Bloccare il consumo di suolo
Dovremmo iniziare a prendere coscienza di questo enorme privilegio e chiedere alla Regione Molise una legge sull’arresto del consumo di suolo
di Loredana Pietroniro
16 marzo 2021
In momenti eccezionali, e questo del coronavirus lo è, bisogna avere il coraggio di elaborare un pensiero visionario, il mio per il 2021 è questo: l’“arresto del consumo di suolo in Molise”. Tale “pensiero” nasce nella consapevolezza di vivere in una Regione dove dall’Unità d’Italia ad oggi la popolazione è progressivamente diminuita, (unica regione in Italia!) mentre il “cemento” è esponenzialmente aumentato. Che farcene di tutto questo “cemento” se non ci sono cittadini? La nostra regione ha enormi potenzialità culturali ed ambientali che caratterizzano il paesaggio e noi dovremmo essere capaci di difenderlo, preservarlo e promuoverne la tutela e la valorizzazione, riconoscendolo come bene comune piuttosto che vederlo saccheggiato nell’indifferenza di tutti.
Dovremmo iniziare a prendere coscienza di questo enorme privilegio e chiedere alla Regione una legge sull’arresto del consumo di suolo e concentrarci tutti, ciascuno con le proprie competenze e professionalità, a promuovere politiche e buone pratiche, mediante l’individuazione di strumenti efficaci e di procedimenti idonei e partecipati, per diffondere ed accrescere, a cominciare dalle comunità locali, la conoscenza del paesaggio del Molise come patrimonio unico ed indivisibile dell’intera collettività, nella consapevolezza che tale assunto sia la condizione necessaria per garantire il buon governo del paesaggio e del territorio considerati nella loro interezza e complessità così da generare sviluppo e benessere durevoli, coesione sociale, competitività territoriale ed economica, rafforzando l’identità regionale e migliorando la qualità dei luoghi.
Non è un’utopia. Il discorso è urgente e necessario per la nostra regione. Proviamo a guardare, tutti, il grande patrimonio di alloggi ed edifici pubblici presenti nei nostri paesi. Molti centri storici sono ridotti a simulacri di rovine senza anima, senza persone. Proviamo a pensare come questo spazio anonimo potrebbe diventare di nuovo un luogo vivente. In che modo?
– Recuperare gli edifici pubblici e privati abbandonati per trasformarli in edilizia popolare da destinare a giovani coppie o semplicemente e/o a giovani che vogliono vivere da soli e staccarsi dalla famiglia.
– Smetterla di urbanizzare la campagna in maniera disordinata a danno del paesaggio.
– Stop al consumo di “suolo” nell’accezione di terreno fertile e quindi preposto alla attività agricola, quindi a nutrirci. Il terreno fertile è una risorsa finita, non è replicabile, una volta perso è per sempre.
Un altro aspetto importante che dovrebbe farci riflettere è il valore del patrimonio immobiliare. La possibilità di vederlo rivalutato diminuendo l’offerta. Costruire nuove case comporta due danni gravi, lo spreco di “terreno fertile” e la diminuzione del valore del patrimonio immobiliare “vecchio”. Case bellissime nei centri storici che non valgono nulla perché non c’è nessuno interessato a comprarle, avendo, i cittadini, sempre case nuove in costruzione da poter acquistare.
Le imprese che si occupano di edilizia non hanno nulla da temere. C’è da lavorare per tutti. Recuperare tutto il patrimonio edilizio dismesso e rimetterlo a nuovo comporterebbe un grandissimo impegno di manodopera capace di dare lavoro a tutti.
di Loredana Pietroniro (Referente Forum Salviamo il Paesaggio Molise)