Quando gli inverni erano inverni!
Lettera all’autore della foto
di Raffaele Anniballe
10 marzo 2021
Alla mia età, che sta diventando, ahimè, vetusta, si tende a vivere di ricordi antichi; basta talvolta uno stimolo, anche solo visivo, tattile o olfattivo, per riportarti indietro nel tempo a fantasticare… Sarà forse perché la memoria “storica” è ancora attiva e vivace mentre quella recente o, come la chiamano, di lavoro, diventa sempre più labile e fugace.
Questa tua bellissima e preziosa foto mi ricorda il tempo di quando “gli inverni erano inverni” (luogo comune).
Se non vado errato, fu proprio nel 1954 che Agnone rimase isolata per circa due settimane; venne un battaglione di alpini sciatori che rimasero per oltre un mese acquartierati in paese, alloggiando con le loro brande da campo, all’interno di un teatrino dell’oratorio dei Padri Cappuccini. Al mattino uscivano con gli sci portando sulle spalle pesanti zaini per rifornire di generi di prima necessità i piccoli paesi (di 1.000-2.000 abitanti) del circondario che rimasero isolati per lungo tempo.
Capracotta rimase irraggiungibile per circa un mese, nonostante il Comune avesse in dotazione uno spartineve particolare di fabbricazione americana, di sua proprietà e non dell’Anas, perchè frutto di una colletta dei capracottesi emigrati negli U.S.A. che ben ricordavano i lunghi periodi di isolamento invernale, senza luce e senza rifornimenti. Era mastodontico: aveva il vomere anteriore di oltre 2 metri di altezza e la cabina del conduttore era posta a circa 3 metri da terra per osservare meglio, dall’alto, il percorso stradale che, naturalmente, si poteva solo intuire; pure con questi potenti mezzi il paese rimaneva spesso isolato perché al momento del bisogno capitava un improvviso forfait per rottura di qualche pezzo di ricambio, introvabile in Italia, che purtroppo, tradendo i migliori auspici dei donatori, doveva essere ordinato negli U.S.A. e doveva poi raggiungere, spesso via nave, il porto di Napoli e pervenire infine a Capracotta! Aggiungo che prima dell’arrivo ad Agnone del battaglione alpino, i primi rifornimenti di farina, zucchero, pasta, ormai esauriti nei negozi locali, vennero paracadutati sull’abitato (campo sportivo) da due aerei dell’Aeronautica militare.
Puoi ora meglio comprendere quello che intendevo dirti nella mia premessa: mi è bastata la tua foto per richiamare alla memoria fatti di un piccolo mondo antico in cui, almeno così mi sembra ora, pur tra mille difficoltà, pare si vivesse meglio; sicuramente perché eravamo ancora ragazzi ed avevamo la vita davanti, ma soprattutto perché animati da grandi speranze, ben riposte, nel futuro che ci attendeva.
(Foto: La corriera Cerella bloccata tra Agnone e Vasto nel 1954 – foto di I. Candeloro)
di Raffaele Anniballe (da letteraturacapracottese.com)