L’acquedotto privo di fognaturaI racconti di Vincenzo
Colledanchise hanno la maturità che solo il trascorrere del tempo può produrre
di Vincenzo Colledanchise
21 gennaio 2019
Nel 1959 per la realizzazione dell’ acquedotto a Toro i lavori furono effettuati in economia e per lo scavo necessario per depositarvi i tubi furono allertati tutti gli uomini validi del paese, che muniti di piccone o badile, dal serbatoio scavarono per giorni in fila indiana fino alle prime case del paese senza compenso alcuno.
Si effettuarono scavi profondi quanto l’altezza di un uomo e i tubi di ferro rivestiti di catrame venivano congiunti mediante fusione di piombo, che avveniva sul posto, ad ogni innesto di tubo.
Nella caldarella veniva fatto fondere seduta stante il piombo, che poi, mediante rudimentale anima di creta, veniva colato il piombo liquido nei tubi da congiungere.
( Notando l’addetto a far sciogliere il piombo che se ne stava accovacciato tutto il giorno in tale operazione, solo allora capii l’epiteto spregiativo in uso in paese, quello di “squagliachiumme” mosso agli scansafatiche).
Mentre per rompere il selciato duro di cemento nel centro abitato furono impiegati i primi rumorosissimi martelli pneumatici, che impaurivano gli anziani.
Attivato finalmente l’acquedotto in paese, alcuni benestanti si munirono di un proprio rubinetto in casa, ma non essendoci ancora le fognature il relativo liquame si scaricava lungo le vie del paese.
Quando ci si accorse che lungo Viale San Francesco, in entrambi i lati della strada, vi era perenne acqua reflua maleodorante con residui vari e tantissime mosche, il sindaco pro tempore fece caricare ai tuttofare del comune una carriola di tronchetti di legno, che furono innestati come tappi nei tubi di scarico che fuoriuscivano sulla pubblica via. Per coloro che protestarono la Guardia comunale comminò loro la multa.
Con tale stratagemma si invertì il flusso dell’acqua reflua, che fu fatta scaricare nella direzione opposta, verso gli orti e la campagna, prima di essere incanalata dopo qualche anno nell’apposita fognatura realizzata dalla Ditta Fidotti.
(Foto: Viale S .Francesco nei primi anni sessanta con la masnada di ragazzi di cui facevo parte.
La fontana che appare nella foto a dx che fine ha fatto?)
di Vincenzo Colledanchise