• 12 Febbraio 2019

In merito al medico Nicolangelo De Sanctis

I racconti di Vincenzo Colledanchise hanno la maturità che solo il trascorrere del tempo può produrre

di Vincenzo Colledanchise 

12 febbraio 2019

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Dell’ultimo mio racconto pubblicato ” Son nato grazie ad un gallo “molti amici non hanno creduto che io potessi esser nato grazie all’immolazione insolita di un gallo, come raccontato. 

Ebbene, altre due persone di Toro hanno testimoniato di aver subito lo stesso “metodo animalesco” per dover nascere, ovvero, sopravvivere appena nati.

Quello che desta meraviglia, invece, è che tale metodo arcaico veniva utilizzato anche dal Dottor Nicolino De Sanctis, medico condotto a Toro e che a Roma possedeva una sua clinica nella quale aveva curato addirittura Papa Pacelli, Mussolini e il presidente Segni, quindi non un ciarlatano proveniente dal “medioevo molisano”, bensì un medico illuminato che inventava personalmente molti farmaci.

La mia passione per la ricerca di reperti antichi, ubicati nel mio museo, mi spinse qualche anno fa a farmi complici anche gli operatori ecologici, che una mattina mi consegnarono una busta contenente la corrispondenza epistolare del medico, che qualcuno aveva buttato nell’immondizia. 

Lettere indirizzate al medico da ogni dove e tutte a riferire da parte dei pazienti assistiti gli esiti della sua cura per i loro mali. Dalle lettere si evince che il medico rifornisse clandestinamente tramite alcune clausure nazionali, un suo misterioso farmaco per la cura dei tumori, denominato: F1 – F2 e F3 , che il sottoscritto, leggendo parte della sua corrispondenza epistolare , ha inteso che venisse utilizzato un pò dovunque in Italia.

Der resto è notorio che il paese venisse raggiunto quotidianamente da masse di malati , soprattutto nel dopoguerra, e che tale situazione portò benefici insperati alla locale ditta di autolinee.

Ho appreso che alcuni medici provenienti dal Nord chiesero di acquistare nei primi anni Cinquanta il “segreto” di tale prodotto terapeutico per la sbalorditiva cifra di cento milioni di lire. 

Non se ne fece nulla e nessuno oggi sa in che consistesse tale terapia. Due anni prima che il medico morisse, nel 1967, una lussuosa macchina condotta da un facoltoso israeliano giungeva ogni giorno a Toro presso lo studio del medico, dal quale non usciva mai, e nel quale viveva da solo essendo scapolo. 

La consorte dell’ imprenditore israeliano a causa del parto era rimasta cieca, certamente avevano intrapreso altre vie per ottenere la sua guarigione: chissà quale misterioro ritrovato ebbe ad utilizzare il medico di Toro per ottenere la guarigione della donna, pur non essendo egli un oculista. 

(Foto: il Medico Nicolino de Sanctis negli anni Trenta al centro del gruppo ,si riconoscono Don Domenico Trotta e Don Giovanni Simonelli alla sx della foto). 

di Vincenzo Colledanchise 

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