Quando sul Volturno non c’erano i ponti
Da Napoli a L’Aquila si doveva necessariamente utilizzare la Scafa di Montaquila
di Franco Valente – fb
15 gennaio 2020
Questa straordinaria foto mi è stata inviata da Vittorio Nola.
Non è particolarmente buona, ma è sufficiente per capire come si passasse il fiume alla cosiddetta Scafa di Montaquila.
Persone animali venivano traghettati con una barca che era tenuta da un cavo che andava dall’una all’altra sponda. Per vari secoli per andare da Napoli a L’Aquila si doveva necessariamente utilizzare la Scafa di Montaquila.
Il 1° aprile 1744 vi passò anche re Carlo di Borbone che con il proprio esercito si recava a L’aquila. Il passaggio sul Volturno fu disastroso, come ricorda l’abate Galliani che scrisse un diario di quel viaggio:.
“Aprile 1744.
A di 1°, mercoledì santo. – Si partì la mattina da Venafro, e si giunse la sera ai Fornelli.
Avendo S. M. rinfrescato all’osteria dei Rotondi, ella è nel luogo dove si passa la scafa del Volturno, piovette tutta la giornata; per lo che il fiume Volturno era in mediocre piena. Dal re e da pochi altri si passò il menzionato fiume sopra la scafa. Ma da tutti gli altri del numeroso seguito si passò a guazzo; da alcuni in galesse, da altri a cavallo, e da alcuni anche a piedi: il che non fu senza pericolo, per l’impeto con cui le acque correvano. Bagnati e malconci, giugnemmo la sera ai Fornelli, dove, per l’angustia degli alloggi, quasi tutti stettero assai male; ed a me toccò di alloggiare in casa di un povero villano.”
di Franco Valente – fb