Parco Nazionale del Matese
Per tutelare l’elevata biodiversità e le caratteristiche storiche e etnoculturali di questa porzione dell’Appennino, oltre trent’anni fa nacque l’esigenza di creare un’unica area protetta sui Monti del Matese
di Nicola Merola (da lafonte.tv)
10 settembre 2019
Il territorio del Matese è costituito prevalentemente da un grande massiccio calcareo appenninico, suddiviso tra due regioni: ad Est il Molise, ad Ovest la Campania. Si tratta di un territorio ricco di luoghi selvaggi, con diverse cime tra i 1.800 e i 2.050 m s.l.m., attraversato da profondi canyon e percorso da numerose cavità carsiche con abissi tra i più profondi d’Italia, mentre in superficie ammiriamo estese foreste di faggio, laghi, sorgenti e torrenti incontaminati. Una grande montagna popolata da lupi, cervi e caprioli, nobilitata dalla presenza dell’aquila reale e da altre specie considerate a torto minori, ma che hanno un grande impatto sull’intero ecosistema della montagna. Un territorio percorso per millenni dall’uomo, che sotto i Sanniti prima e il dominio di Roma poi, ha forgiato antiche città sorte lungo i percorsi stagionali degli armenti; nei secoli a causa di guerre, epidemie, carestie, e terremoti dall’alto medioevo fino ai giorni nostri, il luogo è stato abbandonato e successivamente i centri abitati si sono continuamente trasformati, regalandoci centri storici originali e ben conservati. Insomma questo è oggi il Matese, tanta natura, storia, cultura, tradizioni e anche prodotti enogastronomici dai sapori inconfondibilmente legati al territorio.
Per tutelare l’elevata biodiversità e le caratteristiche storiche e etnoculturali di questa porzione dell’Appennino, oltre trent’anni fa nacque l’esigenza di creare un’unica area protetta sui Monti del Matese. Studi, progetti, convegni, battaglie e delibere, ma la tutela di questo splendido territorio rimase per anni un sogno nel cassetto, delegando formalmente la tutela del Matese alle due regioni Campania e Molise attraverso un Parco e due Riserve regionali. In Campania il Parco Regionale del Matese, istituito nel 1993 con L.R., entrò in funzione solo nel 2002 con una superficie di oltre 33.000 ettari nelle province di Caserta e Benevento. In Molise la prima esperienza di tutela sul versante orientale risale al 1997 grazie all’illuminata istituzione dell’Oasi WWF di Guardiaregia. Solo nel 2010 vengono istituite con D.G.R. della Regione Molise, la Riserva Regionale Oasi WWF Guardiaregia-Campochiaro di oltre 3100 ettari gestiti da WWF Oasi in Provincia di Campobasso e la Riserva Regionale di Monte Patalecchia, Torrenti Lorda e Longaniello, 2.200 ettari in Provincia di Isernia e affidata a Italia Nostra. Insomma dell’idea iniziale di un grande Parco sul Matese, restava un territorio protetto disomogeneo di 38.000 ettari totali, dislocati in tre aree distinte, su due versanti della montagna, in due regioni diverse!
Le cose sono cambiate finalmente il 27 dicembre 2017. Il voto favorevole della Camera dei Deputati alla Legge di bilancio 2018 approva la norma di istituzione del Parco Nazionale del Matese nelle regioni Campania e Molise e dà l’avvio alla prima fase istruttoria sulle misure di salvaguardia per una perimetrazione territoriale condivisa. Agli incontri informativi organizzati in Campania ed in Molise, sotto la guida del Ministero dell’Ambiente e dell’ISPRA, partecipano le amministrazioni regionali, comunali ed i rappresentanti delle associazioni di categoria e vengono affrontate tutte le problematiche del territorio, come la zonizzazione di un Parco ed i criteri di perimetrazione. Molte le giuste richieste di chiarimenti, ma anche le obiezioni sollecitate ad arte che spesso generano confusione proprio negli stessi cittadini beneficiari delle opportunità che può creare un Parco nazionale. Risulta fondamentale in questa fase, l’azione svolta dalla “Consulta delle Associazioni per il Parco Nazionale del Matese” costituita da tante Associazioni campane e molisane, nonché Associazioni nazionali come WWF, Legambiente e Italia Nostra. La “Consulta” fornisce una corretta informazione tramite incontri con le Amministrazioni, convegni, produzione di documenti e comunicati per far comprendere a tutta la popolazione matesina che un Parco Nazionale non è solo vincoli, peraltro già esistenti trattandosi di territori inseriti nei S.I.C. (Siti di Interesse Comunitario) e nelle Z.P.S. (Zona di protezione speciale), ma grande opportunità di riscatto per un’intera area. Purtroppo ad oggi, nonostante le precise analisi sulle valenze ambientali dell’area redatte dall’ISPRA, le obiezioni troppo localistiche di alcune amministrazioni comunali, spostano la perimetrazione sempre “più in là”, sia fisicamente che cronologicamente. Questo atteggiamento, ritarda notevolmente la proposta di perimetrazione per il Parco Nazionale del Matese che dovrebbe essere consegnata al Ministero dell’Ambiente entro dicembre, processo fondamentale per l’istituzione dell’Ente Parco con Decreto del Presidente della Repubblica.
Siamo quindi già in emergenza! Le due Regioni e tutti i comuni interessati, stanno inconsapevolmente perdendo i finanziamenti del governo italiano e dell’Unione Europea insieme a tante possibilità progettuali e la natura dell’intero Matese sta ancora aspettando le azioni di tutela che solo un grande Parco Nazionale può attuare.
di Nicola Merola (da lafonte.tv)