• 2 Ottobre 2019

Mia madre e il suo gesto caritatevole indimenticabile

I racconti di Vincenzo Colledanchise hanno la maturità che solo il trascorrere del tempo può produrre

di Vincenzo Colledanchise

2 ottobre 2019

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Mi sono commosso nel notare quanti hanno voluto evidenziare la bellezza di mia madre dalla sua foto giovanile precedentemente pubblicata, io non avevo colto tale aspetto perché tutte le mamme son belle per i loro figli, ma mi piace sottolineare che forse la bellezza promana anche dalla bontà d’animo, come dal seguente aneddoto:

Nel 1962 Toro rimase sepolta sotto un metro di neve e isolata per una settimana. I soccorsi non riuscivano e rimuovere la montagna di neve che la bora aveva accumulato a ridosso del “Mulino a fuoco” .

Non era un problema allora rimanere isolati per molti giorni. Noi piccoli non saremmo andati a scuola e avremmo gustato la “scialbetta”, una specie di granita fatta con neve e mostocotto, I contadini si sarebbero rifugiati al caldo delle botteghe.

Le nostre mamme, poi, non erano assillate dal bisogno di fare la spesa, perché tutto ciò che serviva ad alimentarci era abbondantemente riposto nei fondaci e cantine e, soprattutto sulle pertiche piene di salsicce e soppressate. Allora, si era autosufficienti per mesi interi.

Vi era un solo problema: una donna anziana di San Polo, venuta a vendere il suo origano, era rimasta bloccata ed era in grande apprensione, lontana dal suo paese montano e dalla sua famiglia.

Mia madre avvertì il suo disagio e decise di accoglierla in casa. Anzi, l’accolse proprio nel suo letto matrimoniale, perché allora nostro padre lavorava all’estero. Noi eravamo già in tanti in casa e si avvicinava il Natale, ma non potevamo ignorare il dramma della venditrice di origano rimasta bloccata dalla neve.

Fu quello il Natale più bello in casa nostra poiché mamma ci dava concreta testimonianza di carità cristiana nell’accogliere una simpatica vecchietta bisognosa, apprezzammo quella donna dalle mille risorse e con la quale in seguito avremmo stretto forte amicizia. Inutile dire che il suo origano residuo ci fu donato tutto, come noi donammo a lei più di qualche litro del nostro olio d’oliva.

La venditrice di origano tornò puntuale l’anno dopo ad essere nostra ospite e lo fu per diversi anni. Morì anziana alla fine degli anni sessanta e con lei morì anche il suo tradizionale costume.

(Foto: costume tradizionale di S. Polo e mia madre già sposa)

di Vincenzo Colledanchise

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