Suoni dell’acqua
La Via dei Mulini di Molise Noblesse. Passeggiata ecologica Into The Wild alla scoperta della bellezza
di Comunicato stampa di UMDI
20 giugno 2019
Sabato 22 giugno si parte alle 15.00 Il Molise e le sue unicità, celate tra flora e fauna, come ogni cosa preziosa, a ridosso del corso d’acqua del fiume Biferno, terreno fertile e casa accogliente. Un percorso che va dalla Piana dei Mulini al suggestivo Mulino Corona di Baranello, per la passeggiata musicale di Molise Noblesse, Movimento per la Grande Bellezza.
A parlare del ruolo biologico dell’acqua, purezza e biodiversità, il professor Nicola Prozzo, docente Unimol; il dr. Marco Tagliaferri, medico endocrinologo e diabetologo, interverrà sulle proprietà organolettiche dell’acqua; Maurizio Varriano, coordinatore nazionale Borghi d’Eccellenza, illustrerà il sistema di smistamento dell’acqua; Mina Cappussi, parlerà del progetto Molise Noblesse e dell’importanza di un approccio ecologico al sistema; Sabina Iadarola, studentessa di Medicina e Chirurgia Unimol, spiegherà come la salute passa per l’acqua., mentre Fabrizio Spina accompagnerà il cammino coi suoni delle percussioni, Samuele Doganiero, studente Unimol, laureando in Scienze Agrarie, ci racconterà della flora molisana e Paolo Monaco, srudente Unimol di Economia intratterrà con una riflessione sui risvolti economici della promozione territoriale. Tappa finale dell’escursione estiva, l’antico Mulino Corona, uno dei pochi mulini ad acqua ancora esistenti lungo il corso del fiume Biferno.
L’evento è organizzato dal quotidiano internazionale UMDI UN MONDO D’ITALIANI diretto da Mina Cappussi, dal Centro Studi Agorà per Molise Noblesse, Movimento per la Grande Bellezza, Casa Molise, Ippocrates, Servizio Civile Universale, Borghi della Salute, Borghi d’Eccellenza, SIMDO (Società Italiana Metabolismo, Diabete e Obesità), Università del Molise UNIMOL Dip Sc. Umanistiche, Cammina Salute; in collaborazione con Gruppo AWA, Karibu e Integramondo, AITEF Onlus (Associazione Italiana Tutela Emigrati e Famiglie); Matese Mountain Bike; Matese Arcobaleno; ADIFORM; Via Micaelica Molisana; Attraverso il Molise; Il Pentagramma; Comune di Bojano; Comune di Fornelli; Comune di Campodipietra; Comune di Cerro al Volturno; Comune di Limosano; Corredor Productivo (ARGENTINA); Molise Club Melburne (AUSTRALIA); Società Bagnolese Vancouver (CANADA); Museo Diocesano Bisceglie, Trani, Barletta; Associazione ‘’Il Tratturo’’ Campodipietra; ASMEF; AICCRE Puglia; Pro Loco Cerrese 1982. La partenza avverrà dalla Piana dei Mulini, ore 15:00 o, per chi volesse, alle 12.45 in Terre Longhe, davanti alla sede Un Mondo d’Italiani; vi saranno soste culturali, con visita guidata verso l’antico Mulino Corona di Baranello. Si consigliano scarpe da trekking e abbigliamento comodo.Segreteria organizzativa: Ilenia Perrella, press office: Sabina Iadarola (giornalista), Grazia De Gregorio, social Web Manager: Andrea De Marco, Franco Iadarola. Per l’occasione sarà registrata una puntata speciale della trasmissione SALUTE TV.
