• 23 Gennaio 2020

“U Maestr”

“Il Maestro”, quell’ “orso”, tra il ’40 e il ’45 durante la guerra, scelse la via della sua libertà nelle campagne, tra i boschi e i campi

di Michele Fratino – fb

27 gennaio 2020

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Più di trenta giovani di Jelsi persero la vita tra il ’40 e il ’45 durante la guerra. Presi alle famiglie, alle fidanzate, agli amici e mandati, nel migliore dei casi, a uccidere per lo Stato.

Mi ha sempre colpito la storia di un uomo, quello in foto, che scelse invece un’altra via. Due anni nelle campagne, tra i boschi e i campi a “giocare” a guardie e ladri con i Carabinieri. Ladro solamente di libertà, scampato alla cattura a volte per un soffio, tanto vicino che un giorno nascosto dietro la porta di una stalla il maresciallo entrato per cercarlo non lo vide, così mi raccontava, scene da 007!

In paese lo chiamavano “U Maestr” (il maestro), non che fosse un insegnante, ma era lui l’ultimo a dirigere le gesta dell'”Urz” (sì sì, esatto, avete capito bene, quell’ “orso” in cui oggi mi infilo a carnevale, l’ultimo maestro dell'”orso”, è lui che ci ha raccontato tutto, com’era la maschera e come fare, anche se alcuni antropologi da biblioteca ancora sghignazzano, ahìloro! Chiudo parentesi). 

Molti sapevano dove si nascondesse, alcuni gli lasciavano da mangiare, qualcuno addirittura lo incontrava di notte, come faceva il mio bisnonno: 《In estate dormivamo nel “pagliaro” (un bivacco stagionale di paglia) e spesso la notte, nelle ore più buie, veniva “U Maestr” a trovare papà, chiacchieravano, ridevano, bevevano mentre io facevo finta di dormire, non dovevo saperlo, non mi sono mai fatta scoprire!》, ho sentito decine di volte mia nonna raccontare questa storia. 

Tutti sapevano, ma nessuno parlava, una comunità intera, con decine di figli al fronte, complice di un reato, la diserzione. 

Lo Stato va rispettato, ma se uno Stato è capace di promulgare le Leggi Razziali e mandare i propri giovani a morire per l’odio allora è lecito, anzi è un obbligo disobbedire.

La guerra è una schifezza e l’uomo è capace di atrocità immani, ma c’è sempre la possibilità di scegliere un’altra via, la capacità di dire no, di essere ladri di libertà, la nostra, ed eroi della memoria, di tutti! 

La guerra finí, “il maestro” si consegnò e si fece un giorno di galera per ogni giorno da disertore, due anni! Trentuno suoi amici restarono scritti sul marmo bianco di un monumento dimenticato!

di Michele Fratino – fb

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