• 8 Aprile 2021

South Beach: il Molise che non vogliamo.1

4 alberghi, 200 ristoranti, 18 lidi e grattacieli da 25 piani. L’investimento cinese da 3 miliardi divide

di Stefano Di Leonardo

8 aprile 2021

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Il progetto si chiama South Beach perché in qualche modo dovrebbe richiamare Miami Beach.
Non è uno scherzo, ma un investimento reale da oltre 3 miliardi di euro che potrebbe cambiare per sempre non solo una fascia di costa del territorio di Montenero di Bisaccia ma in qualche modo l’intero Molise.
L’investimento era stato annunciato poco più di un anno fa dall’ex sindaco montenerese Nicola Travaglini dopo l’incontro con l‘imprenditore canadese George Cohen. Ma l’uomo d’affari nordamericano avrebbe in piedi partnership con facoltosi investitori cinesi innamorati di questo angolo di Italia, tanto da averlo preferito al Portogallo e alla Grecia dove avrebbero potuto indirizzare le loro mire imprenditoriali.
Si tratta di un mega insediamento turistico residenziale che dovrebbe ospitare ville signorili in prossimità del mare, ma anche enormi grattacieli di 25 piani a ridosso della statale 16 e dell’autostrada A14, anche queste con vista mare.
Il progetto individua anche gallerie commerciali, sale conferenze, lussuosi alberghi e ristoranti, centri conferenze, centri benessere, campo da golf e persino canali navigabili per arrivare a ridosso delle abitazioni con delle piccole imbarcazioni.
Se tutto questo sembra futuristico, la realtà è che l’iter di South Beach è già partito con la presentazione del progetto al Comune di Montenero e con una delibera della Giunta regionale che istituisce il tavolo tecnico del comitato per l’accordo di programma, in sostanza chiama a raccolta tutti gli enti interessati affinché esprimano il loro parere in conferenza di servizi.
A Montenero di Bisaccia non manca qualche voce contraria, come quella del neonato comitato civico ‘Costa Verde Mare Nostrum’ che ha scritto una lettera indirizzata a vari enti che vanno dal Consiglio dei Ministri alla Regione Molise passando per l’Anac, al fine di esprimere numerose osservazioni al progetto che va dalla foce del fiume Trigno a quella del torrente Mergolo, vale a dire al confine con Petacciato.
Attualmente questo lembo di terra tagliato a metà dalla Statale 16 è in gran parte incolto. A parte qualche piccola coltivazione di asparagi americani, sia i terreni che guardano verso il mare, che quelli a valle di a Montebello sono del tutto inutilizzati. Va precisato che a parte 5 ettari appartenenti al comune di Montenero e l’idrovora a ridosso del Trigno, che invece appartiene al Consorzio di Bonifica, tutto il resto di questi enormi appezzamenti è di proprietà privata. Per questo gli investitori di South Beach avrebbero proposto l’acquisto sia al Comune di Montenero che ai proprietari dei terreni trovando a quanto sembra la disponibilità di questi ultimi.
Ma in cosa consiste realmente il maxi investimento da oltre 3 miliardi di euro? Gli investitori individuano nel Molise una terra di enormi potenzialità ancora non sviluppate per il turismo di lusso. Niente a che vedere quindi con i grattacieli esistenti in altre aree limitrofe con tutti i limiti e le pecche che conosciamo.
Il progetto South Beach disegna infatti un futuro attualmente difficile da immaginare. Per quanto riguarda gli immobili è stato messo nero su bianco una idea da 17 ville signorili, 11 delle quali a ridosso del mare. Ci sarebbero poi, sul versante più interno, 25 edifici da 8 piani, 22 edifici da 10 piani, 25 edifici da 12 piani e poi delle enormi torri: ben 16 da 15 piani, altre 23 da 20 piani e infine 16 torri da 25 piani.
A questi edifici ad uso abitativo vanno aggiunti 200 immobili di quella che viene considerata la fascia ristoranti, 4 edifici per alberghi di lusso da 8 piani per un totale di 25.000 metri quadrati, un centro polifunzionale da 15.000 metri quadrati con un grande spazio commerciale, un auditorium oltre a centri benessere, cliniche estetiche e altri centri specialistici.
Infine gli investitori si mostrano pronti a interventi strutturali anche in mare per frenare l’erosione costiera e far sì che il territorio venga trasformato realizzando una rete di canali navigabili così da poter ormeggiare piccole imbarcazioni a ridosso delle residenze. Sulla spiaggia 84.000 metri quadrati verrebbero destinati a 18 diverse concessioni balneari.
Chiaramente i ricavi deriverebbero sia dalla vendita degli immobili che dall’affitto delle strutture. Per quanto riguarda soltanto la vendita l’investimento prevede un ricavo di oltre 5,4 miliardi mentre per gli affitti si calcolano oltre 30 milioni di entrate. Non mancano i progetti relativi alle infrastrutture da realizzare che vanno da una strada statale al lungomare, dai parcheggi alle sottostrutture, dai frangiflutti al ripascimento del litorale, dai canali navigabili ai servizi portuali con costi individuati in circa 135 milioni.
