Estate senza treni in Molise
Chiude anche la tratta Campobasso-Venafro
di moliseweb.it
15 giugno 2020
Dopo 137 anni di altalenante funzionamento il treno non toccherà più Campobasso, all’arrivo del primo treno, le cronache dell’epoca riportano che fossero ad aspettarlo almeno diecimila persone incuriosite e festanti, oggi si chiudono i battenti in un silenzio assordante. I pendolari stremati e i pochi lavoratori superstiti si sono dovuti piegare ai voleri di un assessorato in vacanza di assessore e ai voleri forti di RFI e Trenitalia creditrice perenne nei confronti della nostra Regione, cattiva pagatrice e con le idee estremamente confuse in fatto di servizio ferroviario da offrire ai propri pendolari.
CHIUDE ANCHE LA CAMPOBASSO VENAFRO E PER LA RIAPERTURA DELLA TERMOLI CAMPOBASSO NON VI SONO AFFATTO CERTEZZE – Dopo le chiusure della Carpinone-Sulmona, della Campobasso-Benevento e della Campobasso-Termoli, si chiude a cuor leggero anche la Campobasso-Venafro. I tempi annunciati di chiusura, per permetter i lavori di elettrificazione della linea, parlano di una durata di un anno e mezzo, ma il Sud, ed il Molise in particolare, è collezionista atavico di promesse vane (a proposito anche sulla riapertura a metà luglio della Termoli Campobasso, non vi sono al momento certezze), e forse anche questa assenza di proteste va interpretata come sintomo di disincanto e di pessimismo degli utenti molisani. Di annunci disattesi ne hanno sentiti tanti, ecco perché il fatalismo cronico è il “bagaglio” del pendolare molisano.
ALTRO CHE CURA DEL FERRO E ALTA VELOCITA’ DA ESTENDERE AL SUD – Da oggi in poi, e per un periodo non definibile, diverremo una regione di utilizzatori di bus e di auto propria, non è precisamente la direzione verso cui viaggia il resto dell’Italia dove invece si sta promuovendo “la cura del ferro” e dove solo qualche giorno fa il Presidente del Consiglio Conte ha dichiarato di voler estendere l’alta velocità a tutto il sud e il Ministro dei trasporti De Micheli ha rincarato la dose sostenendo che l’80% degli italiani debba vivere a meno di un’ora da una stazione dell’alta velocità.
Pura fantascienza per il Molise dove invece paghiamo colpe e ritardi di un assessorato, quello dei trasporti, che ha storicamente annaffiato di più la piantina della gomma (senza peraltro arrivare a risultati come dimostrano le cronache), facendo seccare quella del ferro e, fatto unico in Italia, non mettendo mai le due modalità l’una al servizio dell’altra. I tempi moderni richiedono una totale e decisa inversione di tendenza.
SUI TRASPORTI OCCORRE ASCOLTARE DI PIU’ I FRUITORI DEL SERVIZIO – Come organizzazioni sindacali dei trasporti, tocchiamo quotidianamente con mano l’inadeguatezza della classe dirigente molisana e più che vigilare sui tempi di consegna dei lavori e tutelare i lavoratori che rappresentiamo, non possiamo fare, o meglio: non ci è stato mai permesso di incidere nelle scelte. Abbiamo qualche volta partecipato, ma sempre poco o nulla contato. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Ecco perché i sindacati del settore trasporto auspicano che, quando questa interruzione temporanea sarà conclusa, ai tavoli per progettare un moderno TPL regionale ci siano gli utenti e i lavoratori del settore e solo allora, forse, i dirigenti di Trenitalia e di RFI sembreranno più simpatici al popolo dei pendolari molisani.
di moliseweb.it