo dove rinasce un’agricoltura veramente sostenibile e legata fortemente al territorio ridando spazio seriamente al ruolo multifunzionale dell’attività agro-silvo-pastorale e alla cura del territorio
di Paolo Piacentini – fb