Covid: scuole chiuse
Ordinanza regionale di difficile comprensione
di Micaela Fanelli – fb
10 dicembre 2020
Toma ha pubblicato l’annunciata ordinanza. SI prevede una chiusura parziale delle “scuole”.
Stiamo tentando di interpretare che cosa c’è scritto, ma non è facile, poiché, come spesso succede, è scritta male. L’art.1, comma 9, lettera s del dpcm del 3 dicembre 2020, citato in tale ordinanza, non esiste. Si riferisce probabilmente al comma 10 della lettera s) del suddetto dpcm, che prevede la possibilità di erogare le attività con determinati requisiti.
Si ritiene quindi che la deroga ammessa esplicitamente nell’ordinanza sia per garantire i laboratori e l’attività dei disabili. Per il resto, Toma chiude le scuole medie, come nelle zone rosse, e demanda ai sindaci la decisione per le scuole primarie, scaricando su di loro la scelta. I sindaci del Molise ora hanno in mano la patata bollente e devono decidere se mantenere aperte le scuole “elementari”.
Un punto certo, restano in attività le scuole dell’infanzia così come previsto nell’art. 1 primo comma.
Circa la mobilità si impone di non prendere i mezzi pubblici, salvo casi di eccezione, fra i quali per fortuna quella riguardante il lavoro. Tuttavia non si capisce se le corse rimangono o vengono ridotte, originando il problema del primo lockdown, quando i nostri lavoratori pendolari rimasero senza molte linee indispensabili. Si spera non si ripeta lo stesso errore. Lo chiediamo anche da parte dei Comitati che si costituirono a marzo e che sono tornati attivi dopo le dichiarazioni e le scelte di Toma.
Infine, bene avere a cuore le attività delle imprese e particolarmente quelle commerciali, ma bloccare il trasporto pubblico avrà ripercussioni. La soluzione più efficace era aumentare le corse e farle svolgere senza rischi. Questo sì non avrebbe comportato conseguenze per la situazione già compromessa del commercio.
Per chiudere quindi due “domandone”: siamo sostanzialmente regione rossa? Non dovevamo agire bene e prima?
di Micaela Fanelli – fb