A Castropignano è riapparso l’Arcangelo Gabriele
Di questo raro esempio quattrocentesco dell’arcangelo Gabriele scolpito nella pietra si erano perse le tracce
di Franco Valente – fb
21 ottobre 2020
Il 26 settembre 2004 mi infilai nella cripta della cappella palatina del castello di Castropignano.
Da quel luogo qualche mese prima avevano tirato fuori migliaia di crani, tibie e femori umani che, ammucchiati in sacchi dell’immondizia, erano stati lasciati a macerare in una delle stanze scoperchiate del castello.
Alle ossa, dopo la mia protesta, fu data degna sepoltura nel cimitero comunale.
Nella cripta erano rimaste alcune pietre, avanzi di parti demolite del castello.
Tra esse un pezzo di una lastra tombale del 1705, un capitello con ovuli e volute e un frammento di una Annunciazione.
Di quest’ultima opera avevo riconosciuto l’arcangelo Gabriele che, inginocchiato di profilo e con una grande ala, faceva la riverenza a una scomparsa Maria Madre di Dio.
I caratteri stilistici sembravano rinviare al Quattrocento la sua esecuzione.
Più precisamente sospettai che si trattasse di un’opera realizzata a Napoli ai tempi in cui Andrea d’Evoli, titolare del feudo di Castropignano, poco dopo il 1457 frequentava Emilia Pandone, sorella del conte Francesco Pandone di Venafro, che aveva il suo palazzo a Napoli e che sarebbe diventata sua moglie.
Di questo raro esempio quattrocentesco dell’arcangelo Gabriele scolpito nella pietra, qualche anno dopo, si erano perse le tracce.
Non saprei dire se per incuria di chi effettuava i lavori al castello o se per una qualche bravata notturna di giovani perditempo.
Quando però ci si era rassegnati a non rivederlo più, Pasquale Luciani da Castropignano mi ha dato la bella notizia.
Mentre la sua associazione partecipava all’iniziativa di sistemare un sentiero ai piedi del castello, nella parte scoscesa, è venuto fuori il frammento scomparso.
Qualche minuto dopo mi ha chiamato il sindaco Nicola Scapillati per comunicarmi, anch’egli, la sua gioia.
Sarà l’occasione, una volta sistemato decentemente, di darne comunicazione a tutti gli appassionati di storia antica.
Con il ritorno dell’arcangelo nel suo castello aumenta così il desiderio di concentrare attorno a questo insigne monumento ogni sforzo per esaltare la sua imponente architettura e per rinnovare il ricordo dei grandi personaggi che lo hanno abitato.
di Franco Valente – fb