Emilio Spensieri, cantore di questa terra
Ricorre a maggio il centodecimo anniversario della nascita del poeta e scrittore molisano
di Francesco Vitale
11 maggio 2021
Ricorre a maggioi il centodecimo anniversario della nascita del poeta e scrittore molisano Emilio Spensieri. Nato a Vinchiaturo il 9 maggio del 1911, dedicò la sua vita a celebrare e raccontare le bellezze della sua terra.
Scrittore sensibile e poeta raffinato, riuscì a fare della lingua vinchiaturese letteratura, applicando al suo dialetto gli schemi della poesia. La gran parte delle sue produzioni sono in endecasillabo o in ottonario, pur utilizzando talvolta schemi più “liberi”.
Nella raccolta di poesie “Cumme fusse allora” racconta, in versi, la sua gioventù e un paese e un Molise che non esistono più. Tema ripreso, seppur con un diverso approccio e uno stile differente, in “Il vento nel vicoli”, in “Vinchiaturo” e in “Sottovoce”. Appassionato conoscitore del Molise, ne racconta gli itinerari nella omonima pubblicazione del 1978 e in generale le sue bellezze e le sue tradizioni in diversi articoli e servizi per la televisione nelle molteplici collaborazioni con Paese Sera, con Il Tempo e con la Rai.
Molti versi delle sue poesie sono diventati canzoni, come la celebre “Mulise”, in cui descrive la genuinità del popolo molisano che “alla parola ammesca ru sorrise” e “Campane di Vegnature” i cui versi evocativi fanno rivivere il suono delle campane che “liegge e dôce n’core ze repone”.
L’ispirazione più grande per la poetica di Spensieri è stata certamente la sua terra, il suo paese, il campanile, il profilo del Matese e i ricordi della gioventù, di un mondo ancestrale, ancora non corrotto dalla modernità. Per ritrovare questa naturalezza delle cose amava spesso recarsi fra i ruderi di Altilia o sulla cima di Santa Maria di Monteverde, sulla croce, da cui diceva di poter vedere tutto il Molise e che, nel cielo terso della mattina, si vedesse persino l’Adriatico.
Da ri munt’ va a ru mare
Chesta Terra de Mulise
Cchiù la ‘uarde e bbella appare
Cumm’è bbiell ‘nu surrise…
Se tutti i molisani avessero la sensibilità di riconoscere le bellezze della propria terra e la capacità di leggerne i valori, come seppe fare Emilio Spensieri, potremmo davvero amare il nostro Molise e sperare in un futuro più alto per la nostra regione.
di Francesco Vitale (da ilbenecomune.it)