Infrastrutture che chiaramente ricucirebbero questa ‘new town’ sia con la Costa Verde di Montenero marina, anch’essa già in espansione, che con il centro abitato distante però diversi chilometri più all’interno.
C’è anche un cronoprogramma che appare tuttavia quantomeno azzardato: l’inizio dei lavori viene individuato già nel 2022 con le infrastrutture, mentre il completamento totale viene determinato nel 2026.
Non mancano calcoli relativi all’occupazione. Solo durante la fase della costruzione e quindi per quanto riguarda il settore edilizio e tutto quello che gli ruota attorno, South Beach prevede un’occupazione di circa 6.000 persone. Una volta realizzato, il nuovo complesso turistico sarebbe capace di occupare stabilmente oltre 2.000 persone. Inutile rimarcare le ricadute per l’economia molisana che riceverebbe una enorme spinta dal punto di vista occupazionale nonché un gettito fiscale enorme che andrebbe appannaggio sia del Comune di Montenero di Bisaccia che della Regione Molise e quindi dello Stato.
Ma i dubbi sono tanti visto che è notorio come in Italia realizzare delle infrastrutture e dei grandi investimenti su spazi pubblici di questo tipo incontra spesso opposizioni di vario tipo, a cominciare dalla pachidermica burocrazia. Come detto lo scorso 29 marzo la Regione Molise ha deliberato l’istituzione del tavolo tecnico. Sono chiamati a dare un parere svariati enti che vanno dal Comune di Montenero di Bisaccia al Ministero della Cultura, dalla Soprintendenza al Segretariato regionale dei beni culturali, dall’Anas ad Autostrade per l’Italia, dalla Capitaneria di Porto all’Agenzia del Demanio, dai Vigili del Fuoco al Consorzio di Bonifica Trigno e Biferno.
Le possibilità che l’iter si inceppi alla conferenza di servizi sono elevate per quella che è l’esperienza pregressa. Investimenti anche sostanziosi di svariato tipo sulla costa molisana sono stati ipotizzati da decenni ma molto poco finora si è fatto.
Il comitato civico ‘Costa Verde Mare Nostrum’ è fra quelli contrari alla “realizzazione di una massiva, insostenibile ed ostativa edificazione pari a circa cinque milioni di metri cubi” ed elenca motivi urbanistici, paesaggistici, ambientali e culturali, ma anche relativi al rischio sismico e idrogeologico.
“Il vigente PRG del Comune di Montenero di Bisaccia, avendone fissati i parametri, gli ambiti ed i limiti di intervento, pur prevedendo l’urbanizzazione dell’area interessata, non consente l’insediamento proposto che si configura come una destabilizzante e speculativa elargizione di cubatura ‘ad personam’ per realizzare un ecomostro”. E ancora: “La proposta in esame snatura gli elementi essenziali di tutela del paesaggio tipico e contrasta con la sua naturale vocazione turistica prevedendo insediamenti invasivi aventi caratteristiche funzionali ad altri modelli ambientali e socio-culturali. Tale ammasso di torri, che mal si adatta con l’urbanistica consolidata e con gli stili di vita locali, traumatizza il paesaggio, la sua storia, la sua cultura, in una parola la propria identità ambientale il cui valore costituisce riferimento essenziale per innervare uno sviluppo originale, indispensabile per coniugare tipicità culturali, colturali, sostenibilità e target di qualità”.
La sindaca del Comune di Montenero di Bisaccia Simona Contucci sul tema riferisce di avere una idea precisa di chi dovrà avere l’ultima parola sul progetto. “Dovranno essere i cittadini di Montenero a dire sì o no a questo progetto – afferma a Primonumero.it -. Conosco tante persone che davanti all’ipotesi di tenere i propri figli qui in zona, grazie agli investimenti di questo tipo e a un’occupazione del genere, sarebbero ben felici di accogliere questo investimento. In questo modo, non solo Montenero ma anche i paesi limitrofi avrebbero praticamente risolto il problema del lavoro. D’altra parte non posso nascondere che torri di 25 piani cambierebbero completamente l’aspetto della costa. Però osservo anche che oggi Montenero ha 5 metri di erosione costiera all’anno e pochissima possibilità di intervenire. Per questo ho chiesto alla Regione Molise l’istituzione del tavolo tecnico. Voglio che tutti gli enti ci dicano se South Beach si può realizzare o meno. A quel punto valuteremo ogni possibilità per far esprimere i cittadini. Non ho altro interesse se non quello dei monteneresi, ma prima dobbiamo capire se questo progetto è realizzabile”.

di Stefano Di Leonardo (da primonumero.it)

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