• 2 Febbraio 2021

ll Molise nascosto

Oggi si ricorda la Presentazione di Gesù al Tempio.  A S. Maria delle Grotte uno straordinario affresco angioino.

di Franco Valente – fb 

2 febbraio 2021

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Tra gli affreschi più belli della chiesa rupestre di S. Maria delle Grotte a Rocchetta a Volturno, un posto di rilievo è occupato dalla Presentazione di Gesù Bambino al Tempio…

Dal Vangelo di Luca (2,21-38): Venne poi il giorno in cui, secondo la legge di Mosè, essi si dovevano purificare. Maria e Giuseppe portarono il bimbo a Gerusalemme per presentarlo al Signore, conforme a quanto è scritto nella legge del Signore: Ogni bimbo, primogenito sarà consacrato al Signore, e per offrire un sacrificio in base a quanto è detto nella legge del Signore: Un paio di tortorelle o due piccioni (…).

 

Simeone venne dunque al Tempio, mosso dallo Spirito. Quando Giuseppe e Maria portarono il bimbo Gesù per compiere a suo riguardo le prescrizioni della legge, Simeone lo prese fra le braccia, benedisse Dio e disse: Adesso, o Signore, tu puoi, secondo la tua parola, lasciare che il tuo servo se ne vada in pace, poiché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, che hai preparato al cospetto di tutti i popoli, luce per illuminare le nazioni e gloria del tuo popolo Israele (…).

C’era lì anche una profetessa, Anna, figlia di Fannel, della tribù di Aser. Era molto avanzata di età. Dopo essere vissuta, dal tempo della sua verginità, sette anni con il marito, era rimasta vedova, giunta all’età di ottantaquattro anni non lasciava mai il tempio, servendo Dio notte e giorno, nel digiuno e nella preghiera. Arrivò in quello stesso istante e si mise a lodare Dio e a parlare del bimbo a tutti coloro che aspettavano la liberazione di Gerusalemme…

È questa la composizione giuntaci più completa nella narrazione e che si ricollega con evidenza ai moduli compositivi più tradizionali. È inevitabile per esempio il riferimento complessivo ai mosaici di Pietro Cavallini, del 1291, a S. Maria in Trastevere, anche se nessun riferimento stilistico accomuna le due opere. È rispettato ogni dettaglio della narrazione evangelica. S. Giuseppe sulla sinistra, con aureola gialla, è in piedi e regge nelle mani due colombe.

I capelli, ben pettinati, sono bianchi mentre bionda è la barba. Ha una tunica giallo-oro su cui si sovrappone un mantello rosso. La Madonna, anch’essa in piedi, regge nelle mani il Bambino che si rivolge con le mani tese verso Simeone. L’aureola è rossa, la tunica ed il mantello sono scuri. S. Simeone, l’anziano sacerdote, con le mani rivolte verso il Bambino, è coperto da un grande mantello verde-chiaro che nasconde quasi completamente la tunica rossa da cui fuoriesce un piede scalzo. I capelli bianchi, molto lunghi, scendono scompigliati sulle spalle inarcate. Una barba fluente ed ispida caratterizza il viso incorniciato in un’aureola gialla…

Tra la Madonna e Simeone, nella parte bassa, è situato un piccolo tavolo che allude ad un altare. È coperto da una tela di lino che, pieghettata sui lati, presenta motivi decorativi geometrici in rosso. Su di esso è poggiato solamente un calice. La composizione si arricchisce con l’accenno a tre arcatelle che nella parte alta, simboleggiando il tempio, vanno a confondersi con le cornici piane che inquadrano l’intero episodio e su cui compare l’epigrafe in caratteri gotici: S. SIMEON.

(Estratto da Franco Valente, S. Vincenzo al Volturno, architettura ed arte, Montecassino 1995)

di Franco Valente – fb 

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