Ancora sul Reddito di Residenza: un provvedimento contraddittorio
Intervista con Claudio D’Angelo (panificatore in Castelmauro)
di Anna Maria Di Pietro (da ilbenecomune.it)
3 ottobre 2019
Sul “Reddito di Residenza Attiva”, abbiamo ascoltato anche Claudio D’Angelo, che a Castelmauro gestisce un panificio in cui lavora farine molisane non trattate
Quali sono le sue impressioni circa il bando della Regione Molise che offre 700 euro mensili a chi sceglie di abitare e aprire un’attività in comuni molisani con popolazione fino a duemila abitanti?
Si tratta di un provvedimento inutile. Settecento euro al mese sono polvere negli occhi per chi deve avviare ex novo un’attività.La scorsa settimana sono stato dal commercialista proprio per pagare le tasse; tra queste ultime e tutti gli oneri che noi commercianti siamo costretti a soddisfare, posso dire che ci stanno massacrando. Per esempio, assumere un dipendente diventa davvero dispendioso, perché costa tremila euro al mese, dunque, bisogna optare per la conduzione familiare. Nei piccoli paesi come il nostro, le piccole attività commerciali, soprattutto se artigianali, soffrono e sono destinate a scomparire. A Castelmauro, ogni anno, chiude qualche negozio.
Entrando nel merito, questa misura può veramente servire a ripopolare la nostra regione?
Questa varata non serve assolutamente! Come le dicevo, a Castelmauro, purtroppo, stanno chiudendo tante attività; la banca prima era operativa tutti i giorni, ora solo a giorni alterni e lo stesso discorso vale per l’ufficio postale; un segnale importante che dà la misura del fatto che l’economia è ferma. Cosa vengono a fare? Poi, si tratterebbe di poche persone che, comunque, aprendo nuove attività, potrebbero compromettere quelle preesistenti, che versano già in gravi difficoltà.
Secondo lei, quali misure bisognerebbe adottare?
Gli incentivi dovrebbero essere dati ai commercianti molisani che, nonostante le difficoltà, stanno resistendo! L’altro giorno, dopo aver pagato le tasse, sono andato via col pensiero che prima o poi chiuderò e andrò altrove come hanno fatto tanti giovani del posto. Questo bisogna evitare! Certo, non si può mandare avanti una famiglia con pochi spiccioli al mese. Le piccole realtà artigianali che cercano di valorizzare il territorio andrebbero aiutate, agevolate. Per quanto riguarda me, l’anno scorso ho ottenuto la qualifica di “Maestro del Pane” del club Richemont, un club di livello mondiale che difende l’artigianalità e la professionalità dell’arte bianca; io panifico con grani non trattati, non certificati, ma che sono al 90% biologici, perché i nostri terreni, fortunatamente, regalano ancora prodotti non contaminati; solo l’ingresso nel biologico costa ottocento euro, a cui vanno sommati gli altri soldi relativi all’aspetto burocratico e agli interventi da fare all’interno del panificio. La burocrazia e i rigidi disciplinari ci rendono la vita impossibile! Per non parlare della lotta per il prezzo del pane. Invece di puntare alla qualità, si punta al prezzo basso e chi come me lavora farine diverse, si ritrova a offrire un prodotto di nicchia. Ci sarebbe bisogno di altri provvedimenti, ma nessuno ci ascolta. Si dovrebbero chiudere per una settimana tutte le attività primarie e forse così ci darebbero ascolto. Purtroppo, molti commercianti sono restii a farlo.
Secondo lei, qualcosa potrà cambiare?
Le dico che l’anno scorso, con una delegazione di panificatori molisani, sono andato da Di Maio per far approvare la “Legge sul pane fresco”, quella che tutela sia i consumatori che i panificatori artigianali. Il Ministro ci ha espressamente detto che poteva concederci fino ad un certo limite, perché oltre entrava in gioco la grande distribuzione. Quindi, nonostante le battaglie, la buona volontà e gli sforzi, combattiamo contro i mulini a vento. Ci sono tanti, troppi muri da abbattere. Concludo dicendo che il provvedimento non risolverà nulla e quei soldi, insieme ad altre misure, dovrebbero essere indirizzati ai commercianti molisani.
di Anna Maria Di Pietro (da ilbenecomune.it)