La Chiesa di S. Giovanni dei Gelsi
Lo spaccato di una vecchia ricerca sul Convento annesso alla stessa chiesa, sita nel contrada antistante al cimitero, quello di S. Maria della Pace di Campobasso
di Arnaldo Brunale- fb
4 maggio 2021
Il convento di S. Giovanni dei Gelsi fu fondato nel 1407 da fra Giovanni da Stroncone, allora commissario generale dei frati osservanti. Questo convento, che si trova nell’omonima contrada antistante al cimitero, quello di S. Maria della Pace (ora conosciuto come convento dei Cappuccini) e il convento francescano posto sulla sommità dei monti frontalmente al Castello Manforte, sono gli unici esistenti nella nostra città.
Sull’origine del nome di questa struttura si è scritto molto ed in maniera controversa, senza, per altro, giungere ad una posizione univoca sulle cause da cui è scaturito il suo toponimo. Ci sono studiosi, come padre Doroteo Forte, che affermano che esso possa derivare da una corruzione linguistica del termine “querce”, essenze arboree di cui era ricco il luogo, prima in una metatesi “cerqua”, poi in “cerza”, quindi in “cerlsa”, infine in “celsi”. Ciò sembrerebbe essere confortato dal notaio Tommaso Capocefalo, in un suo rogito del 1661, là dove scrive di una masseria posta in contrada S. Giovanni dei Celsi ed anche dalla descrizione fatta nel 1683 da un padre visitatore del convento, di cui non è dato conoscere il nome, che descrive il luogo antistante alla struttura, ricco di querce. Altri studiosi, probabilmente meno addentro alla linguistica ed alle contaminatio che caratterizzano l’arricchimento e la trasformazione dei lemmi nell’arco dei secoli, riferiscono che il toponimo possa essere stato ripreso più semplicemente dalla coltivazione dei gelsi necessari per l’allevamento dei bachi da seta da cui si ricavava la seta. Anche sull’iniziale struttura di questo complesso ci sono tesi contrastanti.
C’è chi, come il Tarantino, afferma che esso fu eretto su un luogo dove già sorgeva un piccolo eremo o, addirittura, un antico monastero benedettino dove, sembra, che si sia fermato a pernottare anche S. Francesco d’Assisi prima di raggiungere in pellegrinaggio la Grotta del Gargano posta sul Monte S. Michele; chi, invece, come il Gasdia, riferisce si essere stato costruito sul luogo dove era posta una vecchia masseria. Più recentemente, infine, il canonico Giuseppe Di Fabio, basandosi sull’esistenza di due finestrelle in stile romanico poste nella sagrestia e su alcuni fortunati rinvenimenti fatti nel 1968 dai frati Umile Ferrara e Giovanni Petrella durante i lavori di restauro della cripta (alcuni capitelli romanici ed un pezzo di legno con su inciso la data del 1187), asserisce che la struttura dovette essere posta in essere antecedentemente alla citata data del 1407 e che quasi sicuramente Giovanni da Stroncone, avendo trovato sul luogo già una cappella dedicata a S. Giovanni Battista, decise di ampliare il vetusto edificio edificandovi nei pressi il primordiale nucleo conventuale.
A conforto della sua tesi lo studioso riferisce che i frati osservanti la regola di S. Francesco non avrebbero mai potuto dedicare una chiesa a San Giovanni Battista, per cui, Giovanni da Stroncone, avendola trovata sul posto dove aveva stabilito di edificare il convento, decise di mantenere in vita sia la struttura che il suo toponimo.
di Arnaldo Brunale- fb