Il Molise che non vogliamo
Preoccupazioni della Rete dei Comitati Ambientali
di Michele Petraroia
29 aprile 2021
Noto con preoccupazione che i temi delle emergenze ambientali del Basso Molise procedono in ordine sparso con i riflettori accesi sulla colossale opera di cementificazione della costa di Montenero di Bisaccia per oltre 3 miliardi di euro.
Sullo sfondo resta l’eolico selvaggio tra Portocannone e Campomarino, nel mentre è finita in zona d’ombra l’impianto di trattamento rifiuti e stoccaggio ecoballe di Mafalda.
Sul versante del Matese stenta ad avanzare l’avvio del Parco Nazionale.
Da registrare in positivo che nei prossimi giorni una delegazione con anche Italia Nostra consegnerà al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario DRAGHI una relazione con tutte le devastazioni prodotte nel Centro-Sud da impianti eolici e fotovoltaici costruiti ovunque con mere finalità speculative senza alcuna pianificazione paesistica, rispetto delle aree di pregio ambientale o delle zone di interesse comunitario.
Comprendo che ciascun componente di questa Rete è ciascun Comitato o Associazione che ne fa parte è preso da una miriade di questioni e chiaramente è sempre più difficile dedicare tempo ad un coordinamento di carattere generale unendo le migliori energie per sostenere un PROGETTO ecocompatibile ed ecosostenibile che mal si concilia con chi ha derubricato il Molise, il Matese, il Sannio, la Terra dei Frentani, la Daunia, l’Irpinia, la Lucania e le aree interne e svantaggiate del Centro-Sud in territori in cui far arrivare tutto ciò che altrove è rifiutato.
di Michele Petraroia (Rete Comitati Ambientali)