L’esercizio della fantasia
“E’ la pandemia in corso che ci ha costretti a fare questo splendido esercizio!”
di Don Nicola Mattia (da termolionline.it)
29 dicembre 2020
La pandemia in corso ci ha costretti a fare un esercizio splendido! Quello della fantasia.
Nessun lockdown può imporre agli occhi del cuore e della mente a stare rinchiusi e, ad occhi chiusi e cuore aperto, possiamo arrivare dove i piedi non possono portarci! Questa pandemia un miracolo lo ha fatto: ci ha costretti ad apprezzare tutto quello che abbiamo a Km 0; a renderci conto di quanta bellezza ci circonda.
In un territorio così piccolo come può essere quello del basso Molise che coincide quasi totalmente con il territorio della Diocesi di Termoli – Larino, quanta bellezza! Il tempo che viviamo ci sta aiutando a ricordare che il pellegrinaggio più bello e più vero è quello che con i pastori oppure con i magi ma anche con la stella ci conduce all’incontro con il Mistero! E così mi metto in cammino e in questo Natale 2020 (che non vivo né come anomalo e neppure come particolare ma come dono per la mia vita), per il pellegrinaggio nel Mistero di Dio che nel Bambino di Betlemme si lascia incontrare nella tenerezza.
Ho voluto farlo sgranando ancora di più i miei occhi per ammirare quanta bellezza ha prodotto nei nostri paesi il desiderio di rappresentare nell’arte gli eventi che questi giorni ci è dato di celebrare.
A Montorio nei Frentani è d’obbligo la prima sosta per ammirare nell’opera di Teodoro D’Errico (morto 1618), l’Annuncio dell’angelo a Maria: nello stupore dell’armonia dei colori, nella meraviglia dell’architettura scenografica, non sfuggano le labbra socchiuse di Maria aperte per un SI che ha cambiato le sorti della storia. Chi ha seguito l’artista, evidentemente conosceva benissimo i sermoni di S. Antonio di Padova. Quanto da questo santo predicato qui è stato iconografato.
Basta spostarsi di poco e la stessa scena, a Ripabottoni, per il pennello di Paolo Gamba (XVIII sec.) ci mostra la Vergine Maria aperta al mistero e tutta avvolta di un manto azzurro che, con silenziosa eloquenza parla del divino che irrompe nel suo grembo. A volo d’angelo (è proprio il caso) passiamo a San Giuliano di Puglia: una scultura lignea policroma ci pone in ascolto del dialogo tra l’angelo e Maria.
Continuiamo il camino per trovare altre Annunciazioni a Larino, Guglionesi e, soprattutto l’Annunciazione sulla facciata della nostra Cattedrale a Termoli che, a detta dell’architetto Franco Valente, potrebbe essere la più antica di tutto il Molise. Il mistero del Natale coinvolge San Giuseppe ma, nonostante la grande devozione che a questo santo riservano molti paesi della Diocesi di Termoli – Larino, nell’iconografia di questo santo, in questo territorio, non si trovano opere che raffigurino l’annuncio dell’angelo che il santo ha avuto in sogno. Dal Vangelo di San Matteo scopriamo che in seguito al sogno, Giuseppe sposa Maria dando così al nascituro Gesù una legittimità giuridica. Una piccola tela conservata a San Martino in Pensilis, ci rende partecipi dell’evento: Giuseppe in ginocchio pone l’anello al dito di Maria che non nasconde la sua gravidanza mentre il sacerdote benedice questa santa e casta unione. La dolcezza sul volto di Maria e lo stupore su quello dello sposo non possono lasciarci indifferenti. Dobbiamo spostarci a Lucito per seguire il cammino della Vergine in visita a Santa Elisabetta e continuare il cammino fino al Santuario della Madonna delle Grazie a Termoli per continuare a contemplare questo evento e cantare con Maria il suo Magnificat. Il cuore dell’evento, la Natività di Gesù, lo possiamo contemplare a Casacalenda. La Natività attribuita al Santafede (siamo tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600). Il Bambino avvolto di luce guarda la Madre il cui grembo è ancora gravido nonostante il parto. Questo splendido simbolismo ci aiuta a comprendere quanto dice Isacco della Stella (+ 1169): “Maria e la Chiesa sono una sola madre” che continua a partorire. Secondo un prefazio del rito mozarabico: “Maria partorisce il capo al corpo. La Chiesa partorisce, nel Battesimo, il corpo al Capo”. Se proviamo a far ruotare la figura del Bambino di 45° lo vedremo iconografato nel mistero della Risurrezione.
