• 7 Febbraio 2020

Asia 6 la mia vita

“Sospirami” era scritto, come da annotazione personale ed intima, su un manifesto pubblicitario

di Giuseppe Pittà – fb

7 febbraio 2020

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Sospirami. Era scritto, come da annotazione personale ed intima, su un manifesto pubblicitario, situato in un’area di sosta in autostrada. Un semplice gesto, un leggero moto di scrittura, che però, ripensandoci oggi, apre un mondo, una favola colma di sentimento, una richiesta di vicinanza, il senso vero di una follia che vuole, comanda, pretende l’urlo del respiro, il segno della vera ed incredibile fusione. E scatta il conto alla rovescia di un insieme di parole, che cercano il pieno delle sensazioni più vere, più autentiche e davvero più concrete. Mi sono ritrovato, qualche giorno fa, ad intervistare due donne, ormai anziane ma sublimi, bellissime, al punto che ti viene di abbracciarle, forte forte, come fossero del mio sangue e dei miei stessi e medesimi respiri. Lia Levi, una scrittrice, ha scritto un bellissimo libro di Memoria, UNA BAMBINA E BASTA, edizioni e/o (la casa editrice della Ferrante, per intenderci), la storia della sua vita da bambina, quando è entrata, a pieno titolo, nella tragedia delle persecuzioni razziali in Italia. L’altra donna, meravigliosa, si chiama Adele Pardini, e anche essa ha conosciuto da piccola, gli orrori della morte, la barbarie della guerra e della cattiveria umana. Lei, scampata alla volontà disumana di una fucilazione di massa, per mano nazista a Sant’Anna di Stazzema, un paese in provincia di Lucca, dove furono uccisi 560 civili, tra cui 130 bambini. Un gioco terribile, la vita, che spesso vale così poco. Ho incontrato Lia e Adele in una scuola di Campobasso, l’Istituto Comprensivo “Igino Petrone”, dove, in sintonia con un altro Istituto, quello dedicato a “Dante Alighieri” di Ripalimosani, si è celebrata la Giornata della Memoria. Della manifestazione mi ha colpito il silenzio dei ragazzi, questi piccoli studenti, che hanno avuto tutti una attenzione straordinaria per le parole, in memoria, delle due signore. È stato bello esserci. Intanto la foto che ho voluto inserire l’ho scattata proprio lì, nel retropalco della Petrone, dove le scritte di gesso mi sono sembrate, nel segno della confusione, il miglior modo per rappresentare un futuro, il più giusto possibile. 

Da tutto questo, in un mix dei miei, arriva la sensazione poetica che mi ha voluto abbracciare:

Sospirami

riavvolgi i nastri

dalle antiche dispense

ritornami 

nei pezzi sudati del letto

dove sempre tornano le luci 

soprattutto notturne 

dei punti luminosi che guidano

spericolatamente 

nei nuovi gusti e nei nuovi gesti 

oggi che è giorno spocchioso

lontano dalle giustizie violate

o forse ancora più di vicinanza

ché la giustizia spesso non esiste 

oggi che è giorno

prepotente e malvagio

di sole che acceca 

di forza che stritola

di vento che nasconde

accoglici nel vecchio passato

acconsenti il sorriso più triste

ricamami ai legni del fuoco

e nel fumo adesso

sospirami

di Giuseppe Pittà – fb

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