Una pittrice termolese in mostra nelle Marche
Le opere pittoriche di Antonietta Aida Caruso in mostra a Civitella del Tronto
di Maria Carmela Mugnano
16 luglio 2021
La splendida Fortezza Spagnola che domina a 600 metri di altezza l’abitato di Civitella del Tronto, al confine tra Abruzzo e Marche, accoglie dal 13 luglio le opere pittoriche di Antonietta Aida Caruso in mostra nella suggestiva Chiesa sconsacrata di San Giacomo, da cui si gode lo spettacolare scenario naturale della Val Vibrata e dei monti circostanti.
La mostra è stata promossa da Irdi Destinazionearte e dal suo Presidente, il prof. Massimo Pasqualone, con la collaborazione del Comune di Civitella del Tronto, e sarà visibile fino al 23 luglio dai tanti visitatori che quotidianamente si inerpicano sulla salita che conduce alla Fortezza, un monumento che è risultato nel 2016 il più visitato in Abruzzo con 45.000 presenze nell’anno.
Le tele esposte di Antonietta Caruso, nelle potenti immagini pittoriche dell’Autrice – che ha corredato qualche tela di una sua intensa poesia sono cariche di suggestioni che affiorano da profonde tematiche umane. In una visione circolare le tensioni esistenziali si stemperano verso un’alba di rinnovata felicità, si rievocano come lontane nostalgie davanti al mare, o ci lanciano dei messaggi, come la necessità di asciugare il pianto per il sole che muore… per riuscire a vedere le stelle (prendendo spunto dal poeta Tagore). E ancora ci rammentano, in una visione di solitudini ascensionali, che il vuoto interiore che disperatamente si cerca di colmare amplia il vuoto cosmico intorno a noi e ci allontana sempre di più dall’ infinito (che è da cercare nel nostro intimo).
Nella prima giornata espositiva si è rilevata un’attenta visione dei quadri da parte dei visitatori, che hanno espresso su un registro all’ingresso della Chiesa le sensazioni evocate dalle immagini. Siamo sicuri che, a mostra conclusa, l’importante valenza umana e pittorica di questa mostra sarà ampiamente tracciata, disegnando un importante percorso nell’arte e nell’ispirazione creativa di Antonietta Caruso.
di Maria Carmela Mugnano