• 15 Marzo 2021

U penziere /16)

Tutti i nodi, prima o poi, vengono al pettine

di Pasquale Di Lena

15 marzo 2021

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Non c’è pace per chi ha nelle mani la sanità molisana.
Ci mancava anche la distribuzione “urbi et orbi” del vaccino nell’area Neuromed di Pozzilli e, in più, la trasmissione della 7 “Piazza pulita” a dare risalto alla notizia, per niente bella, di un accaparramento di vaccini per tutti, dal personale della struttura sanitaria e, non solo, anche di una televisione di proprietà della famiglia Patriciello.
Una intervista che ha messo in difficoltà il parlamentare europeo, chiaramente infastidito, presentato come l’onorevole dalle 100mila preferenze, titolare di 20 cliniche tra Lazio, Campania e Molise. Una superpotenza nel campo sanitario, costruita tutta negli ultimi 20anni. Il confronto con la vicina Conca Casale, il paesino di 170 abitanti, per la gran parte anziani, tutti ancora in attesa di essere chiamati per fare il vaccino, è la cosa che ha più colpito Formigli, il conduttore della trasmissione del giovedì, e, ancor più, il suo ospite Boeri.
Ancora una volta il Molise in prima pagina per vicende che imbrattano, al pari del logo commissionato dalla Regione, la sua immagine.
C’è dell’altro, sempre con riferimento alla situazione della sanità molisana, che deve far riflettere tutti i molisani. Parlo dell’intervista fatta da Maurizio Varriano per Molise Web a un rappresentante del Consorzio che si è aggiudicato l’appalto della costruzione della famosa “torre”, così cara a Toma e Florenzano. L’avviso di garanzia al Commissario ad acta, dr. Giustini, e le pronte dimissioni dell’indiziato, avevano fatto tirare un sospiro di sollievo ai responsabili dello sfascio della sanità molisana nel tempo della pandemia.
Era stato trovato, come ha sottolineato l’avvocato Enzo Iacovino, il capro espiatorio, che – non si sa perché – si è lasciato prendere dalla rete lanciata da chi blocca da venti e più anni la sanità molisana, per favorire la privatizzazione della stessa. Il capro espiatorio si diceva – visto che le tante questioni aperte dalle denunce di comitati e singoli cittadini (tutte donne), non sono state prese in considerazione. Nessuno poteva immaginare che il diavolo, con il suo comportamento sadico nelle situazioni più ingarbugliate, ci avrebbe messo la coda. Ed ecco che viene diffusa l’intervista al rappresentante del Consorzio che ha vinto la gara di appalto della costruzione della tanto famosa “torre”, quella del non senso, vista la disponibilità di una struttura di proprietà della Regione Molise, il Vietri di Larino, già pronta all’inizio della pandemia e, con pochi euro, attrezzato per essere centro Covid.
L’utilizzo di questa struttura, costata ai cittadini italiani 90 miliardi di vecchie lire, avrebbe comportato un risparmio di tempo e di denaro (9 milioni di euro che, si dice, diventeranno 13milioni di euro) quando la “torre” sarà pronta. C’è da dire se e quando, dopo aver ascoltato il lungo sfogo dell’imprenditore alla fine dell’incontro del tavolo di lavoro! Un macigno lanciato sulla struttura inserita nella gara di appalto e, soprattutto, sui responsabili della gara. Un macigno che, solo volendo, dovrebbe allarmare le istituzioni preposte e, in modo particolare, i consiglieri regionali che hanno più di una ragione per chiedere spiegazioni ai responsabili delle strutture che – è bene sottolinearlo – fanno capo alla Regione Molise, cioè l’istituzione da loro rappresentata. In pratica i primi che la dovrebbero difendere, chiedendo puntuali risposte alle tante domande che si è posto l’imprenditore e quali decisioni sono state prese in un momento sempre più grave che il Molise vive con l’aumento esponenziale dei contagi e, purtroppo, registrando un numero impressionante di morti (395 il dato di oggi 12 Marzo).
Un momento che, – non va dimenticato – è il frutto di una scelta errata, soprattutto perché voluta ad ogni costo, complice il silenzio di chi doveva opporsi. Alle domande puntuali fatte da Maurizio, uno che ama questo Molise e conosce bene la questione sanità molisana, l’intervistato risponde con dovizia di particolari, sia quelli riguardanti i fatti che quelli che fanno riferimento ai diversi protagonisti di una vicenda davvero triste, inaudita. Spreco di tempo e di denaro, si diceva, per non aver voluto utilizzare l’ospedale “Vietri”, per il No dato dal Direttore dell’Asrem a ben due mozioni approvate a maggioranza dal Consiglio regionale, con i consiglieri, ignari del ruolo loro affidato, che lo hanno accettato in silenzio, lasciando al proprio posto il direttore Asrem che, così ha continuato a combinare, non da solo, i tanti guai che oggi registriamo tutti con tanta indignazione e con un dolore grande. Indignazione anche per chi non ha chiesto, sin dalla prima mozione approvata, le dimissioni del direttore dell’Asrem che ha detto No al Consiglio regionale! Il No di un dirigente, per di più nominato, che ha il compito e il dovere di eseguire le decisioni prese dal Consiglio regionale e di farle rispettare.
Solo pochi giorni fa l’annuncio, da parte di un consigliere della richiesta di dimissioni del dirigente Asrem, ma non del Presidente Toma, che l’ha invogliato, per il semplice motivo – dicono i beni informati – che Toma, una volta non più presidente, manderebbe tutti a casa. Tutti a casa!

di Pasquale Di Lena

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