La festa di S. Giovanni a Campobasso
Tradizioni esoteriche e pagate ereditate dal cristianesimo
di A.P.S. La Terra
24 giugno 2021
La strada lungo la quale si snoda il corteo processionale è “tutta fiancheggiata e adorna di rami verdi di rovere e di quercia, pavesata di damaschi e di sete antiche ai balconi e festonata d’archi arabescati di lampadine multicolori” (Borsari, 1968).
A partire da oggi e tutto il 24 giugno si festeggia la natività di San Giovanni Battista.
Questa festa si svolge da tempo presso la Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, nel quartiere di San Giovanni dei Gelsi.
L’evento ha sempre richiamato un buon numero di persone, soprattutto nel giorno del 24 giugno quando viene celebrata, sul sagrato antistante al cimitero, una messa solenne in onore del santo. Dopo questo rito liturgico e la processione iniziano i festeggiamenti pagani con bancarelle espositive, consumazione di baccalà e peperoni fritti, fette di anguria e noccioline tostate.
La serata si conclude con un concerto musicale e con pirotecnici fuochi d’artificio.
Forse non tutti sanno che il 24 giugno, in occasione della festività di S. Giovanni Battista, si raccolgono le cosiddette “mele sangiuanne”, chiamate così perché giungono a maturazione proprio in questo giorno e, nella notte tra il 23 ed il 24 giugno si raccolgono alcune noci in maturazione (35?), il cui guscio verde (esoderma) serve a preparare il gustoso “nocino”.
San Giovannni è anche un santo molto caro alle ragazze in età da marito. (Arnaldo Brunale-fb)
In questo giorno “schiattane le ruche”. Le “ruche” sono le ragnatele prodotte dalle falene delle mele. Sono ragnatele che asfissiano i fiori e poi i frutti e non li fanno crescere. Sono anni che lo riscontro e non saprei dare una spiegazione il giorno di San Giovanni le ragnatele “le ruche” spariscono dagli alberi di melo. (Franco di Biase-fb)
Mattinata di S. Giovanni dedicata alla preparazione del nocino, con i frutti immaturi che andrebbero raccolti il 23/24 Giugno nella notte o giornata di S. Giovanni. La ricetta è quella dei fratelloni Banedettini.
Il 24 Giugno però è stato da sempre un giorno controverso per le culture che si sono avvicendate nel corso dei secoli. Per i popoli italici di religione pagana il 24 giugno era una festività solstiziale; si festeggiava il passaggio ad una nuova stagione. Il cattolicesimo però cercò di occultarla con ogni mezzo, sovrapponendo perfino alla festa solstiziale il culto di S. Giovanni. Le ragazze campane che nella notte del 24 si arrampicavano sul famoso noce di Benevento per prelevare frutti idonei alla preparazione dello stesso liquore, noto allora per le proprietà salutari, venivano tacciate di stregoneria e condannate al rogo (rievocavano forse la vecchia festività solstiziale). La stessa ricetta del nocino è poi stata tramandata dai fratelli Benedettini e tutti a copiarla, anche sui social; poiché i fratelloni avevano per tutto il rimedio giusto. (Giovanni Manocchio- fb)
La nostra guazza è pronta. È in attesa di incontrare l’acqua di S. Giovanni (raccolta da 7 fonti diverse) e poi riempirsi di magica rugiada.
I panni li abbiamo stesi, quelli migliori. L’alloro è già sotto il cuscino e il cardo sul davanzale.
Le lumache sono state raccolte ed Erodiade e Salomè sono in volo per raggiungere Benevento.
Perché prima ancora di essere streghe siamo figli delle nostre tradizioni. (Caterina Janara Ciaccia – fb)
di A.P.S. La Terra