MULINO CORONA
Il Mulino Corona di Baranello, uno dei rarissimi esempi di mulino ad acqua conservati meglio nella regione Molise, circondato da una natura meravigliosa che lo rende una delle località più pittoresche del Biferno, monumento protetto dalla Soprintendenza dei B.A.A.A.A.S. del Molise con D.M. 13-09-90, è uno dei pochi mulini ad acqua esistenti lungo il corso del fiume Biferno che non è stato trasformato in centrale idroelettrica. Il mulino è sito in contrada Coscia del Ponte ed è chiamato così dal nome dei proprietari e dei discendenti; il primo proprietario fu Alessandro Corona. Una pietra decorata porta incisa la data di costruzione del 1872, ma il mulino è molto più antico come risulta dagli atti notarili depositati presso l’Archivio di Stato di Campobasso. Il funzionamento era assicurato dalle acque del vicino Biferno mediante una diga trasversale che dava movimento a tre macine e una gualchiera attraverso un canale adduttore detto “ru camine”, dove l’acqua veniva convogliata in una vasca di carico, posta a monte del mulino, detta la “fota” o rifolta. Da questa vasca partono tre canali in forte pendenza in cui veniva incanalata l’acqua che con violenza batteva contro i “ritrecini”, ossia delle vere e proprie turbine, in modo da azionare la soprastante macina. Questa è costituita da due pietre circolari (mole), di cui una fissata al pavimento e l’altra, sovrapposta alla precedente, che ruota va secondo il moto impostogli dalla turbina. Le granaglie quindi venivano versate nella tramoggia che, a sua volta, le introduceva tra le due mole in modo che dallo sfregamento delle due pietre sovrapposte si produceva la farina grezza. Le tre macine sono ancora visibili, una veniva usata per il mais, una per il grano e una per avena e orzo. All’interno del mulino si trovano i pochi resti di un’altra macchina idraulica molto importante: la gualchiera. Questa è un’antica macchina in legno costituita da grossi magli battenti e serviva prevalentemente a battere il “pannolana” (antico tessuto) per conferirgli una consistenza più morbida. Di gualchiere era piena la città di Bojano, che la ricchezza di acque aveva specializzato proprio nella realizzazione e colorazione dei panni, che da località Pitti, per mano della famiglia omonima partivano per Firenze e per altre regioni d’Italia. Nel 1934 il Mulino Corona cambia gestione assumendo quindi il nome di Mulino Parmentola, dal nome dei nuovi proprietari Ferdinando e Michele). Esso conserverà questo nome fino a quando non ritornerà poi in gestione della famiglia Corona, nelle persone di Rosa e Nicolina . ” Zi Mario” e ” Zi Catarinella” furono gli ultimi proprietari del mulino. Con la loro scomparsa le macine si sono fermate. Per sempre?
MOLISE NOBLESSE: LA GRANDE BELLEZZA DI UNA PICCOLA REGIONE
“Molise Noblesse – ha sottolineato Mina Cappussi, direttore del quotidiano internazionale UMDI Un Mondo d’Italiani e Ceo dell’iniziativa – non è solo il titolo di un progetto, è piuttosto una filosofia di vita, è un principio, una linea di pensiero, una condotta. Un credo, una bandiera, una medaglia apposta sul petto di chi torna ad inorgoglirsi della terra dei Padri Sanniti. Perché Molise Noblesse è diventato oggi un “modo di essere”, un brand, un logo, un marchio, un sito, un riferimento su centinaia di eventi e di appuntamenti organizzati da Centro Studi. Per scalfire il rumore suscitato dal ritornello “Il Molise non esiste” bisognava fare altrettanto, e forse ancora più “rumore”. E noi l’abbiamo fatto, contando sulla forza e la buona volontà dei giovani molisani, intercettando le speranze e i sogni di chi non vorrebbe mai lasciare questa terra, e parallelamente toccando con mano la disperazione di chi è consapevole della mancanza di opportunità per poter restare!”
“Il Molise – aggiunge – può situarsi a pieno titolo nella rete internazionale della Cultura e dei Viaggi tra Storia, Memorie, Arte e Territori sul filo conduttore della nobiltà di una terra che ha un grande potenziale da sviluppare e lo fa con una serie di iniziative volte a costruire una memoria collettiva del senso dell’appartenenza. A questo si aggiunga l’esperienza totalizzante dell’emigrazione, della nobiltà della nostra emigrazione. I molisani sono riusciti ad esportare oltre i confini regionali l’amore per questa terra poco conosciuta, contribuendo a costruire quell’immagine dell’Italia, patria universale della Cultura, della Bellezza, del Gusto e dell’Eleganza, che è alla base della fortuna economica del Made in Italy. Lo facciamo attraverso ricerche e iniziative volte a valorizzare i personaggi storici e i talenti molisani, e a far conoscere i mille volti della regione, i paesi, le chiese, i castelli, le dimore storiche, i luoghi caratteristici, le tradizioni (anche attraverso esperienze sensoriali, percorsi d’arte, concerti, piece teatrale). Intendiamo costruire una immagine suggestiva della nostra piccola regione . Il Molise esiste ed è Nobile! Per tradizioni, per storia, per accoglienza, per bellezze naturali. La nobiltà del Molise e della sua emigrazione deve diventare un segno distintivo della Regione, attraverso personaggi illustri che hanno fatto la storia (e che saranno valorizzati nel territorio in cui sono nati o dove hanno operato) ed eccellenze di oggi che tengono alto il nome della regione.”
di Comunicato stampa di UMDI