A Ripabottoni, nella chiesa dell’Immacolata, troviamo un tondo di Giambattista Gamba padre del più famoso Paolo nel quale la natività è iconografata in un modo particolare: al posto della mangiatoia, il Bambino è posto su un’antica ara sacrificale dalla quale è stato tolto un agnello già pronto per essere immolato e ora adagiato ai piedi dell’ara stessa. Maria, in quest’opera, raccolta in preghiera sembra assumere il ruolo sacerdotale nell’offerta del Figlio. Nel convento dei cappuccini a Larino una bella natività e, anche se non facilmente visitabile, nella chiesa di S. Antonio a Guglionesi, l’affresco raffigurante la natività suscita curiosità e interesse. In tutte le Madonne con Bambino distribuite nel territorio diocesano possiamo contemplare il mistero del Natale.
Alcune di queste opere sono veramente rilevanti e suscitano un interesse che va oltre i confini regionali e anche nazionali; è il caso delle opere di Michele Greco da Valona (inizi 1500) che troviamo a Guglionesi ma anche la maternità di Colletorto è bella come pura la Madonna con Bambino che troviamo a Larino, Termoli – Madonna a Lungo e Madonna delle Grazie, Montenero di Bisaccia e a Ururi (solo per dirne alcune. Bisogna considerare che oltre alle tele, di Madonne con Bambino in diocesi si hanno molte statue e sarebbe difficile elencarle tutte, grazie a Dio!).
Suscita curiosità il fatto che nelle opere d’arte della nostra diocesi il Natale è sempre raffigurato come il Natale dei poveri: nelle nostre natività troviamo ad adorare solo i pastori. Opere d’arte rilevanti che raffigurino i magi, non ne abbiamo se non in un’antica icona di stile orientale di una collezione privata a Guglionesi. Fino agli inizi degli anni 2000 nel convento delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida, all’Istituto Gesù e Maria di Termoli, si conservavano delle statue per il presepe (e tra essi anche i magi), risalenti alla fine del ‘770 inizio ‘800, da quella data, lo scrivente ne ha perso le tracce ma probabilmente sono ancora conservate dalle suore. Tutte le nostre chiese, parrocchiali e non, allestiscono il presepe e quindi è facile attraverso esso andare almeno con il cuore a Betlemme.
Se l’iconografia riguardante l’Epifania è poca non si può dire altrettanto della pietà popolare e del folklore: in molti paesi del basso Molise il canto vigiliare della Pasquetta al 5 gennaio è un rito irrinunciabile e per goderlo in pieno è necessario partecipare non da spettatori soprattutto alla “Pasquettona” di Santa Croce di Magliano. Nel canto di Guglionesi il riferimento ai magi è esplicito così come esplicito è il riferimento alle nozze nelle strofe di San Martino in Pensilis. Per andare al Tempio di Gerusalemme e ammirare il mistero della presentazione di Gesù al Tempio, torniamo nella Cattedrale di Termoli dove, nella lunetta del portale, sono ancora individuabili i resti della scena. Anche un particolare dei misteri del Rosario di Lucito riporta l’evento della Presentazione di Gesù al Tempio. Un’altra scena del ciclo del Natale, la fuga in Egitto, è poco rappresentata nel percorso iconografico diocesano.
Troviamo uno stucco sulla volta della chiesa parrocchiale di Portocannone dove, la scena è ambientata su una barca. Sembra quasi che la comunità albanesi si riconosca nell’esodo della Sacra Famiglia e si riveda nella traversata che la comunità arbresch ha fatta dall’una all’altra sponda dell’Adriatico per approdare in queste terre. Una tela della fuga in Egitto si trova a San Martino in Pensilis ed è parte di una collezione privata. Al mistero del Natale e in particolare al ciclo liturgico dell’Epifania appartengono anche il Battesimo di Gesù al Giordano e le Nozze di Cana le opere che in modo particolare potrebbero colpire il pellegrino – visitatore, le troviamo: a Ripabottoni una scultura lignea e policroma a tutto tondo posta alla sommità della custodia del fonte battesimale e raffigurante il battesimo al Giordano mentre nel refettorio delle suore a Colletorto troviamo un affresco con le nozze di Cana.
Il percorso- pellegrinaggio del Natale nel territorio diocesano termina la grandissima gioia che, secondo i vangeli provarono i magi, coinvolga anche noi che in ogni Eucarestia partecipiamo al banchetto di nozze dell’Agnello.
di Don Nicola Mattia (da termolionline.it)