• 28 Aprile 2021

Con le ali ai piedi

Tappa 18 A da Ripalimosani a Toro…l’allungatoia per i “cultori del bello”

di Angela Seracchioli – fb

28 aprile 2021

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Quando si parla di cose belle il tempo vola e così l’altro giorno a Geo Sveva mi ha chiesto “Perchè una allungatoia?”!  E le cose belle sono così tante che mi è mancato il tempo, rimedio qui aggiungendo anche nomi che non avrei potuto citare in trasmissione…qui si può. (le foto sono in ordine di apparizione sulla tappa e su quello che racconto).
Ricomincio da capo: A maggio sono 10 anni che esiste questo cammino e, nonostante lo abbia scritto sulla guida fin dalla prima edizione di non accorpare le due tappe, siamo alla terza, molti pellegrini vedendo che da Ripalimosani a Toro ci sono solo 14,2 km. e da Toro a Pietracatella altri 13,1 km. e fanno la “bella pensata” e così arrivano a Pietracatella con la lingua che striscia per terra e nessuna voglia di salire fino alla bella chiesa di San Giacomo dopo non aver visto nulla di Toro. E allora è nata la Tappa 18 A che fa sì un giro più lungo sono 24,1 km., ma che è punteggiata di “chicche” di ogni tipo. (Mi era stato chiesto di parlare anche di gastronomia e allora…)
Appena lasciata la bella piazza di Ripalimosani, siamo alle spalle di Campobasso, Molise ovviamente…non si studia più la geografia a scuola e magari c’è qualcuno che non sa dove sia Campobasso ah ah,  e dopo una bella salita, un po’ troppo presto la mattina per aver voglia di degustare vino…ma c’è chi lo ha fatto, si passa davanti ai cancelli dell’azienda agricola Vinica che produce un’ottima Tintilia biologica, un forte e sincero vino molisano che personalmente amo molto, poi, ad un bivio della stradina, se si va a destra si prosegue per la tappa classica se si sale piegando a sinistra…si è dei cultori del bello perchè ci si sta incamminando verso una chiesa stupenda e solitaria nella campagna “Santa Maria della Strada” ricca di portali e bassorilievi longobardi, la chiesa è dell’inizio dell’anno 1000, nello spessore dei bassorilievi del portale laterale quello che amo chiamare il “pellegrinetto longobardo” un omino con sul bastone un sacchettino che sta aspettando i pellegrini da 1000 anni e che camminerà con loro verso la grotta dell’Arcangelo vista la presenza angelica nella chiesa e il suo essere longobardo quindi devoto all’Arcangelo! Da lì in poi la campagna è ondulata e alta donando visuali veramente ampie verso i monti del Matese. Si inizia poi a scendere verso San Giovanni in Galdo (nome longobardo Gualdo- bosco) ma prima ci si imbatte nel basamento del “Tempio italico” un tempio sannita che domina la valle (quanta storia in pochi chilometri!).
Nel bel paesino arriviamo all’ora giusta per fare visita al ristorante di Lucia e Stefano “U vettare du Merutte” dove in un angolino nascosto gustare specialità molisane come la “Pizza e minestra” che non è né una pizza né una minestra…da provare a me piace molto! Si scende ancora per poi risalire in una valletta passando accanto alla casetta dove prova la “Fara band” (pure la band ha un nome longobardo!) l’orchestrina di ragazzi degli anni ’70 che suonano per il piacere di suonare, fra di loro Stefano, batterista proprietario del ristorante di San Giovanni e Fernando tastierista il vostro hospitalero a Toro. In paese ci si arriva dalla parte più alta passando accanto al convento francescano dove ammirare oltre al chiostro affrescato, la bella Madonna della tenerezza una statua del 1400 scoperta recentemente. Sarete poi ospiti della bella e accogliente casa di Fernando e Maria, il B&B Cola-Fasciano.
Sotto il B&B il “Museo etnologico della civiltà contadina e della pietà popolare”, che è la collezione minuziosa e attenta messa insieme da Vincenzo, pellegrino come voi, che sarà ben felice di farla visitare e raccontare un’infinità di storie della vita del paese.  Da lì e da tutto il paese potrete udire a breve, entro questo mese, il suono della nuova campana della chiesa madre dedicata all’Arcangelo Michele, una rarità perchè è la prima campana, che io sappia, che chiede all’Arcangelo di liberare l’umanità dal morbo che la strozza…una bellissima creazione della fonderia Marinelli di Agnone.
Che volete di più in soli 24 chilometri!!!
IL BELLO VI ATTENDE PERCHE’ ESSERE SU UN CAMMINO VUOLE DIRE ASSAPORARE IL BELLO LENTAMENTE E QUESTO CAMMINO E’ SOVRABBONDANTE DI BELLEZZA DI OGNI GENERE ANCHE QUELLA DI INCONTRI UMANI SPECIALI IMPOSSIBILI DA RACCONTARE IN UN POST!

di Angela Seracchioli – fb

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