South Beach: il Molise che non vogliamo.5
“ ‘South Beach’ deve diventare un caso nazionale”, anche il Prof. Rossano Pazzagli contro il progetto
di Rossano Pazzagli
14 aprile 2021
Il territorio va difeso perché è la vera risorsa di una regione come il Molise, di un paese come l’Italia. Non è solo una questione ambientale, ma anche economica, politica e culturale. Il consumo delle risorse fondamentali (suolo, acqua, aria, paesaggio) e l’impatto sulla costa rappresenterebbero una ferita insanabile per le future generazioni, il contrario di ogni sviluppo sostenibile. Se in passato si sono realizzati interventi di questo tipo, ora è il tempo di cambiare strada e di abbandonare definitivamente in tutta Italia ogni proposito di stravolgimento dell’ambiente costiero.
Secondo quanto finora reso pubblico, il progetto immobiliare “Project Southbeach” prevede un complesso turistico-residenziale di vaste dimensioni cubi direttamente sul mare in circa centocinquanta ettari di superficie tra le foci del Trigno e del Mergolo. per un totale di cinque milioni di metri cubi formato da ville di lusso, palazzi da 8 a 25 piani, ristoranti, alberghi e centri commerciali, senza contare le infrastrutture.
Non solo uno scempio ambientale, ma un mega-piano speculativo, una vera e propria devastazione che annienterebbe l’economia locale che sta faticosamente cercando nuove strade di valorizzazione sociale e territoriale attraverso piccole attività e la creazione di un sistema costiero integrato. Da Termoli a Vasto, questo intervento costituirebbe una perturbazione senza precedenti e una vera e propria colonizzazione del territorio.
L’idea progettuale è stata presentata al Comune di Montenero di Bisaccia, mentre la Regione Molise ha deliberato di istituire un “tavolo tecnico” finalizzato alla stipula dell’accordo di programma che consentirebbe l’approvazione del piano, che interesserebbe il litorale per circa due chilometri di lunghezza e addentrandosi verso l’interno su aree oggi adibite prevalentemente ad attività agricola.
Questo progetto, presentato da un imprenditore canadese, pare con finanziamenti cinesi, richiede uno stop netto e immediato, come già in passato è avvenuto nel Basso Molise per altri progetti a forte impatto (es. centrali nucleari, megastalla Granarolo, ecc.). È già grave che ci siano istituzioni locali e regionali che prendono in considerazione una tale idea progettuale, palesemente in contrasto con ogni modello di turismo compatibile, con le vocazioni territoriali e con i principi del turismo sostenibile stabiliti fin dal 1995 nella conferenza di Lanzarote. Un progetto del genere sarebbe da respingere subito, senza avviare fumosi iter burocratici.
Sono da salutare con favore e da sostenere con forza, quindi, le prese di posizioni delle associazioni e dei comitati civici e di tante voci del territorio che si stanno mobilitando, alle quali speriamo si aggiungano anche le varie istituzioni locali, a partire dai Comuni dell’area.
Ma deve diventare anche un caso nazionale, un caso su cui misurare se sono effettivi i propositi di transizione ecologica dichiarati dal governo in carica e se contano ancora qualcosa gli organismi di tutela del patrimonio culturale e ambientale prevista dall’articolo 9 della Costituzione.
Anche noi all’Università (nella sede di Termoli dell’Università del Molise è attivo un polo per gli studi superiori sul turismo) stiamo insegnando ai giovani che il turismo del futuro è l’opposto di simili progetti e che deve basarsi sulle risorse e le vocazioni territoriali, soddisfacendo le esigenze dei turisti rispettando al tempo stesso il paesaggio, la biodiversità, la struttura sociale e fisica dei luoghi e delle comunità locali.
di Rossano Pazzagli