• 23 Aprile 2019

“Molisano ostinato e contrario” del 2019

Nella sua 5a edizione, il premio, ideato da il Bene Comune, è stato attribuito a Michele Mariano 

di Redazione de il Bene Comune

26 aprile 2019

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La 5a edizione del “Molisano ostinato e contrario”, il premio ideato da il Bene Comune e attribuito da una giuria di sole donne al molisano che si è distinto per la sua ostinata contrarietà, quest’anno si è svolto alla vigilia del 25 aprile, un giorno di festa per tutti coloro che si riconoscono nei valori antifascisti e che celebrano la ricorrenza della liberazione dal nazi-fascismo.

Non è un caso. Come ha sottolineato Antonio Ruggieri nel suo brevissimo intervento, chiamato in causa dalle presentatrici della serata Isabella Astorri e Giusy Morena, quella della libertà non è una conquista che si dà una volta e per sempre; occorre – oggi più che mai – un impegno quotidiano nell’opporsi – come abbiamo scritto nel breve testo con cui abbiamo accompagnato la presentazione dell’evento – alla tracotanza del potere mettendo in opera pensieri, comportamenti, addirittura lotte, che ci consentono di “restare umani”, come ha raccomandato di fare Vittorio Arrigoni prima di lasciarci.

Proprio per questo, anche quest’anno, nella splendida cornice del Teatro del Loto a Ferrazzano, riempito in ogni suo posto, il Bene Comune ha voluto premiare cittadini e associazioni che hanno operato, anche a costo di sacrificare talvolta i propri interessi particolari, nell’interesse collettivo.

Nel corso della serata, impreziosita dalle performance teatrali del talentuosissimo Giorgio Careccia (che ha portato in scena un omaggio a Boris Vian davvero emozionante e stimolante) e della meravigliosa Soraya Esteban (con il suo spettacolo “senza parole” accompagnato musicalmente da Massimo Ciocca), oltre che da un contributo audio-visivo realizzato da William Mussini (con la musica di Giacomo Cerio, la voce di Alessia D’Alessandro e il contributo di Hikmet Aslan) sulla drammatica vicenda del popolo curdo, hanno ricevuto il “Premio rigenerazione” (una preziosissima opera dell’artista Mario Serra): la Coop. LAI di Isernia, per l’opera accorta e pervasiva che ha saputo svolgere nei confronti delle persone diversamente abili di quella città; la Coop. Hayet di Bojano, che ha saputo elaborare un progetto di integrazione per persone migranti operando in due ambiti differenziati ma sinergici: un laboratorio di falegnameria e un orto biologico a km 0; l’ULI di Campobasso, che ha dato vita nel corso degli anni ad un laboratorio permanente sulla lettura e sulla narrazione che mira a promuovere la cultura della parola scritta aprendosi ad altre forme espressive e di ricerca come il teatro, la musica e le arti visive; la Società Incas produzioni di Campobasso, fondata nel 2012 da Roberto Faccenda, William Mussini e Francesco Vitale, che ha prodotto in questi anni numerose opere audiovisive, come i lungometraggi “Il Viaggio” di Alfredo Arciero e “La pace non è uno stato naturale” di William Mussini, oltre a una decina di altri cortometraggi e documentari, web serie e videoclip musicali; infine, la Casa del libro di Termoli, che promuove il recupero e la raccolta di libri dimenticati, abbandonati, che non interessano più, o che semplicemente non trovano posto negli scaffali delle case, per metterli a disposizione di nuovi potenziali lettori attraverso la donazione, la condivisione e lo scambio.

Il primo premio, quello appunto intitolato al “Molisano ostinato e contrario”, è stato attribuito a Michele Mariano, l’unico medico rimasto in Molise a praticare l’interruzione volontaria di gravidanza e che per questo suo coraggio, per anni ha subito l’ostracismo dei vertici ASL manovrati dal potere politico.

Il ginecologo molisano, comunque, ci ha tenuto a sottolineare la sua sorpresa per il fatto che sia stato riconosciuto “addirittura un premio” a chi “applica semplicemente” una Legge dello Stato (il riferimento è alla Legge 194).

Noi riteniamo di sì, per quello che abbiamo già detto, perché vogliamo promuovere e indicare come esempio chi, magari svolgendo “semplicemente” il proprio ruolo nella sua comunità, difende con il suo corpo e con la sua volontà la libertà e i valori che i nostri padri partigiani ci hanno consegnato a prezzo delle loro stesse vite. Questa è la liberazione a cui aspiriamo, il lievito di cui abbiamo bisogno.

di Redazione de il Bene Comune

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