• 25 Maggio 2020

Storia delle ferrovie molisane

Il 24 maggio 1915 veniva inaugurata la ferrovia Agnone-Pescolanciano

di Paola Giaccio (da altosannio.it)

25 maggio 2020

Il 24 maggio 1915 partiva da Agnone il primo treno (nella foto) per Pescolanciano, mentre l’Italia entrava ufficialmente nella prima guerra mondiale.

Il 24 maggio ricorrono entrambi i solenni storici eventi.

La costruzione della linea ferrata venne chiesta dalle popolazioni locali con lo scopo di rompere l’isolamento delle aree interne del Molise sin dall’inizio del secolo XX. Il progetto, redatto dall’ingegnere agnonese Federigo Sabelli, e fortemente voluto e sostenuto specialmente dai cittadini di Agnone che infatti, per farlo, fecero una raccolta fondi che, come certificato, fu molto partecipata. Tutti, anche chi possedeva poco, decisero di metterci qualcosa.(Erano altri tempi, quelli!)

Venne approvato negli anni dieci ed autorizzato l’esercizio con trazione elettrica; fu aperta al traffico nel maggio 1915 dalla Società per la Ferrovia Agnone-Pescolanciano (SFAP) che ne era la concessionaria.

La linea aveva caratteristiche spiccate di ferrovia di montagna superando in qualche punto anche i 1.100 m s.l.m.   La gestione venne assunta in seguito dalla società concessionaria SAM (Servizi Automobilistici Molisani).

La ferrovia svolse servizio viaggiatori e merci in piccole partite fino alla seconda guerra mondiale. Realizzava anche la coincidenza con i treni della linea Sulmona–Isernia nella stazione di Pescolanciano.

Se gli antichi binari fossero rimasti ancora intatti, sarebbero stati senza dubbio una piacevole attrazione turistica.  Si, perché sulla vecchia ferrovia viaggiavano treni a trazione elettrica, per gli inizi ‘900 davvero all’avanguardia. Un’opera ecologica e con il privilegio di attraversare boschi e paesaggi naturali di pregio.

Venne distrutta nel settembre del 1943 dai guastatori tedeschi in ritirata che ne minarono tutte le opere d’arte distruggendone in maniera capillare le infrastrutture. A causa dei gravi danni subiti non ne venne prevista più la ricostruzione.

Furono tanti i giovani che presero quel treno per andare a combattere sulle rive del Piave nella guerra mondiale del 15/18. Pochi di essi tornarono…….

E ai sindaci chiedo di intervenire per proteggere i diritti dei loro cittadini inconsapevoli delle conseguenze che questa riforma scellerata andrà a causare nella loro via quotidiana. 

di Paola Giaccio (da altosannio.it)

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